Diario #23 – Ivan il Terribile

Il resoconto della giornata #23 – Ivan il Terribile

Vent’anni fa ero a Omis, la mia città natale. Indossavo una maglia della Croazia e potevo solo sognare di giocare per il mio paese e segnare uno dei gol più importanti per mandarci in finale.
Ivan Perisic

C’è la firma di Ivan Perisic in questa meravigliosa rimonta croata che permette alle Fiamme di approdare in finale e di giocarsela contro la Francia nel pomeriggio di domenica 15 luglio.
Una partita ad handicap, che i croati hanno saputo ribaltare ma che li ha visti soffrire a lungo la compagine inglese: Sterling scatenato, Trippier in vena di prodezze e Jordan Henderson capace di orchestrare in mezzo al campo da par suo hanno dato il la ad una partenza da urlo.
Minuto 5′, Modric frana su Alli al limite dell’area.

Batte Trippier. 0-1.
Subasic non era irreprensibile e i Leoni erano avanti per l’illusorio vantaggio.

L’Inghilterra ha la possibilità di chiudere il match, la Croazia fatica ma crea qualcosa dalle parti di Pickford. Per quanto in difficoltà, i croati, quanto meno ci provavano.
La sensazione è sempre la medesima: i croati hanno grandi qualità ma faticano terribilmente ad imporsi.
Sopratutto quando le partite sono appena iniziate e i croati si fanno sorprendere e vanno sotto nel punteggio: è capitato in tutti e tre i match a eliminazione diretta.
Sotto con la Danimarca negli ottavi (1′), sotto con la Russia nei quarti (6′) e sotto nella semifinale di stasera (5′).
Qui si potrebbe aprire un discorso ampio, sul carattere di questa squadra che non muore mai. Ed è proprio su questi concetti che deve aver insistito il tecnico Dalic.

La Croazia viene fuori, l’Inghilterra sparisce lentamente dal campo.
Il pareggio di Perisic ne è la logica conseguenza. Cross di Vrsaljko e tocco al limite del gioco pericoloso per il centrocampista interista che mette il sigillo alla sua partita fatta di corsa e qualità.
Poco dopo, Perisic coglie il palo alla sinistra di Pickford (in bambola nell’occasione) e si dispera.
La Croazia va per la terza volta in tre partite, ai supplementari.

Ai prolungamenti la musica non cambia. Croati più concreti e pericolosi, inglesi che ballano pericolosamente e che devono inchinarsi al colpo di Mario Mandzukic, uno che quando conta non si tira certo indietro.
Ancora Perisic a recuperare un pallone vagante, Stones è disattento e non si accorge che l’attaccante maglia no.17 gli passa alle spalle. Mandzukic colpisce in diagonale l’incolpevole Pickford per il gol che fa scattare il delirio croato.

Nel frattempo l’Inghilterra restava in 10 per via dell’infortunio a Trippier. Cambi per Mandzukic e Modric, mentre per i bianchi inglesi entrava Vardy.
Il risultato non cambiava e la Croazia poteva lasciarsi andare a festeggiamenti forse un po’ troppo eccessivi, ma meritati.
Per l’Inghilterra ennesima delusione. Eppure la semina è stata produttiva, il gruppo c’è, il talento pure. 
Stasera è mancato Harry Kane, forse l’uomo in più di questa nazionale. Mancati i suoi guizzi (e i suoi gol), la squadra ha fatto fatica a salire e ne ha risentito in pericolosità sotto porta.

Sarà una finale inedita ma non un inedito in senso assoluto. Ai croati non sembrerà vero di poter rigiocare il remake della semifinale del 1998: Francia-Croazia, con i primi logici favoriti e i secondi alle prese con le scorie di 360 minuti nelle gambe.
Candidati caldi per il Pallone d’oro: in caso di vittoria croata, Luka Modric, per la Francia, occhio  a Griezmann. Entrambi hanno vinto un trofeo con il loro club, bissare con la nazionale, potrebbe essere decisivo.
Sabato nella finale terzo e quarto posto, Belgio e Inghilterra daranno vita alla finale degli scontenti: partita inutile e sinceramente evitabile, giocheranno le riserve. Ce la saremmo evitata davvero.

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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