EURO2016 – Il Girone D (Spagna, Turchia, Croazia, Rep. Ceca)

IL GIRONE D

La Spagna e il superamento del tiqui-taka

Iniesta contro tutti 

Necessario partire dagli assenti. Da quelli che non ci sono più per limiti d’età (e scelte personali) come Xabi Alonso e Xavi passando da quelli che per scelte altrui (vedasi Del Bosque) l’Europeo lo guarderanno da casa: Isco e Saul.
Insomma, nel bel mezzo di un ricambio generazionale la Spagna si affaccia agli Europei da campione in carica e da favorita del girone D.
Non sarà una squadra (esclusivamente) votata al tiqui-taka ma si poggerà sul grande talento dei giocatori in campo.
E di talenti ce ne sono parecchi. Iniesta su tutti, Fabregas e poi Morata e il redivivo Nolito.
Sarà probabilmente 4-3-3 ma Del Bosque comunque non dimentica di avere soluzioni alternative con Busquets e un altro centrocampista centrale: in quel caso potrebbe diventare 4-2-3-1. Staremo a vedere.
Qualche polemica per l’addio a Diego Costa e una brutta storiaccia che si è abbattuta proprio nei giorni scorsi sul ritiro spagnolo per via delle feste “allegre” di De Gea e Muniain. Notizia destabilizzante che non aiuta un ambiente già di fatto non molto sereno.
C’è aria di fine ciclo soprattutto dopo il pessimo mondiale brasiliano e la qualificazione ad Euro ottenuta senza troppi squilli di tromba.

Obiettivo
Il girone D è piuttosto duro e sulla carta equilibrato e le Furie Rosse comunque lo passeranno. La Spagna ha la forza per arrivare tra le prime 4 e pertanto diciamo che l’obiettivo semifinale è alla portata ma non mi stupirei se venissero eliminati prima. Non come ai Mondiali, ok, ma se non girano da subito, il rischio di tornare a casa anche solo agli ottavi, c’è.

Perché tifare Spagna?
Perché il toro si tifa sempre a prescindere. Perché l’Andalusia è un posto magico, Bilbao si porta dietro una valanga di ricordi e perché in fondo gli spagnoli sono solo un pochino più festaioli di noi, ma non troppo diversi. Perché le tapas di Malaga sono imbattibili.
Perché Garcia Lorca non era solo un grande drammaturgo. Perché gli spaghetti western, Leone, andava a girarli in Spagna.
Perché Don Chisciotte non era matto, o forse sì, ma in fondo per Dulcinea del Toboso valeva veramente la pena struggersi d’amore.
Perché Julio Iglesias ha fatto sognare le donne di mezzo mondo con uno sguardo talmente languido che non ci si può credere.
Perché il Mondiale del 1982 lo vincemmo proprio lì. In Spagna. 

La Turchia: la forza sta nel mezzo

Un centrocampo così, ce lo sogniamo. O meglio siamo costretti a sognarcelo a causa degli infortuni. Ma tra Arda Turan, Cahlanoglu, Ozyakup, Tufan e Inan c’è veramente tanta qualità. Sta qui la forza di questa nazionale turca approdata a Euro2016 a fari spenti. Ha vinto le ultime amichevoli disputate (tranne quella con l’Inghilterra), ha molto talento ed è tutto sommato, sottovalutata.
Il fatto che sia nel girone D la mette in una condizione difficile e a rischio eliminazione.
Terim, come si fa a non amarlo, sa di avere tra le mani una delle migliori nazionali di sempre (ok, non come quella che arrivò quarta ai Mondiali del 2002) ma al tempo stesso sa che questa squadra ha dei limiti soprattutto tra i pali dove Babacan non appare una sicurezza assoluta.
Sono curioso di vedere se Yilmaz tornerà ad essere il bomber che fece innamorare la Lazio salvo poi sedurla e abbandonarla.
Sarà 4-2-3-1 e sarà importante capire le condizioni di Arda Turan, vero e proprio giocatore simbolo di questa nazionale.
Da tenere d’occhio Ozyakup. Il Toro ci fece un pensierino due anni fa. Purtroppo prima o poi esploderà definitivamente e allora, al Toro non ci verrà più. Sigh.

Obiettivo
Sarà dura passare il turno e secondo me se la Turchia ci riuscirà lo farà compiendo una sorpresa ai danni della Spagna dato che la mia favorita alla vittoria del girone è la Croazia che mi sembra l’unica sicura del passaggio del turno.
Se i turchi si qualificassero per gli ottavi, sarebbero una brutta gatta da pelare per tutti.
Diciamo prime 8 d’Europa come risultato massimo.

Perché tifare Turchia?
Innanzitutto perché i tifosi turchi sono molto calorosi, per usare un eufemismo. Poi perché Terim è Terim. Perché la filosofia dell’Ardaturanismo va oltre ogni logica. Perché Istanbul è una meraviglia. Perché Hakan Sukur è stato un fallimento solo qua da noi in Italia: un turco con la saudade non si era mai visto. Perché Emre Belozoglu era un genietto. Perché quel giorno a Vienna al gol di Senturk ho sentito uno stadio esplodere come mai prima.
Perché Totò, Antonio De’ Curtis, che fa l’ottomano fa ridere a prescindere.

 

La Croazia di Rakitic, Perisic e Modric (e non di Halilovic)

Ivan Rakitic

Così, non vale. Passi per Modric, per Rakitic e Brozovic, Coric e Perisic ma lasciare a casa Halilovic, proprio lo trovo ingiusto per tutti gli spettatori degli Europei. Non solo per i tifosi croati.
Non sarebbe stato titolare è vero (è ancora giovane, ecchisenefrega) ma lo slot libero c’era e invece (non proprio al suo posto) ci sta Mateo Kovacic che si porta dietro il suo bel fallimento madrileno.
La Croazia, bando alle ciance, è una squadra con tanto di quel talento che sembra ingiusto farne giocare solo 11.
Diciamo che il punto debole possono essere i centrali difensivi (Corluka-Vida, con Schildenfeld che insidia il primo) ma tutto il resto è di prim’ordine, a partire dall’estremo Subasic (record pazzesco in Champions con il Monaco nella stagione scorsa, con oltre il 90% di parate) e dagli esterni Srna e Vrsalijko.
Del centrocampo abbiamo già fatto i nomi e in attacco tra Mandzukic e le sue riserve (Kalinic e Kramaric) il ct Cacic non dovrebbe avere particolari problemi.
Qualificatasi alle spalle della nostra nazionale nel girone H, ha rischiato di andare ai playoff dopo aver comandato a lungo il raggruppamento.

Obiettivo
Mi voglio sbilanciare e dico che questa potrebbe essere la sorpresa di Euro. Non sarebbe una sorpresa tout-court, il livello qualitativo dei croati è molto alto, ma se li vedessi nelle prime quattro non mi stupirei.

Perché tifare Croazia?
Perché il talento non si compra e questi ne hanno. Perché Boban e Suker sono stati dei fenomeni veri e solo il caso ha voluto che non approdassero in finale ai mondiali nel 1998, fermati dalla Francia e dalla doppietta di Thuram proprio sul più bello.
Perché il Palazzo di Diocleziano a Spalato è qualcosa di meraviglioso e Dubrovnik è spettacolare. Perché i cevapcici li mangerei anche a colazione.
Perché quando giochi a Spalato e il vento ti soffia alle spalle, le traiettorie del pallone prendono vie inimmaginabili.
Perché come a basket, pochi al mondo, come la Jugoplastika Spalato pochi, o nessuno mai.


La Repubblica Ceca e la rivoluzione lenta

Petr Cech

Qualche ottimista dice che Vrba ha chiamato molti giovani che giocano in patria. Qualche pessimista nota che in qualche reparto l’età media è alta. Difatti la Rep. Ceca è la seconda squadra su 24 per età media. Bene ha fatto Vrba ma la sensazione è che questo ricambio generazionale sia più faticoso di altri. La Rep. Ceca si è qualificata come prima nel gruppo A, eliminando di fatto, l’Olanda (unica big assente). Volti come quelli di Petr Cech, Rosicky e Lafata, Limbersly, Sivok e Kadlec sono gli uomini più esperti della rosa e a loro e alla loro esperienza si affiancano i solidi Darida e Necid.
Per i giovani su cui puntare (magari non nell’immediato) ecco Krejici, in forza allo Sparta Praga e Dockal.
Una rivoluzione lenta che Vrba ha compiuto senza correre troppi rischi.
Il ripescaggio in extremis da parte di Rosicky, la dice lunga.
Quella squadra che nel 1996 fece innamorare molti appassionati però sembra soltanto un lontano ricordo: la continuità di rendimento, almeno in Europa, però è confermata dalla sesta partecipazione consecutiva alla rassegna continentale.

Obiettivo
Il passaggio del turno e poco altro. Se dovessero passare il turno non credo andranno oltre. Il risultato più probabile? Tre partite e ritorno a Praga.

Perché tifare Repubblica Ceca?
Perché Praga è un posto magico. Perché Kundera e la sua insostenibile leggerezza dell’essere vanno letti e, stranamente anche visti (il film di Kaufman con Juliette Binoche è ben trasposto). Perchè Kafka è Kafka. Perché Milos Forman era un genio ma anche Mendel non scherzava. Perché Ostrava anche se è un posto brutto ha dato i natali a Ivan Lendl. Perché Martina Navratilova era sublime. Perché Panenka ha inventato il cucchiaio.

Calendario

Scontri diretti

Ultimo incontro: 2011, Croazia 0-0 Turchia (Euro Qualifiers 2012)
Ultimo incontro: 2011, Rep. Ceca 0-2 Spagna (Euro Qualifiers 2012)
Ultimo incontro: 2011, Croazia 4-2 Rep. Ceca (Amichevole)
Ultimo incontro: 2009, Turchia 0-2 Spagna (Qualificazione Mondiali 2010)
Ultimo incontro: 2012, Croazia 0-1 Spagna (Europei 2012)
Ultimo incontro: 2015, Rep. Ceca 0-2 Turchia (Euro Qualifiers 2016)

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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