Il capro espiatorio

In una fresca serata di marzo si è consumata la cocente eliminazione dalla Champions League della Juventus di Andrea Pirlo.

Eliminazione che lascia in dote inevitabili strascichi polemici sui bilanci sulla gestione, non solo sportiva, della società bianconera.
La Champions League ha già avuto funzione catartica attraverso rivoluzioni tecniche che sono costate la panchina prima ad Allegri e poi a Sarri.

Troppo brutta la Juve dell’andata, arruffona (e sfortunata) quella del ritorno.
Ma sia detto in tutta onestà, gli organizzatissimi dragoni del Porto, nell’arco dei 210 minuti di gioco, hanno meritato il passaggio del turno.

I bianconeri avevano una missione piuttosto semplice (per qualificarsi bastava uno striminzito 1-0) che si complicava al termine di un primo tempo davvero indecifrabile.
La squadra di Pirlo era partita con grande ardore agonistico ma con il passare dei minuti Conceicao e i suoi sono riusciti a trovare le giuste contromisure e il Porto non disdegnava pericolose sortite offensive.

Il rigore di Oliveira consegnava agli ospiti un vantaggio pesante.
Nella ripresa, dopo il pareggio di Chiesa, la Juve incassava il gentile omaggio di Taremi che si faceva espellere ingenuamente.
Undici contro dieci, due gol per superare il turno e almeno quaranta minuti per cercare il sorpasso.

Minuti che diventavano settanta e la partita si allungava ai tempi supplementari.
Ma la Juve, come spesso accaduto in passato in Europa, si complicava la vita in maniera indiscriminata gettando alle ortiche una ghiotta occasione.

L’inspiegabile forcing degli ultimi minuti del secondo tempo, sembrava l’ennesimo errore di una serata nata male: con un uomo in più, la Juve avrebbe potuto gestire maggiormente il possesso palla, con meno frenesia, ben conscia che avrebbe avuto (al limite) ancora i supplementari per piazzare il colpo qualificazione.

Ma al termine della partita, tra musi lunghi, moccoli e cartelloni pubblicitari presi a calci, le responsabilità sono cadute (tutte o quasi) sulla serata no del giocatore più iconico, più pagato e anche più forte dell’intera rosa: Cristiano Ronaldo.

Scendere dal carro

Intendiamoci, Cristiano non ha giocato ai suoi livelli ed è stato sicuramente deficitario nell’arco dell’intero confronto ma le critiche sono sembrate davvero ingenerose.

Ronaldo (da novembre) ha giocato praticamente tutte le partite della Juve, saltando solamente l’impegno di Coppa Italia con la Spal e “riposando” contro la Lazio.

Gli infortuni di Dybala e Morata lo hanno costretto agli straordinari ma 20 gol in 22 partite in campionato e 4 in 6 Champions hanno dimostrato che il suo apporto è sembrato, se possibile, ancora più impattante che in passato.

Insomma, la mia teoria è che forse, Ronaldo sia arrivato a questa partita con il fiato corto e la coperta corta nel reparto offensivo non lo ha certo aiutato.
Con il senno del poi, forse sarebbe stato necessario allungare la panchina, acquistando un attaccante di scorta durante il mercato invernale.

La disperazione di Cristiano Ronaldo

GAP da colmare

Ronaldo è stato acquistato per colmare il gap in Europa, con l’obiettivo di vincere la Champions League: eppure l’effetto Ronaldo pare aver generato parecchie controindicazioni.

Se in campionato sono arrivati tre titoli in fila, in Europa l’effetto Ronaldo non si è fatto sentire: come sono lontani i discorsi sulle ricadute sul territorio, del campione “che si paga da solo con le magliette”, quello che “migliorerà i suoi compagni”.

Tra le prime voci stonate, la peggiore, a mio modesto avviso, è quella relativa alla mancata sostituzione del campione portoghese nella partita di ieri sera.
Chi più chi meno ha fatto bandiera di questa affermazione, durante e dopo la fine della partita.

Ronaldo non può essere sostituito? Sì, assolutamente. Ma non in una partita come quella di ieri sera.
Per lui parlano i numeri: nel 2018/19 segnò tutti e cinque i gol bianconeri tra ottavi e quarti (tripletta all’Atletico e due all’Ajax) mentre l’anno scorso realizzò una doppietta al Lione.
Non è passato un secolo da queste prestazioni di alto livello.

Ma Ronaldo non si può accantonare perché ha realizzato 67 gol nella fase ad eliminazione diretta (di cui 25 solo negli ottavi in 34 presenze).
Perchè con un Morata non al 100% (lo spagnolo ha divorato davvero due occasioni ghiotte, ndr), come si può pensare di privarsi del portoghese?
Un campione così, non si toglie mai (ma poi, per mettere chi?).

de senectute…

La celebre rovesciata allo Stadium

Forse bisognerebbe capire (e anche farlo capire a lui), che il tempo passa per tutti.
Che a 36 anni il declino fisico ha il volto di spunti non riusciti, velocità ridotta, avversari più giovani che ti pressano e ti raddoppiano.

Inoltre, contro il Porto, di palloni da battere a rete, quanti ne ha avuti Ronaldo? (uno, il colpo di testa largo).
Quindi oltre ad un discorso anagrafico, si aggiunge anche un discorso tecnico.
Vogliamo parlare degli ex compagni di squadra del portoghese e della Juventus che gli è stata costruita attorno?

de qualitate

In ordine sparso, mi vengono in mente alcuni dei suoi compagni in maglia merengue: Marcelo, Kroos, Modric, James Rodriguez, Isco, Benzema, Bale.
(e dimentico sicuramente qualcuno).
È vero, Ronaldo ha vinto spesso e volentieri da solo, in una estenuante gara con sé stesso, in un duello personale con i record, ma è altresì vero che al Real, la qualità c’era eccome.

Questa Juventus non ne ha, soprattutto a centrocampo.
Consideriamo che il giocatore più creativo offensivamente è un terzino non di ruolo come Cuadrado.
e giocatori in rosa, in grado di accendere a dovere il portoghese sembrano non essercene.
Lui, d’altro canto, forse dovrebbe peregrinare meno in giro per il campo e stazionare maggiormente dentro l’area, anche solo per sfruttare le sue doti aeree.

Ronaldo in maglia Real

Le parole di Paratici sul rinnovo di Ronaldo sono emblematiche.
L’all-in tentato con Higuain prima e con Ronaldo poi non ha portato i benefici sperati, creando, di fatto, un cortocircuito.
La Juve si è indebolita tecnicamente, nonostante abbia in rosa il miglior calciatore al mondo; si è indebitata economicamente con una operazione che (adesso, ovviamente) mostra tutti i suoi limiti.

I bianconeri hanno così dovuto puntare su giocatori a parametro zero (Ramsey e Rabiot), discreti mestieranti (Demiral, McKennie e Arthur), investimenti in prospettiva (Kulusevski, Chiesa e De Ligt).
Il sospetto è che la Juventus dovrà rivedere strategie economiche e tecniche, rifondando la squadra con una operazione di profondo restyling.

Sostenibilità e una fisiologica riduzione del monte ingaggi, appaiono l’unica via percorribile.
I dubbi sulla gestione restano e il riequilibrio dei conti sarà necessario, mantenendo la rosa competitiva: una sfida di tutto rispetto.

CHIOSA

Dopo averne magnificato le gesta, gli addetti ai lavoro hanno sostanzialmente scaricato il calciatore portoghese.
I media lo hanno messo subito in discussione, indicandolo come uno dei principali colpevoli della disfatta, alcuni hanno bollato l’operazione commerciale come fallimentare e altri hanno parlato di esperienza italiana oramai al capolinea.
Una serata storta può giustificare questa levata di scudi? Il dietro front generale di una stampa pronta a parlare bene anche del gatto malato del calciatore portoghese.

Credo che questo modo di fare informazione sia poco rispettoso e mostri davvero scarsissima memoria.
Gli appassionati non meritano una letteratura sportiva di questo genere e ridurre il discorso alla sola e unica ricerca del capro espiatorio, non mi è parso per nulla corretto.

Condannare Cristiano Ronaldo per una partita sbagliata, significa soprattutto raccontare male il gioco più bello del mondo.
L’equilibrio, a volte, è una follia.
L’onestà intellettuale, mera utopia.

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: