Le 32 protagoniste – Puntata no.12 – La Nigeria

La Squadra – Super Eagles (Le Super Aquile)

La Nigeria è approdata alla Coppa del Mondo di Russia dopo aver superato il modesto Swaziland nel secondo turno di qualificazione. Il girone B, terzo e ultimo turno della zona africana, era il cosiddetto Girone di Ferro, nel quale le Super Aquile hanno recitato il ruolo di schiaccia sassi.
Mai in dubbio la leadership del raggruppamento di cui facevano parte Camerun, Algeria e Zambia.
I nigeriani hanno dominato tra le mura amiche (tre successi su tre) e raccolto un successo e due pareggi fuori casa: con dodici reti all’attivo (e appena quattro subite), la compagine allenata da Gernot Rohr (in sella dal 2016) è stata l’undicesima nazionale a qualificarsi (sul campo) per la manifestazione iridata.

Gernot Rohr
Gernot Rohr

Obiettivo della nazionale tutta verde è stupire. Superare il turno nel cosiddetto “Girone di Ferro” rischia di diventare una impresa di un certo livello, considerando il valore della rosa nigeriana comparato a quelli di Argentina, Croazia e Islanda.

Sicuramente non un compito facile per una squadra piuttosto giovane che non riesce a far confluire il grande talento proveniente dalle squadre under, vero fiore all’occhiello della federazione nigeriana: basti pensare che la Nigeria detiene il record di successi nei Mondiali U17 (5 vittorie, 3 secondi posti) e due secondi posti in quello U20.
Sintomo che la crescita non va di pari passo con i successi e non porta risultati significativi alla nazionale A che può vantare gli ottavi come miglior prestazione in una fase finale della World Cup.

Cosa aspettarci dalla Nigeria? Difficile ripetere i fasti di USA94 anche perché quella generazione non ha eguali. La rosa appare modesta e solo qualche giocatore ha l’esperienza necessaria per affrontare una competizione difficile come è il Mondiale.
Attenzione però alla voglia di mettersi in mostra, di cercare contratti importanti e di stupire.
Potrebbero questi gli atout in grado di fare la differenza.

I protagonisti

John Obi Mikel

Trentun anni, esperto, talentuoso, John Obi Mikel sarà sicuramente il faro della spedizione nigeriana in Russia.
Attorno al centrocampista ex Chelsea (in rotta con Antonio Conte per la sua partecipazione a Rio 2016) ruotano le speranze di un intero paese. E’ lui il leader, nonché capitano, della Nigeria, è lui l’elemento di maggiore esperienza, in forza ora al Tianjin Teda (campionato cinese) dopo i tanti anni in Premier alle dipendenze del terribile Uli Stielike.

Nell’undici titolare il rebus portiere, con Uzoho, 19enne che ha giocato le ultime partite amichevoli, mentre Ezenwa, Ajiboye e Akpeyi sono più esperti e la scelta potrebbe ricadere sul primo dei tre appena elencati.
La linea difensiva è schierata a 3 o a 4 elementi, Rohr ha già testato il 5-3-2 con esterni molto bassi e il 4-2-3-1 che è stato usato in partite contro avversari più abbordabili.

In ogni caso ecco i centrali Idovu (anche terzino), Troost-Ekong e Awaziem, con Balogun che si candida per una maglia. Elderson Echiéjilé e Omeruo sono i “senatori” del reparto e difficilmente il tecnico Rohr si priverà dei loro servigi.
Gli esterni Ebuehi o Shehu a destra mentre a sinistra spinge Aina, con Idovu a fare una bella staffetta a sinistra.

Dalla cintola in su

A centrocampo il meglio. Già detto di Obi Mikel, con Onazi (ex Lazio), Obi (Torino) e Ndidi del Leicester, il reparto nevralgico sembra coperto a perfezione. Il continuo rimescolio e il massiccio turnover nelle amichevoli pre mondiale hanno nascosto le scelte del tecnico tedesco Rohr.
Victor Moses è l’uomo per tutte le stagioni: centrocampista esterno o difensore a destra (vedi nel Chelsea di Conte), ma all’uopo anche seconda punta e sarà sicuramente uno dei titolari.

Kelechi Iheanacho

Nel settore offensivo, attenzione all’attaccante del Leicester Kelechi Iheanacho, ex City, e alla pattuglia di “italiani” Ighalo (un passato poco glorioso a Udine) e Simy, gigante del Crotone, che grazie ad uno straordinario finale di stagione potrebbe convincere Rohr a convocarlo.
Alex Iwobi è il quarto incomodo, gioca nell’Arsenal e può fungere, se necessario, da trequartista.

La Nigeria ha battuto Argentina (4-2) e Polonia (1-0) nelle amichevoli disputate tra novembre e marzo e si appresta ad un tour de force che prevede gli incontri con Congo, Inghilterra e Rep. Ceca, oltre ad una suggestiva partita contro l’Atletico Madrid.

I record della Nigeria (clicca per vedere l’infografica)


Testa a testa – Il Gruppo D

Il gruppo D è sicuramente il girone più complicato degli otto sorteggiati a Mosca nel dicembre scorso.
La Nigeria affronterà la coriacea Croazia in uno di quei match da dentro/fuori che tanto sanno di prima e ultima spiaggia.
Perdere significherebbe arrivare a giocarsi molto, se non tutto, nell’inedita sfida contro l’Islanda.
Terzo e ultimo impegno del girone, una classica degli ultimi mondiali: Argentina-Nigeria. Primo incontro nel 1994 e ultimo incontro nel 2014: quattro vittorie argentine e zero successi africani.
A livello di nazionali olimpiche, i nigeriani invece hanno colto un successo memorabile proprio contro l’Argentina, nella finale di Atlanta del 1996 in cui si laurearono campioni olimpici.

Nigeria v Croazia
nessun precedente

Nigeria v Islanda
Bilancio totale: 1 matches
Nigeria
Pareggi –
Islanda 1 vittoria

Nigeria v Argentina
4 matches disputati in Coppa del Mondo:
Nigeria-Argentina 1-2, USA94, Gruppo D
Nigeria-Argentina 0-1, Corea/Giappone2002, Gruppo F
Nigeria-Argentina 0-1, Sudafrica2010, Gruppo B
Nigeria-Argentina 2-3, Brasile2014, Gruppo F
Bilancio totale: 8 matches
Nigeria 2 vittorie
Pareggi 1
Argentina 5 vittorie


Storie – Ad un passo dalla storia

Faceva caldissimo quella sera a Torino. E faceva ancora più caldo al fu Foxboro stadium di Boston per la partita degli ottavi di finale del Mondiale americano. Nigeria contro Italia, una novità assoluta per la competizione e per la storia delle due nazionali.

La golden generation nigeriana ha sfornato tutti i suoi assi contemporaneamente. Prima qualificazione ad un mondiale e girone D vinto grazie ai successi su Bulgaria e Grecia e alla sconfitta contro l’Argentina, spaventata a dovere dal gol fulmineo di Siasia.
Gli azzurri invece hanno dovuto sudare parecchio per venire a capo di un girone tutto sommato abbordabile, complicato più dagli eventi che dal reale valore degli avversari: sconfitta inattesa contro l’Irlanda, vittoria (in 10 contro 11) sulla Norvegia e scialbo pareggio contro il Messico.
Ci qualifichiamo come 16esima squadra su 16, ripescati tra le migliori terze.

La partita

Il calcio africano fa paura. I nigeriani sono fisici, corrono molto e non patiscono le temperature americane.
I nostri, imbrigliati dalle teorie sacchiane, faticano parecchio. Bel gioco non se ne vede e a tenere banco sono (come al solito) le polemiche attorno a giocatori e scelte tecnico-tattiche.
Agli ordini dell’arbitro messicano Brizio Carter ad un’ora infernale, le 13 locali, gli azzurri di bianco vestiti comandano le operazioni.

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Le SuperAquile allenate dall’olandese Westerhof si difendono e ripartono in contropiede. Roberto Baggio viene marcato a uomo dal giocatore più tecnico della nazionale nigeriana, quel Sunday Oliseh che ben conosciamo per aver militato.
Ne viene fuori una partita bruttina, che si sblocca per un errore.
C’è un calcio d’angolo per la Nigeria. Batte Finidi a rientrare. Sul cross, innocuo, tre difensori azzurri latitano: la palla sbatte contro Paolo Maldini che serve involontariamente Amunike.
Tocco delizioso sull’uscita di Marchegiani e Nigeria in vantaggio.

I nostri non si disuniscono ma faticano terribilmente e finiscono per avvitarsi, andando a sbattere contro il palo nella miglior occasione costruita (tiro di Dino Baggio).
I nigeriani ormai fanno accademia, palleggiano in sicurezza, danno l’impressione di voler gestire e di non affondare, lasciandosi andare con tocchetti e tacchetti eccessivi che lasciano in partita i nostri.

Pizzul ci dà per spacciati più di una volta. La panchina azzurra è pietrificata, Sacchi prova a scuotere i nostri ma sembra proprio che non ci sia più niente da fare.
e siamo in 10 per la folle decisione della giacchetta nera che espelle Zola in maniera inaspettata e ingiusta.
Ma ecco che quando tutto sembra perduto, la stella di Sacchi si ricorda ancora una volta di lui e della squadra che il romagnolo allena.

Resurrezione

Donadoni verticalizza per Mussi che da destra, scende, si accentra e vince un rimpallo. Palla bassa per Roberto Baggio che arriva a rimorchio e con un piatto destro chirurgico infila nell’angolino dove Rufai non può arrivare.
Il cronometro segna 88′, l’Italia è ancora viva grazie al suo giocatore più carismatico, contestato e criticabile per le partite (non) giocate in terra americana.
Una specie di resurrezione, in stile Pablito Rossi a Spagna 82: da ectoplasma a trascinatore in un amen.

Andiamo ai supplementari e tiriamo a campare verso i tanto agognati rigori, anche perché Mussi ha i crampi e siamo praticamente in nove.
Però è ancora una volta Roberto Baggio a trascinarci fuori dai guai: scavino sotto per Benarrivo che entra in area e viene affossato da Eguavoen. Rigore che il Divin Codino realizza con brivido, pizzicando il palo interno ma spiazzando Rufai.

R. BAGGIO 7,5
Fa condividere il suo karma all’ Italia intera: la sofferenza. Poi pesca il diamante nel Mondiale già buttato, dimenticando Oliseh che lo marca a uomo, praticamente a tutto campo. Quando l’arbitro chiude gli occhi sul suo affondamento in area nel primo tempo è già aria di lento ritorno a casa, ma lui si ribella e prende per il codino l’Italia tutta. Due gol per ricominciare.
Il Corriere della Sera del 06/07/1994

La Nigeria esce dal Mondiale con il rimpianto di non aver piantato la banderilla sul torello italiano ma quella squadra guidata da Oliseh, Finidi, Amokachi, Yekini e dal genio di J.J.Okocha sarà il primo seme di un movimento capace di germogliare e  vincere le Olimpiadi del 1996.

Tabellino
5 luglio 1994, Boston
Italia-Nigeria 2-1 d.t.s.
Reti: 26’ Amunike, 88’ e 102’ rig. R. Baggio
Italia: Marchegiani, Mussi, Benarrivo, Albertini, P. Maldini, Costacurta, Berti (46’ D. Baggio), Donadoni, Massaro, R. Baggio, Signori (63’ Zola). Ct: A. Sacchi.
Nigeria: Rufai, Eguavoen, Emenalo, Oliseh, Okechukwu, Nwanu, Finidi, Okocha, Yekini, Amunike (57’ Oliha), Amokachi (35’ Adepoju). Ct: C. Westerhof.
Arbitro: Brizio Carter (Messico)
Ammoniti:
Michael Emenalo (Nga) 2′, Daniele Massaro (Ita) 6′, Alessandro Costacurta (Ita) 29′, Mutiu Adepoju (Nga) 41′, Sunday Oliseh (Nga) 53′, Chidi Nwanu (Nga) 58′, Giuseppe Signori (Ita) 60′, Dino Baggio (Ita) 62′, Paolo Maldini (Ita) 80′

Espulso:
Gianfranco Zola (Ita) 75′
 

I convocati della Nigeria a Russia2018

Portieri: Ikechukwu Ezenwa (Enyimba), Daniel Akpeyi (Chippa United), Francis Uzoho (Deportivo Fabril)

Difensori: William Ekong (Bursaspor), Leon Balogun (Mainz), Ola Aina (Chelsea), Kenneth Omeruo (Kasimpasa), Bryan Idowu (Amkar Perm), Chidozie Awaziem (Nantes), Abdullahi Shehu (Bursaspor), Elderson Echiejile (Cercle Brugge) , Tyronne Ebuehi, (Lokomotiv Plovdiv)

Centrocampisti: John Obi Mikel (Tianjin Teda), Ogenyi Onazi (Trabzonspor), John Ogu (Hapoel Be’er Sheva), Wilfred Ndidi (Leicester City), Oghenekaro Etebo (Las Palmas), Joel Obi (Torino), Mikel Agu (Bursaspor)

Attaccanti: Odion Ighalo (Changchun Yatai), Ahmed Musa (Leicester), Victor Moses (Chelsea), Alex Iwobi (Arsenal), Kelechi Iheanacho (Leicester City), Moses Simon (KAA Gent), Simeon Nwankwo (Crotone)

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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