Diario #18 – Actors studio

Il resoconto della giornata #18 – Actors studio

La giornata più cinematografica di tutto il mondiale.
La sceneggiatura thrilling (e bellissima) di Belgio-Giappone, l’interpretazione del bullo che finge di essere bullizzato e finisce per inasprire gli animi di un match tanto bello quanto spezzettato e interrotto dai tuffi brasiliani e dalle proteste messicane.

Peccato. Il cinema brasiliano del passato non merita guitti di questo genere perché se è vero che Brasile è sinonimo di spettacolo, è altresì vero che il mondo non è poi così grande, e prima o poi, Neymar (Oscar per il miglior attore protagonista) troverà il suo carnefice di turno.
Oppure, e ci sarebbe da augurarselo, Neymar incontrerà un arbitro che si farà rispettare e non cascherà in queste provocazioni ridicole.
Il Brasile nel pomeriggio aveva avuto la meglio di un Messico tanto bello da vedere, ma poco concreto sotto porta.
I verdeoro dopo una partenza sotto tono, hanno preso il comando delle operazioni e quando hanno accelerato non hanno dato scampo a la Tri.
La quota di 7.50 a favore dei messicani mi aveva ingolosito, memore della grande partita contro la Germania ma Tite ha vinto la sua battaglia con Osorio.
Il tecnico messicano, a fine partita, non le ha mandate a dire.

Nei quarti, il Brasile incontrerà il Belgio che in serata ha rimontato un eroico Giappone. 3-2 da 0-2 (prima rimonta di due gol nel mondiale) proprio sul finire del match quando oramai tutti pregustavano i supplementari.
Il Belgio, lezioso e piuttosto inconcludente, aveva preso il comando delle operazioni e nel primo tempo aveva cinto d’assedio il fortino nipponico.
Una superiorità sterile alla quale i giapponesi rispondevano con rapidi contropiedi. 
Sul più pericoloso, Haraguchi, complice un errore di Vertonghen, incrociava sul palo più lontano per lo stupefacente 0-1.

Non erano passati nemmeno cinque minuti che i giapponesi raddoppiavano e diventavano padroni del match. Il Belgio accusava vistosamente il colpo e vacillava a più riprese, Kagawa saliva in cattedra mentre De Bruyne spariva dal campo e i Diavoli rossi non avevano lo straccio di una idea.
Tra un gol e l’altro, estemporaneo, un palo a botta sicura di Hazard.

Presagi negativi? Ci pensa Martinez. Il mister belga, inseriva Fellaini e Chadli per Mertens e Carrasco. Sulle prime i cambi non sembravano incidere più di tanto, ma serviva una scintilla che, puntualmente, arrivava, complice un errore di valutazione di Kawashima (rivedibile nello stile, ma comunque efficace).

Era Vertoghen che accorciava le distanze con un colpo di testa che il buon Teo Teocoli definirebbe a voragine.
Il match cambiava verso e l’inerzia tornava nuovamente dalle parti di Bruxelles. L’assedio continuava ad essere asfissiante, il Giappone rispondeva in contropiede, mettendo più di una volta i brividi a Courtois.
Quando Fellaini insacca per il momentaneo 2-2, si intuisce che, questa partita, non è ancora finita.

Il calcio con una mano dà e con l’altra toglie e dimentichiamo spesso quanto questo gioco sia crudele.
Calcio d’angolo per il Giappone. Courtois blocca il pallone e fa ripartire il contropiede belga, il resto è riepilogato, qua sotto.

Non c’è più tempo. Il match finisce con la vittoria del Belgio, i giapponesi in mezzo al campo, increduli.
Crudele e bellissimo, ancora una volta, il calcio regala storie. 
Il Giappone ha mostrato grande cuore, il Belgio ha avuto il merito di crederci quando oramai tutto sembrava perduto ma per tutta la qualità che ha nei suoi piedi, non può permettersi sbandamenti difensivi e amnesie.
Se vorranno passare il turno, dovranno compiere il regicidio perfetto: con il Brasile il Belgio dovrà probabilmente snaturarsi. Non so se basterà. 

Gli highlights
Brasile-Messico
Belgio-Giappone

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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