Le 32 protagoniste – Puntata no.22 – Nigeria

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LA SQUADRA – (SUPER EAGLES, LE SUPER AQUILE)

La nazionale nigeriana è approdata al Mondiale brasiliano dopo una cavalcata trionfale coincisa con la vittoria nel girone di qualificazione e il vittorioso playoff contro la modesta Etiopia. 5 vittorie, 3 pareggi, 0 sconfitte. 11 reti all’attivo e 4 goal subiti.
Si trattava di una formalità e così è stato.
Allenata dalla bandiera Stephen Keshi, la Nigeria è stata inserita nel girone F con Argentina, Bosnia e Iran. Sulla carta la seconda piazza, e la conseguente qualificazione, sarebbe alla portata della nazionale africana. Uso il condizionale perchè più di una volta, le squadre africane hanno deluso le aspettative della vigilia, per tutta una serie di motivi non prettamente tecnici.
Sarà questa la volta buona per le Super Aquile?
Keshi sa che la faccenda è durissima. Le panchine africane scottano parecchio, la politica e i denari mettono sempre uno zampino di troppo, le federazioni spesso sono corrotte fino al midollo e chi ci rimette sono proprio squadra e allenatore.
Una federazione, quella nigeriana, capace di vincere quattro titoli mondiali Under17 (qualificandosi tre volte seconda) e racccogliendo due secondi posti in quello Under20.
Questa nazionale che si presenta in Brasile è il solito mix di legionari sparsi per il pianeta pallone, chi in Europa, chi in Asia, chi tra le mura amiche del campionato nigeriano.
La porta è difesa da Enyeama, già estremo difensore nei Mondiali sudafricani, elastico e spettacolare tra i pali,  un po’ meno efficace nelle prese aeree. La difesa vede l’esperto Yobo a destra, Ambrose e Omeruo (di proprietà del Chelsea) in mezzo e Echiejile a sinistra, mentre chiede spazio Oboabona.
Il settore nevralgico è appannaggio di vecchie conoscenze, a partire da quel John Obi Mikel vero e proprio faro del centrocampo nigeriano. Insieme a lui agiscono Onazi (un campionato luci e ombre nella Lazio) mentre sgomitano per ritagliarsi un ruolo importante Oduamadi (ex Toro, ora in forza al Varese, scuola Milan) che nella scorsa Conf Cup si segnalò per la tripletta ai malcapitati Tahitiani,  il russo Babatunde (gioca nel massimo campionato russo) e Mba, centrocampista del Bastia, in Francia.
Musa potrebbe essere l’uomo adatto a fare spola tra centrocampo e attacco, attacco che sembra essere il reparto più interessante ed è composto da giocatori di esperienza molto dotati dal punto di vista fisico: parliamo di Emmanuel Amenike e Shola Ameobi, ma anche di Moses (Liverpool) e dai redivivi Obinna e Odemwingie.
Keshi come spesso accade per i tecnici che si trovano alle prese con squadre africane dovrà cercare di moltiplicarsi nei ruoli di allenatore, psicologo e educatore.
Come disse il saggio Bora Milutinovic, allenatore (tra le altre) della Nigeria 1998: “Signori, io qui non faccio l’allenatore. Faccio il domatore.”

LA STELLA – JOHN OBI MIKEL

Mikel+John+Obi+Nigeria+v+Uruguay+Group+B+ZeZyF0-UYbTl

Ventisette anni, classe 1987. Da anni al Chelsea, un ruolo da gregario e da comprimario che Mikel ha saputo ritagliarsi con spirito di abnegazione e grande professionalità. Non a caso, Mourinho lo stima e lo tiene in grande considerazione.
Giocatore di lotta e di governo, fisicamente dotatissimo (189×86), all’uopo può piazzarsi davanti alla difesa come playmaker basso o come interno di centrocampo, in un reparto a tre o a quattro.
Nella nazionale nigeriana ha disputato 57 partite mettendo a segno 4 goal.
In passato il suo rapporto burrascoso con la federazione nigeriana ha segnato la sua carriera: in particolare con Berti Vogts e Lagerback il giocatore ebbe qualche frizione di troppo. Un suo infortunio (diplomatico o meno) gli impedì di partecipare al Mondiale in Sudafrica.
Questo è l’appuntamento da non fallire. Per la Nigeria e per lui. Ora o mai più.

LA NIGERIA AI MONDIALI

1

2

RECORD

16 come i secondi necessari al danese Ebbe Sand, appena entrato in campo, per segnare una marcatura. Vittima? La Nigeria. Francia98

5 come le nazionali allenate da Bora Milutinovic. Tra queste, la Nigeria (Francia98)

94 come le presenze di Yobo. A 89 c’è Enyeama

37 come i goal di Yekini, miglior marcatore di tutti i tempi per la Nigeria (in 58 partite)

LA BANDIERA

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La bandiera della Nigeria venne disegnata nel 1959 e issata ufficialmente per la prima volta il 1º ottobre 1960.
Si tratta di una semplice bandiera composta da tre bande verticali di uguali dimensioni, bianca quella centrale e verdi le due laterali. Le due strisce verdi rappresentano le foreste e l’abbondanza di agricoltura del paese, mentre il bianco centrale simboleggia la pace.
Autore del disegno fu uno studente di Ibadan, Michael Taiwo Akinkunmi.

IL PAESE

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Dati amministrativi
Nome completo                              Repubblica Federale della Nigeria
Nome ufficiale                                 Federal Republic of Nigeria
Lingue ufficiali                                Inglese
Capitale                                              Abuja (1.078.700 ab.)

Politica
Forma di governo                        Repubblica presidenziale federale
Capo di Stato                                  Goodluck Jonathan

Ingresso nell’ONU                          7 ottobre 1960
Superficie Totale                           923.768 km² (32º)
Popolazione Totale                      160.423.182 ab. (2012) (7º)
Densità                                              184 ab./km²
Tasso di crescita                           2,553% (2012)

Economia
Valuta                                               Naira
PIL (nominale)                             270 211 milioni di $ (2012) (37º)
PIL pro capite (nominale)       1 640 $ (2012) (138º)
PIL (PPA)                                       444 349 milioni di $ (2012) (30º)
PIL pro capite (PPA)                2 697 $ (2012) (142º)
ISU (2011)                                    0,459 (basso) (156º)

Inno nazionale Arise, O Compatriots

LA MIA NIGERIA

La mia Nigeria è una maglietta verde. Anzi, per dirla tutta è la maglietta verde acido della Nigeria 1994 vinta con i punti di una nota azienda dolciaria piemontese. Non so quanto tè dovetti bere in quella primavera, ma la soddisfazione fu enorme quando mi venne recapitato il pacco in posta. Maglia verde, inserti neri su sfondo bianco a simboleggiare gli abiti tradizionali del paese africano.
È ancora nella mia collezione di maglie di squadre di calcio e la custodisco gelosamente.
La mia Nigeria è un urlo. Quello di Yekini, che dopo il goal dell’1-0 alla Bulgaria ad USA94 esultò mangiando, di fatto, la rete. Un urlo che ricordò quello liberatorio e rabbioso di Tardelli nella finale 1982.
E proprio in quel Mondiale che condivisi la mia Nigeria con alcuni componenti della mia famiglia.
Faceva caldissimo negli USA, ma anche a Torino non si scherzava affatto.
Era il 5 luglio 1994. Martedì.
Papà corse a casa dal lavoro e trovò la visita assolutamente inaspettata dei miei zii. Ecco, in famiglia siamo amanti del calcio, della Nazionale a maggior ragione ma i miei zii sono le persone più distanti dall’essere tifosi, amanti, simpatizzanti, conoscitori del pallone. Nazionale o squadra di club, il calcio non è affar loro.
La partita è un disastro. Nigeria in vantaggio, Italia in completa balia degli africani: più veloci, più potenti, più volenterosi. Pizzul mette il carico a briscola. Fa caldo, gli improperi si moltiplicano. La faccia dei miei zii è quella tipica delle persone che non si spiegano come due adulti possano tirare fuori il peggio per una partita di calcio. Ci guardano basiti per il nostro comportamento.
Oramai sta finendo e su un passaggio balordo di Benarrivo (mi pare di ricordare) con palla che termina in rimessa laterale, Pizzul si lasciò andare ad un: “…eeeeee usciamo veramente male da questa competizione…”.
Ricordo solo che gli insulti verso il buon Bruno furono violenti e a ripensarci ora, ingenerosi.
Quando poi Mussi si inventò una volata sulla fascia e Baggio, Roberto, indovinò l’angolino basso (era l’88’), saltammo in aria come tappi di bottiglia. Il gesto dell’ombrello venne sdoganato. La conca tra braccio e avambraccio era violacea e si andava verso i caldissimi tempi supplementari.
Sappiamo come andò a finire, prima Zola espulso (altri improperi dei quali alcuni, irripetibili, con mia madre che chiede a mio padre di placarsi) poi Baggio dal dischetto per il 2-1 definitivo.
La mia Nigeria è una famiglia consapevole che, davanti ad un pallone che rotola, non sono una persona normale.

INNO NAZIONALE – ARISE, O COMPATRIOTS

Arise, O compatriots,
Nigeria’s call obey
To serve our Fatherland
With love and strength and faith.
The labour of our heroes past
Shall never be in vain,
To serve with heart and might
One nation bound in freedom, peace and unity.

O God of creation
Direct our noble cause
Guide our leaders right
Help our youth the truth to know
In love and honesty to grow
And living just and true
Great lofty heights attain
To build a nation where peace
And justice shall reign.

I CONVOCATI DELLA NAZIONALE NIGERIANA

Portieri: Vincent Enyeama (Lille), Chigozie Agbim (Gombe United), Austin Ejide (Hapoel Be’er Sheva)

Difensori: Elderson Echiejile (Monaco), Efe Ambrose (Celtic), Godfrey Oboabona (Rizespor), Azubuike Egwuekwe (Warri Wolves), Kenneth Omeruo (Middlesbrough), Juwon Oshaniwa (Ashdod FC), Joseph Yobo (Norwich City), Kunle Odunlami (Sunshine Stars)

Centrocampisti: John Mikel Obi (Chelsea), Ogenyi Onazi (Lazio), Gabriel Reuben (Beveren), Michael Uchebo (Cercle Brugge), Ramon Azeez (Almeria)

Attaccanti: Ahmed Musa (CSKA Moscow), Shola Ameobi (Newcastle United), Victor Moses (Chelsea), Emmanuel Emenike (Fenerbahce), Peter Odemwingie, (Stoke City), Uche Nwofor (Heerenveen), Babatunde Michael (Volyn)

LE DIVISE UFFICIALI DELLA NAZIONALE NIGERIANA

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Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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