Le 32 protagoniste – Puntata no.10 – L’Inghilterra

La Squadra – Three Lions (I tre leoni)

L’Inghilterra di Gareth Southgate parte per Russia 2018 con il solito inquietante interrogativo: riusciranno i nipotini di Sir Bobby Charlton a replicare l’impresa del 1966?
Difficile immaginare che proprio questa sia la volta buona e rispetto alle edizioni passate nelle quali i “Maestri” potevano essere considerati nel lotto dei favoriti, questa è una spedizione che parte a fari spenti, senza proclami e con le migliori intenzioni.

Migliori intenzioni che, storicamente, vengono accantonate per lasciare spazio alle recriminazioni di ogni genere, con tanto di tabloid scatenati e tifosi delusi.
Specialità della casa, la grande creare aspettative su un calciatore che, puntualmente, fallisce l’appuntamento con la storia.
Sarà ancora una volta la storia dei Leoni bruscamente svegliati dai sogni dorati e catapultati in una realtà che li vede puntualmente tra le grandi delusioni della competizione?

Gareth Southgate

La qualificazione ai Mondiali di Russia è arrivata senza difficoltà: 8 vittorie e 2 pareggi, 18 gol all’attivo e solo 3 al passivo (ex aequo con la Spagna, miglior difesa delle qualificazioni) per avere ragione di Slovacchia, Scozia, Slovenia, Lituania e Malta.
Se consideriamo che due dei tre gol subiti sono arrivati in una partita sola, significa che in 8 match gli inglesi hanno mantenuto la porta inviolata.

Difficile prevedere quale sarà il cammino degli inglesi in Russia. Il girone con Belgio, Panama e Tunisia appare un ostacolo tutto sommato abbordabile e potrebbe rivelarsi un trampolino di lancio niente male.

C’è molto da lavorare per Gareth Southgate che arrivato nello scetticismo iniziale ha dimostrato di essere un tecnico preparato e concreto.
La sua Inghilterra potrebbe essere una mina vagante, l’outsider che non ti aspetti, ma l’obiettivo realistico potrebbe essere l’approdo ai quarti di finale.

I protagonisti

Harry Kane

La stella di Harry Kane è pronta a brillare nel cielo della Russia. Su di lui pende un infortunio occorsogli a marzo, ma la caviglia (già danneggiata in passato) dovrebbe guarire in tempo per la manifestazione iridata.

Ovviamente le speranze inglesi dipendono dalla forma e dalla vena realizzativa del loro miglior talento. Attaccante tecnicamente dotatissimo, abile nel gioco aereo, completo e spietato sotto porta, nelle ultime apparizioni con la casacca dei Tre Leoni ha addirittura indossato la fascia di capitano.
12 reti in 23 presenze in nazionale, a 25 anni Kane potrebbe essere uno dei grandi protagonisti di Russia 2018.

Ma andiamo nel dettaglio della formazione britannica.
Tra i pali il solito enigma a tinte fosche, una vera e propria maledizione che continua a perseguitare i portieri inglesi.

L’estremo difensore

Da Gordon Banks, passando da Clemence e Shilton, l’Inghilterra ha dovuto fare i conti con estremi difensori goffi, inadeguati o semplicemente non all’altezza: Calamity James, Seaman, Robinson, Green fino al non sempre irreprensibile Joe Hart, hanno scritto pagine negative per la nazionale d’Albione, soprattutto nelle fasi finali di Mondiali o Europei.

Jack Butland

Questa volta il paradosso è che Southgate ha l’imbarazzo della scelta per via del pokerissimo su cui può contare: Pickford, Pope, Butland, Hart e Forster.
I primi sono i più interessanti (e i più giovani) mentre Butland sembra il favorito per la maglia di no.1.
Hart e Forster sembrano solo una suggestione.

La difesa & il centrocampo

Perno centrale della difesa inglese ecco John Stones del Man City, sicuro titolare nel terzetto che vedrà probabilmente Walker come secondo titolare mentre Gomez appare favorito su Keane.
Singolare il fatto che Southgate abbia provato la difesa a tre nelle amichevoli post qualificazioni.
Tarkowski e Maguire sono in rampa di lancio e faranno parte della spedizione.

Davanti alla difesa ecco uno dei ballottaggi più interessanti: Kier e Henderson si giocano una maglia, ma se Southgate optasse per un modulo differente, non è escluso che entrambi possano giocare un ruolo fondamentale nella squadra inglese.
Dalla cintola in su la nazionale dei tre leoni diventa sicuramente più affascinante.

Attaccanti
Marcus Rashford

Rose e Trippier sulle fasce, Lingard e Oxlade-Chamberlain in mezzo, a sostegno delle due punte Kane e Sterling (o Rashford) che sembrano i favoriti per una maglia da titolare.
Del gruppo faranno parte i vari Lallana, Livermore, Welbeck e Vardy per completare un reparto offensivo che necessita dei goal del suo vero trascinatore, quell’Harry Kane, unico giocatore britannico in grado di fare la differenza.

I record dell’Inghilterra (clicca per vedere l’infografica)


Testa a testa – Il Gruppo F

Il girone F sembra essere uno dei più facili tra gli otto sorteggiati a Mosca nel dicembre scorso.
Inghilterra e Belgio paiono favorite, con i secondi favoriti dai bookmakers per il primo posto nel girone.
L’inizio morbido contro i tunisini e i panamensi (alla prima esperienza internazionale) decreterà, verosimilmente, una sorta di spareggio per la vittoria del girone F.
A questo punto, belgi e inglesi potrebbero fare qualche calcolo in più per scegliersi l’avversario e gli impegni della seconda fase.
Un inedito contro Panama, un remake di Francia98 contro la Tunisia e terzo match nella storia dei Mondiali contro il Belgio. I due incontri precedenti contro i Diavoli rossi sono stati combattuti e restano nella storia mondiale delle due nazionali.

Inghilterra v Tunisia
1 match disputato in Coppa del Mondo:

Inghilterra-Tunisia 2-0, Francia98, Gruppo G
Bilancio totale: 2 matches
Inghilterra 1 vittoria
Pareggi 1
Tunisia 0

Inghilterra v Panama
nessun precedente

Inghilterra v Belgio
2 match disputati in Coppa del Mondo:
Belgio-Inghilterra 4-4, Svizzera54, Gruppo 4
Inghilterra-Belgio 1-0, d.t.s, Italia90, Quarti di finale

Bilancio totale: 21 matches
Inghilterra 15 vittorie
Pareggi 5
Belgio 1 vittoria

Storie – Sembravo un jazzista

Sembrava un jazzista, aveva un talento sconfinato unito a un’ansia di autodistruzione.
Dino Zoff

Statemi bene a sentire, io ho sempre avuto bisogno di divertirmi. Fosse con una palla al piede su un campo di calcio, fosse ad una festa o in un pub, o a casa con amici e compagni di squadra.
Il problema è che non ho mai compreso la differenza tra divertimento ed eccesso, né il momento giusto per farlo.
Ho fatto casino, sempre. Ho avuto una vita complicata, o meglio, mi sono complicato la vita.

Però sono ancora qui a raccontarvela. Io sono Gazza, al secolo, Paul John Gascoigne.

Gli inizi

Papà lavorava in fabbrica e vivevamo a Gateshead in un monolocale con il bagno in comune con le altre famiglie dello stabile.
Erano più le botte delle carezze e l’alcol non mancava mai.
Non ho avuto una infanzia facile e non è certo una scusa per quanto accaduto nella mia vita.
Intorno ai dieci anni sono seguito da uno psicologo e rubo nei negozi, a quindici sono dipendente dalle slot e bevo vodka.

Mi bocciano ai provini con l’Ipswich, il Middlesbrough e il Southampton ma il Newcastle mi tessera e i tifosi mi affibbiano un simpatico nickname che diventerà il mio marchio di fabbrica: Gazza.
Le gazze (Magpies) è il soprannome del Newcastle, divisa bianco-nera, con cui esordisco in Premier a diciotto anni.
Corro in maniera caracollante, sbilancio gli avversari a forza di finte, non sono elegante e aggraziato, mi aggiro per il campo con l’andamento di una gazza, appunto.

“He’s fat, he’s round, he bounces on the ground”
Coro dei tifosi del Newcastle per Gascoigne

Quando mi trasferisco al Tottenham agli ordini di Venables, spicco il volo: gioco, segno, faccio assist, ma non mi allontano dalla follia, anzi.
Tanti dribbling e tante giocate di classe ma anche un tocco di troppo alle parti basse dell’arbitro Courtney. I tifosi avversari mi sfottono, mi lanciano degli snack, io li raccolgo e li mangio. Mi danno del ciccione ma benedico tutti con sorrisi e con qualche gesto irriverente.
Uno scherzo su tutti. Allenamento. Tiro di un compagno e palla che finisce nel bosco. “Continuate, vado io.” Loro continuano, poi cala il buio, qualcuno si preoccupa e dopo 24 ore, al termine dell’allenamento del giorno dopo, sbuco dal bosco e urlo: “Finalmente l’ho trovata!”.

La Lazio, Zoff e gli scherzi da prete

A Roma ho dato il meglio di me. Non tanto in campo dove per via di qualche infortunio di troppo resto spesso fuori, ma per quello che combino a compagni e mister.
Ho un repertorio talmente vasto fatto di scherzi, rutti e scorregge, trovate folli che alla fine tutti mi vogliono bene.
Zoff in particolare.

Ne combino alcune che entrano negli annali. Faccio pipì sui compagni di squadra mentre il massaggiatore li tratta sul lettino, faccio la cacca nei loro calzettoni, mi travesto da scemo, faccio ridere chiunque.
Una volta chiedo a Corino di passare a prendermi per andare all’allenamento.
Gli dico “Togliti la giacca, rilassati. Io mi preparo e andiamo.”
Poi gli fotto le chiavi dell’auto, esco dal retro e vado a Formello. Quando arriva Corino, io urlo a Zoff: “Mister è in ritardo! Multa, multa!!”.

Una volta, mentre ci stavamo trasferendo in pullman, prendo un giornale e mi siedo vicino a Zoff.
Il bus entra in galleria e quando si torna alla luce del sole, sono intento a leggere il giornale, ma sono tutto nudo: i miei compagni muoiono dalle risate mentre il mister mi urla di tutto.
Sono fatto così. Una volta Zeman entra in un bar, erano le nove del mattino e prende un caffè.
Dall’altro capo del bancone ci sono io con una pinta di gin. “Mister, tutto bene?”.

La mia carriera continua tra alti e bassi. Quando arrivo ai Rangers sono un uomo nuovo. Ho perso parecchi chili ma non la voglia e il gusto dello sberleffo. Solo che, non dimenticatelo mai, non conosco misura.
Un giorno durante un Old Firm, il derby tra i cattolici del Celtic e i Rangers, la squadra protestante, vado sotto la curva dei biancoverdi e imito un flauto con le mani, fingendo di suonarlo.
Non è forse una grande idea quella di mimare la sfilata annuale dei protestanti orangisti dell’Irlanda del Nord proprio sotto la curva degli Hoops?
Dagli spalti mi urlano di tutto, qualcuno vorrebbe ammazzarmi. Mi arrivano minacce di morte.

Il declino

Le donne, il matrimonio, le botte, l’alcol. Un lungo flusso di coscienza. Se stessi ad elencare le mie dipendenze e i miei problemi non la finiremo mai.
Sarebbe drammatico rivangare i miei problemi con mia moglie, l’amicizia con Jimmy Cinquepance e quel matrimonio folle che si concluse tra sesso e accuse di violenza.

E poi c’è la dentist chair che nel 1996 ripropongo insieme ai miei compagni di nazionale, dopo quel meraviglioso goal contro la Scozia.
Dribbling ubriacanti, sombrero di sinistro e goal al volo di destro.
Io mi butto a terra e Shearer, McManaman e Redknapp mi svuotano in gola una borraccia d’acqua: peccato che sulla “sedia del dentista”, ad Hong Kong, in tourneé prima degli Europei c’erano spogliarelliste (si mormora anche di una serata londinese, precedente, con una Spice Girls, ndr) e qualche calciatore decisamente sopra le righe.
La versione originale della sedia del dentista prevede che ti buttino in gola tequila più Drambuie e non acqua.
Per i media, quella di Hong Kong resterà la notte più buia del calcio inglese.

Il mio declino è inarrestabile. Perdo i Mondiali del 1998, gli infortuni si fanno sentire. Ho bisogno di soldi e volo in Cina. Dopo pochi giorni rilascio la seguente dichiarazione:

In questi giorni ho mangiato di tutto: teste d’anatra, teste di pollo, zampe di gallina, pipistrelli e altre amenità. Secondo me, se continuo con questa dieta, finirò per volare.
Paul Gascoigne

La mia esperienza cinese non dura molto. Viaggio e mi sposto alla ricerca di ingaggi importanti. Ho sempre più bisogno di soldi perché ho sperperato tutto dietro le mie debolezze, i miei problemi, le mie dipendenze.
Ho problemi di bulimia, problemi con il fisco, bevo come una spugna (una volta ho bevuto quattro bottiglie di brandy prima di una partita), ho seri problemi con la cocaina, con la Red Bull (ne bevo 40-50 lattine al giorno), bevo anche sciroppi per la tosse, picchio fotografi, investo tifosi, sono depresso e continuo a fallire le cure riabilitative per uscire dall’alcol.
Tento più volte il suicidio.
Non mi trovano per qualche giorno. Tutti pensano al peggio. Oramai, qualcuno dice, è finita.
E invece no. Perché nonostante tutto, io sono sempre il ragazzo che fa gli scherzi ma che dalla vita, di scherzi, non ne vuole subire più.
In più, io sono Gazza Gascoigne. 

Qualunque cosa faccia nella vita deve essere divertente: se non lo è vuol dire che ho fallito.
Paul Gascoigne

I convocati dell’Inghilterra a Russia2018

PORTIERI — Jack Butland (Stoke), Jordan Pickford (Everton), Nick Pope (Burnley)

DIFENSORI — Trent Alexander-Arnold (Liverpool), Gary Cahill (Chelsea), Kyle Walker, John Stones (Manchester City), Harry Maguire (Leicester), Kieran Trippier, Danny Rose (Tottenham Hotspur), Phil Jones, Ashley Young (Manchester United)

CENTROCAMPISTI — Eric Dier, Dele Alli (Tottenham Hotspur), Jesse Lingard (Manchester United), Jordan Henderson (Liverpool), Fabian Delph (Manchester City), Ruben Loftus-Cheek (Chelsea)

ATTACCANTI — Jamie Vardy (Leicester), Marcus Rashford (Manchester United), Raheem Sterling (Manchester City), Danny Welbeck (Arsenal), Harry Kane (Tottenham)

RISERVE — Tom Heaton, James Tarkowski (Burnley), Lewis Cook (Bournemouth), Jake Livermore (West Brom), Adam Lallana (Liverpool)

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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