29 Giugno – Giorno#18

Il rigore decisivo di Umana. Costa Rica ai quarti.
Il rigore decisivo di Umana. Costa Rica ai quarti.

La partita #51

Olanda v Messico 2-1

Sarà ricordata come: Calcio e cinismo. Un binomio perfetto.

Il Messico gioca bene, anzi benissimo. Conduce 1-0 e siamo a due minuti dalla fine della partita. E’ fatta. Ed è giusto così. Squadra accorta, ben disposta in campo, con giocatori di classe (Marquez, Giovani Dos Santos), un portiere in stato di grazia (Ochoa) e una coppia di centrocampisti che farebbero le fortune di molte squadre (Guardado ed Herrera).
Peccato che le partite durino più di novanta minuti (questa poi ne dura 6 in più, a causa dei primi timeouts della storia di questo sport, si chiamano cooling time).
Visto che il Messico merita di staccare il biglietto per i quarti, ai quarti ci va l’Olanda.
Undici Philip Marlowe vestiti di arancione dalla testa ai piedi, cinici e piuttosto spietati che, nel giro di 5 minuti, hanno cambiato le sorti del match e del loro mondiale.
Assomigliava molto ad una storia già vista: l’Olanda bella e scintillante della prima fase lasciava il posto a questa fragile e timorosa, bloccata, piena zeppa di esperimenti Van Gaaliani (Kuyt terzino sinistro, Blind centrale a centrocampo, Wjinaldum centrale a centrocampo) e capace di rimontare il gran goal di Giovani Dos Santos al 48′: bello il suo sinistro da venticinque metri che batte Cillesen.
Da qui in avanti sale in cattedra Ochoa che compie miracoli in serie. La porta del disoccupato portiere dell’Ajaccio sembra stregata: lui para tutto, anche le azioni a gioco fermo (strepitosa parata su Huntelaar in fuorigioco).
Ochoa però non può nulla all’88’ quando sugli sviluppi di un calcio d’angolo, la palla danza al limite dell’area e termina la sua corsa proprio sui piedi di Sneijder che da lì, proprio non può esimersi e scarica di destro in rete per l’1-1 che sa tanto di supplementari ai quali ci si prepara. Ma al 93′ Robben prova uno spunto dei suoi, penetra in area, salta Reyes e punta Marquez che lo aggancia. Rigore che Huntelaar, ex Milan ora in forza allo Schalke04, batte e realizza per il 2-1 finale.
Messico eliminato per la sesta volta di fila agli ottavi di finale.
Il cinismo olandese vola ai quarti. Servirà qualcosa di più di questo arancione sbiadito per scrivere, finalmente, la storia.

I protagonisti del match

In positivo: Ochoa e Guardado per il Messico, Sneijder e Huntelaar per l’Olanda
In negativo: Marquez per il Messico, Van Persie per l’Olanda

La giocata del match

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Il portiere messicano Guillermo Ochoa è attualmente disoccupato, poiché in regime di svincolo dalla sua squadra, l’Ajaccio appena retrocessa in Ligue2 dopo una pessima annata nella quale lui ha subito qualcosa come 71 reti.
Tante, troppe, per il riccioluto portiere messicano.
Molto meno appariscente del suo famoso predecessore Campos, molto meno carismatico dell’eroico Carbajal, detentore del record di presenze ai Mondiali (5 edizioni con Matthaus e Buffon), questa sera Ochoa ha parato tutto, o meglio quasi tutto. E lo ha parato con il suo straordinario istinto, con i suoi riflessi e con il suo senso della posizione.
Siamo al 58′ di gioco. Il Messico è in vantaggio e l’Olanda batte un calcio d’angolo. Robben si incarica della battuta. Il suo cross a rientrare cade al centro dell’area piccola dove De Vrij al volo di destro calcia a rete. 
Ochoa è fermo al centro della porta e con un guizzo ribatte la palla con la mano destra. La sua smanacciata fa carambolare il pallone sulla sua faccia, poi sul palo.
Tutto l’intervento è un inno alla rapidità e all’arte di arrangiarsi.
Faccio con quello che posso: mani, faccia, legni. 

Tutto pur di evitare un altro goal, l’ennesimo, nella sua peggior stagione di sempre.
Guillermo Ochoa, il portiere disoccupato.

La statistica del match

29 i cross dell’Olanda – 8 quelli del Messico 

 

La partita #52

Costa Rica v Grecia 6-4 d.c.r (1-1 al 120′; 5-3 ai calci di rigore) 

Sarà ricordata come: Chi vince fa la storia

L’ottavo di finale meno nobile è quello che contribuisce a scrivere una pagina epica di questo Mondiale.
Costa Rica e Grecia per i quarti. Davide contro Davide perché Golia è già stato sconfitto precedentemente.
Costa Rica e Grecia per la storia.
Quando c’è di mezzo la nazionale ellenica ci sono sempre pathos, eros, thanathos e una valanga di sentimenti epici che circondano un popolo da anni in difficoltà, una nazionale di calcio modesta ma volenterosa (anche un pizzico fortunata, se notate nelle partite che coinvolgono la Grecia ci sono sempre episodi quantomeno dettati dal destino) che ha vinto un Europeo contro pronostico, registrando una delle sorprese più clamorose della storia di questo sport dannatamente bastardo ma bellissimo.
Raggiungere obiettivi attraverso il patimento, la sofferenza, nemmeno i greci dovessero espiare chissà quali colpe.
La Costa Rica è una squadra per certi versi molto simile alla Grecia. E’ assolutamente un outsider è figlia di un paese piccolissimo e anche lei stasera gioca per scrivere la storia.
La partita è piacevole nonostante il livello tecnico sia inevitabilmente basso.
I greci giocano discretamente bene ma in vantaggio ci vanno i costaricensi con un piatto sinistro di Ruiz che si infila lentamente alla sinistra di Karnezis. Quando la partita sembra essersi incanalata nella miglior maniera possibile per i centroamericani, ecco la doccia fredda: 66′ di gioco, Duarte già ammonito, viene sanzionato per fallo su Holebas. Costa Rica in dieci negli ultimi venticinque minuti più recupero.
Ma ancora una volta è il recupero a regalare emozioni. Grecia che ci prova in tutti i modi. Addirittura Sokratis Papastathopoulos dà una mano là davanti nell’inconsueta posizione di centravanti.
La palla arriva a Gekas che, bravissimo, si gira e impegna a terra Navas, sulla respinta Sokratis è pronto a ribadire in rete.
Supplementari. Anche se proprio all’ultimo secondo dei regolamentari, Mitroglou di testa impegna severamente Navas.
Nei supplementari non succede quasi nulla, fino al 120′ dove Navas ipnotizza ancora Mitroglou e così si va ai rigori mentre il pubblico grida Ticos! Ticos!
Ai rigori, la sequenza vede segnare Borges, Mitroglou, Ruiz, Christodoulopoulos, Gonzales, Holebas, Campbell.
Fino a quando non arriva il turno di Gekas che si fa parare il tiro da Navas.
Il matchpoint è sui piedi di Umaña che non fallisce. La favola continua e finisce al tempo stesso.
Nel dentro-fuori tra le piccole outsider, (ovviamente) ad uscire è la Grecia: Eros e Thanathos senza soluzione di continuità.
Costa Rica nella storia per stupire ancora.

 

I protagonisti del match

In positivo: Karagounis, Holebas e Sokratis per la Grecia, Navas, Campbell e Ruiz per la Costa Rica
In negativo: Duarte per la Costa Rica

La giocata del match

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“Io il giorno dei quarti di finale mi devo sposare…Ma chi cavolo l’avrebbe mai immaginato? Noi, la Grecia ai quarti di finale?”. Così, Sokratis Papastathopoulos cerca giustificazioni e magari anche un modo per smarcarsi da un giorno che molti uomini rimandano all’infinito.
E’ il 90′ passato. Oramai solo un miracolo può salvare la Grecia. E il miracolo arriva e a compierlo è un difensore che fino ad oggi, in nazionale, non ha mai segnato nemmeno lo straccio di un goal.
A rimorchio di un attacco forsennato, Sokratis resta lì, come il più consumato dei bomber, fiutando quel pallone che rischia di lasciare in Chiesa sull’altare, ferma ad aspettarlo, la promessa sposa Xanthi.
Gekas si gira nello stretto e costringe Navas a compiere una parata difficilissima. Sulla respinta si materializza il tocco sporco di Sokratis e come per magia, gli invitati si possono considerare liberi fino a nuovo ordine.
Un difensore che si trasforma in goleador. Uno che di mestiere i goal cerca di evitarli, mette i panni del risolutore e di stinco, pareggia allungando il match fino ai tempi supplementari (e oltre).
La fine è nota. Xanthi chiama il ristorante e conferma. Gli invitati hanno nuovamente un impegno ed è la Grecia a rimandare i sogni a data da destinarsi.

 

La statistica del match

24 tiri per la Grecia, 6 per la Costa Rica 

 

 

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

Una risposta a “29 Giugno – Giorno#18”

  1. Oranje sempre una garanzia, di divertimento del pubblico innanzitutto!! :)
    Finalmente dopo anni di partite “girate contro” eccone una in cui il cuore e la classe (di alcuni) portano ai Quarti di Finale senza una prestazione ai soliti livelli…. ma avendo pescato senza dubbio il peggior scontro come prima del Girone!
    Bell’articolo ma l’Olanda non si discute! ;)

    ciao e …. keep up the good work.

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