30 Giugno – Giorno#19

Pogba segna il goal che spiana la strada alla Francia
Pogba segna il goal che spiana la strada alla Francia

La partita #53

Francia v Nigeria 2-0

Sarà ricordata come: Il cambio vincente e il portiere fenomeno che sbaglia un intervento.

Basta un quarto d’ora, quello finale, alla Francia per avere ragione di una buona Nigeria.
Nigeria che ha il torto di mancare nella fase di finalizzazione e che capitola solo per un errore clamoroso del pur bravissimo Enyeama, fino a quel punto praticamente perfetto.
Non è la Francia scintillante del girone E, ma è ancora una volta la Francia diesel, la Francia graziata da un arbitro (dopo l’ivoriano Doue, l’americano Geiger) che estrae solo un cartellino giallo per un grave intervento di Matuidi ai danni di Onazi (costretto ad uscire). Siamo al 56′
Otto minuti dopo c’è il cambio di Deschamps che segna la svolta del match: entra Griezmann esce Giroud. Benzema si accentra e la Francia inizia ad ingranare. 
Enyeama che nel primo tempo aveva parato la botta di Pogba, nella ripresa si salva grazie alla traversa (Cabaye) poi compie un intervento straordinario su Benzema (testa a botta sicura) e riesce a combinare la frittata proprio sull’intervento più semplice del match. Calcio d’angolo di Valbuena, Enyeama smanaccia malamente proprio sulla testa di Pogba che appoggia comodamente in rete. 1-0.
L’estremo difensore nigeriano si fa perdonare su gran botta di Griezmann ma combina un altro pasticcio nell’azione del 2-0 francese. Sul cross basso non si intende con Yobo che lo beffa. Autogoal e Francia ai quarti senza incantare.
Nigeria che non sfigura ma saluta il mondiale: poca cosa gli avanti nigeriani. Tanto fumo e poco arrosto.
Francia nel G8 del Mondiale.

 

I protagonisti del match

In positivo: Griezmann della Francia
In negativo: Giroud della Francia

La giocata del match

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“Sarei stato sicuramente il migliore in campo. Per distacco. Non avevo sbagliato niente, sapete? Niente di niente. Del resto, tra i pali sono uno dei migliori portieri del mondo. Sono reattivo, scattante, veloce, rapido, elastico e plastico. A volte anche un po’ troppo plastico. Ma che ci volete fare? Non saprei fare diversamente. Ho solo un problema. Le uscite. 
No, ragazzi…ve lo dico sempre. Arrangiatevi voi. Siete grandi e grossi, svettate di testa ed evitate che io debba schiodare il mio fisico dalla linea di porta. E poi, nella fase più concitata è successo che: Allora, ragazzi, mi raccomando, marcateli a uomo…occhio a Benzema. Occhio a Koscielnyyyyy. Ce ne è uno sul secondo palo. 
Non mi fate…uscire…Miaaaaaaaaaa…
Diavolo. Lo sapevo. Non dovevate farmi uscire. Dovevate impedirmelo. Diavolo…diavolo…
Che poi solo Dio sa cosa diavolo volevo fare. Volevo bloccarla ad una mano? Volevo dargli un pugno? Ma con una mano sola? E poi, che sfortuna, proprio sulla cresta di quello lì…
Non lo so cosa mi è passato per la testa. Però avete visto anche voi. Le ho prese tutte. Tranne una.
La più innocua, la più semplice. Quella decisiva.
Diavolo.”

Perdonatemi se ho immaginato che il povero Enyeama la debba veramente aver vissuta così. Le “sue” parole sono, ovviamente, una mia liberissima interpretazione.

La statistica del match

Possesso palla 49-51 per la Nigeria

 

La partita #54

Germania v Algeria 2-1 d.t.s (0-0 al 90′)

Sarà ricordata come: Football is a simple game; 22 men chase a ball for 90 minutes and at the end, the Germans win.
(Cit. Gary Lineker)

Aveva ragione Lineker. Alla fine vincono sempre loro. E anche stasera dopo 90 minuti trepidanti, con continui capovolgimenti di fronte, i tedeschi hanno avuto la meglio di una bellissima Algeria.
Compatti, rapidi e pericolosi nelle ripartenze, perfetti in difesa e concentrati per tutti i tempi regolamentari. Una bella realtà questa Algeria.
La Germania ha fatto difficoltà ad interpretare la partita. Low si è spesso spazientito, soprattutto nel primo tempo, in cui i tedeschi hanno commesso qualche ingenuità di troppo e hanno rischiato di subire un goal.
Neuer ha giocato da libero che nemmeno Zeman si sarebbe mai permesso il lusso di un portiere così sbarazzino, con una difesa fin troppo alta spesso alla mercé degli avanti algerini.
La verità è che Halilhodzic legge meglio il match e i suoi giocano un calcio semplice, essenziale e tremendamente efficace.
Mbolhi ha il suo da fare per tenere gli Algerini in partita, ma in mezzo al campo Feghouli detta legge e la Germania fa fatica ad organizzare il gioco.
Alla fine del primo tempo, fuori uno spento Gotze per Schurrle. Continua a mancare un centravanti, ma almeno c’è una punta in più ad aiutare Muller.
Si va ai supplementari. Pronti via e Schurrle devia in rete da sottomisura. 1-o, battuto Mbolhi.
L’Algeria prova a reagire senza mai impensierire Neuer.
Al 119′ con l’Algeria riversa in avanti, arrivava anche il raddoppio di Ozil.
Ma quando tutto sembrava finito, l’orgoglio algerino costruiva il goal della bandiera, per il 2-1 finale che lascia l’amaro in bocca alle volpi del deserto. Cross di Brahimi e voleè vincente di Djabou. Troppo tardi.
Vince la Germania che si avvicina al suo classico obiettivo: la semifinale. Gli Algerini hanno avuto il merito di crederci e di averci provato fino al 120′. L’illusione di bissare la vittoria del 1982 e di vendicare quel biscotto austro-tedesco si è dovuta scontrare con una squadra tenace che ha vinto questa partita solo grazie ad un tocco sporco sotto porta.
Quando si dice l’abitudine a vincere anche e soprattutto in serate non brillantissime come questa.

I protagonisti del match

In positivo: Schurrle per la Germania, Mbolhi per l’Algeria
In negativo: Gotze per la Germania

La giocata del match

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Quante volte capita di prendere talmente bene la palla, dannata e amata, e quella va a finire nel posto sbagliato? Un’infinità di volte. Tiri talmente perfetti, colpiti benissimo, che finiscono la loro corsa tra le braccia dei portieri avversari, oppure sui legni delle porte. Troppo centrale, troppo angolata, troppo alta, troppo bassa…
Come dicono i telecronisti? L’ha presa troppo bene…Bastava un mezzo esterno in più…
Stasera il pupillo di Mourinho, André Schurrle attaccante tuttofare del Chelsea, l’ha toccata veramente male, ma l’ha buttata in rete.
Calciatore terribilmente efficace, non molto appariscente, gran lavoratore dallo spirito di sacrificio eccezionale, raramente parte titolare, ma partendo dalla panchina riesce a risolvere situazioni spinose.
Un tocco sporco, quasi involontario. Un tacco inatteso, rimbalzante e beffardo che si è spento lentamente alle spalle del portiere algerino Mbolhi.
Il cross di Muller, leggermente deviato, il tocco di Schurrle assolutamente imprevedibile. E la palla lì, nell’angolino opposto, per il goal dell’1-o: quello che apre le danze e indirizza il risultato finale del match.
Un goal assolutamente involontario che vale i quarti di finale del Mondiale brasiliano.
A rivederlo cento volte, non ci si spiega come quel dannato pallone sia finito proprio lì, alle spalle del portiere algerino.
A rivederlo cento volte, l’avesse presa un po’ meglio…

 

La statistica del match

150esimo goal della competizione. Lo segna Djabou

 

QUARTI DI FINALE

Brasile-Colombia
Olanda-Costarica
Francia-Germania

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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