Il pensierino della sera – La Decima e don Carlo

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In principio era El Cholo. La storia l’aveva fatta una settimana fa, vincendo con merito una Liga straordinaria che nessuno avrebbe saputo pronosticare.
Ma proprio sabato sera scorso era stato posato il primo mattone per la sconfitta di stasera.
E il Cholo non lo sapeva.
Don Carlo, invece sapeva che quel mattone posto dai suoi avversari sarebbe stato fondamentale nell’andamento della partita di stasera.
Intendiamoci, niente spettacolo al Da Luz. La classica finale di Champions, bloccata, livida, fallosa, brutta.
Mettiamo nel calderone anche il fatto che non era una finale normale, ma era un derby e il derby non sarà mai una partita normale.
Mettiamo nel calderone uno degli errori più incredibili che un allenatore possa compiere: ovvero non decidere sull’impiego o meno di un giocatore, ma lasciare che sia il giocatore a farlo per lui. La sostituzione di Diego Costa dopo nemmeno dieci minuti, grida vendetta. Inaccettabile. Assurda. Incomprensibile.
Eppure, il goal di Godin su indecisione di Casillas aveva mandato all’aria i piani di Ancelotti e aveva illuso Simeone e i suoi di poter vivere di rendita rinunciando a piantare la banderilla decisiva sul toro madridista: francamente non so come avrebbero potuto farlo, visto che i Colchoneros non hanno mai tirato in porta nell’arco di centoventi minuti.
Eppure solo nel recupero, grazie ad uno stacco di testa imperioso di Sergio Ramos, arrivava il pareggio delle Merengues.
Meritato a mio avviso, per quanto visto in campo.
La partita è cambiata qui.
Nei supplementari, l’Atletico è apparso svuotato fisicamente e psicologicamente. Un po’ come nel tennis quando non chiudi i matchpoint, subisci la rimonta e perdi fragorosamente.
Il Real psicologicamente ha preso il sopravvento, ha macinato palloni e ha legittimato: forse il 4-1 è troppo largo, ma questa squadra aveva segnato 37 goal in 12 partite ed era francamente impensabile che stasera le merengues non segnassero nemmeno un goal.
Il bilancio del Real in tredici partite: un pareggio, una sconfitta, undici vittorie. 41 goal fatti. Capocannoniere con 17 reti, Cristiano Ronaldo.
Una squadra straordinaria che ha meritato ampiamente la vittoria finale.
Il sogno dell’Atletico si è appannato sabato scorso e si è cancellato al minuto 93 della finale di stasera.
Peccato per il lato romantico del gioco che dice, ancora una volta, che chi spende spesso vince.
Però stasera Simeone ha sbagliato troppo, i suoi erano cotti e brasati e le grandi motivazioni sono andate a infrangersi proprio nel momento in cui, se vuoi vincere, non puoi concedere calci d’angolo e calci di punizione a ripetizione.
In conclusione vince ancora una spagnola. Ma vince anche il nostro Ancelotti. Stasera anche un piccolo pezzo d’Italia può godere.
La Decima non è più un miraggio e il merito è anche suo.
Penso che sarebbe ora di chiedere a Don Carlo di venire ad allenare la Nazionale italiana.
Lo meriterebbe lui, lo meriteremmo noi.

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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