Le 32 protagoniste – Puntata no.13 – Il Costa Rica

La Squadra – Los Ticos

Il Costa Rica è oramai una realtà consolidata nel panorama centroamericano e la sua presenza alla Coppa del Mondo è una certezza, basti pensare che la Roja si è qualificata per cinque delle ultime sei edizioni.

Una qualificazione arrivata al termine dell’Hexagonal che ha visto il Costa Rica sempre nei primi tre posti e se consideriamo che nel turno precedente i costaricensi hanno fatto la voce grossa lasciando per strada solo due punti, si intuisce facilmente che la squadra allenata da Oscar Ramirez non si possa più considerare come una novella Cenerentola, bensì sia necessario prenderla con le pinze, anche perché la nazionale del Costa Rica è attesa ad una serie importanti di conferme.

Óscar Ramírez

Sarà molto difficile ripetere il Mondiale brasiliano, nel quale i Ticos vinsero il loro girone mettendo in riga la bellezza di 7 titoli mondiali (Uruguay, Italia e Inghilterra) fino a spingersi alle soglie di una inaspettata semifinale, sconfitti in extremis dall’Olanda (e solo ai calci di rigore).

Sulla panchina del Costa Rica siede da tre anni Oscar Ramirez, ex centrocampista della nazionale e del Saprissa (il club più titolato del paese).
I risultati sono dalla sua parte 11 sconfitte su 41 match giocati, 20 vittorie all’attivo per un ruolino di marcia che ha subito una brusca frenata con 4 stop nelle ultime 5 partite disputate.
Cosa attenderci dal sempre sorprendente Costa Rica? Difficile a dirsi ma lo zoccolo duro della nazionale centroamericana è collaudato e pronto ad una ennesima sorpresa.

I protagonisti

Keylor Navas

Il più carismatico calciatore costaricense è, senza dubbio alcuno, il portiere del Real Madrid, Keylor Navas.
Titolare inamovibile, uomo di grande esperienza, portiere di assoluto livello, protagonista di una straordinaria edizione della Coppa del Mondo nel 2014, sarà lui il punto di riferimento della nazionale del Costa Rica.

Con lui, il castigatore della nazionale italiana, quel Bryan Ruiz che ha seminato più rimpianti che gloria, nell’arco di una carriera che sarebbe potuta essere diversa e migliore.
Talento purissimo, capitano della nazionale, il 10 costaricense, in forza ai portoghesi dello Sporting, a 32 anni potrebbe essere all’ultima recita sul palcoscenico internazionale.

Di sicuro il Costa Rica partirà dai suoi senatori, Navas, Ruiz, Acosta, Gamboa, Umana, Bolanos e Borges, magari non tutti titolari ma uomini esperti in grado di dare il loro contributo nell’arco di una manifestazione così difficile.

La Rosa
Bryan Ruiz

Il processo di ringiovanimento segna il passo. La rosa centroamericana punta sull’esperienza anagrafica e su differenti esperienze accumulate in giro per il mondo, basti considerare che dalle ultime convocazioni, solo 6 giocatori su 23 militano nella serie A costaricense (e due di questi sei sono il secondo e il terzo portiere).
Esperienze accumulate in giro per il mondo, in cui i calciatori del Costa Rica hanno mostrato le loro grandi qualità e il loro spirito di adattamento: son ben 10 i campionati che vanno dall’Italia alla Svezia, passando per Canada e Stati Uniti, Spagna e Colombia in cui militano giocatori della Seleccion.
L’età media sarà tra le più alte tra quelle delle altre nazionali, ma questo non sembra essere un handicap per la squadra di Ramirez.

Andiamo a vedere come si schiererà presumibilmente la squadra costaricense.
Il 5-4-1 prevede Navas tra i pali, con Pemberton e Moreira di rincalzo.
La linea difensiva a 5 è così composta: Gonzalez (stagione non indimenticabile per lui che in quel di Bologna è rimasto spesso fuori per scelta tecnica), Acosta e Duarte al centro, mentre a destra agisce Gamboa e a sinistra Oviedo.

Joel Campbell

A centrocampo Perez e Borges insidiati da Yeltsin Tejeda e Rodriguez con Ruiz pronto ad assecondare i movimenti dell’unica punta Venegas (o Umana).
Se il Costarica optasse per le due punte, ecco aprirsi una porta per il talentuoso Campbell (ad un passo dal Palermo qualche anno fa) e persosi tra mille prestiti e qualche infortunio di troppo dopo il periodo all’Arsenal.

I record della Costa Rica (clicca per vedere l’infografica)


Testa a testa – Il Gruppo E

“Siamo sempre lì: se non sei brasiliano o argentino, se non vieni da un paese con tradizione, ti considerano un pezzente”.
Bora Milutinovic

Il gruppo E appare piuttosto duro per la Sele.
La prima partita contro la Serbia potrebbe essere un buon trampolino di lancio per via di un pronostico difficile sì, ma non chiuso in partenza.
Cosa che invece sembra essere del secondo impegno contro i Pentacampeao del Brasile. Due gli incontri durante la fase finale dei Mondiali, due le vittorie dei verdeoro.
Terzo impegno, quello con la Svizzera. La squadra centroamericana dovrà stupire partendo sempre dalla sua grande capacità difensiva (2 gol subiti nelle 5 partite del Mondiale brasiliano).

Costa Rica v Serbia
nessun precedente

Costa Rica v Brasile
10 partite giocate di cui 2 nella fase finale della Coppa del Mondo
Brasile-Costa Rica 1-0, Italia 1990
Costa Rica-Brasile 2-5, Corea/Giappone 2002
Bilancio totale: 10 matches
Costa Rica 1 vittoria
Pareggi –
Brasile 9 vittorie

Costa Rica v Svizzera
Bilancio totale: 2 matches
Costa Rica 1 vittoria
Pareggi –
Svizzera 1 vittoria


Storie – Quella volta che Bora allenò il Partizan ai Mondiali

Johannesburg, 2010. Campionati del mondo, International Broadcasting Center.
Incontro, per caso, Bora Milutinovic. Lo saluto, foto di rito, e due chiacchiere in italiano.
E’ cittadino del mondo, Velibor, detto Bora, Milutinovic. Lo ha girato in lungo e in largo, ha allenato ovunque, anche in Italia a Udine.
Ha allenato i più piccoli, le Cenerentole, le squadre più deboli e le ha portate a risultati straordinari.

Tra le tante favole di cui Bora è protagonista c’è quella del piccolo Costa Rica.
E’ il 1990. I centroamericani si qualificano per la prima volta al Mondiale che si svolgerà in Italia.
Il girone, diviso a metà tra Torino e Genova, è composto da Brasile, Scozia, Svezia e Costa Rica.
Ovviamente la Seleccion è l’indiziata numero uno alla quarta piazza: tutti immaginano tre partite, tre sconfitte e il solito discorso trito e ritrito “essere qui è già una vittoria.”

C’è chi dice no

Alla prima partita contro la Scozia, il mondo si accorge del piccolo Costa Rica. Finisce 1-0 al termine di una partita che i centroamericani giocano in maniera perfetta.
Il gol di Cayasso è frutto di una azione da stropicciarsi gli occhi.

La sfida con il Brasile è chiusa dal pronostico. Nessuno, nemmeno il più ottimista o il più folle degli appassionati di calcio potrebbe pensare ad un risultato diverso dalla sconfitta, magari larga, contro i verdeoro.
E la sconfitta arriva puntuale ma non è un disastro, anzi, se vogliamo dirla tutta, il Costa Rica dimostra di essere qualcosa di più di una Cenerentola capitata per caso al gran ballo.

Brasile-Costa Rica 1-0

Il punto però è un altro. Perché il Costa Rica gioca in maglia bianconera?
E ritorniamo per un attimo a Johannesburg e a quel freddo giorno di giugno.
Mentre chiacchiero con Milutinovic, mi ricordo di quell’aneddoto curioso. “Allora Signor Milutinovic, perché il Costa Rica giocò a Torino, contro il Brasile, con delle strane maglie bianconere?”
Lui mi guarda e dice:”E tu come fai a ricordartelo?”
Avevo quindici anni. Non proprio un bambinetto, diciamo.
“Adesso ti racconto.”

L’aneddoto

“Il nostro sponsor tecnico non ci aveva dato molte maglie. Nel primo match utilizzammo la prima maglia, quella rossa, con la Scozia. Poi avevamo necessità di cambiarle ma io volevo giocare con una divisa simile a quella del mio Partizan.
Allora chiamai Luca di Montezemolo che mi diede il numero di telefono di Boniperti. Il presidente fu gentile e ci recapitò 44 divise bianconere. Non erano quelle della Juve, ma erano molto simili.
Quando entrammo dentro lo stadio Delle Alpi, tutti i tifosi italiani iniziarono a gridare:”Juve! Juve!”. Portarono bene. Facemmo una grande figura contro il Brasile e battemmo la Svezia.
Ci qualificammo per la seconda fase e la storia finì.”

Ed ecco che Bora mi saluta e se ne va, proprio come il vento che muove gli alberi.
Qualche anno dopo, nel 2014, la federazione costaricense ristampa la storica maglia bianconera ispirata all’antico Club Sport La Libertad fondato nel 1905.
E nel 1990 fu un omaggio? Il mistero resta. Qualcuno criticò Milutinovic e i suoi ragazzi di essers i voluto ingraziare il pubblico di fede juventina. Può darsi come no e in ogni caso bisognava tirare l’acqua al piccolo mulino costaricense.
Funzionò.

I convocati del Costa Rica a Russia2018

Portieri: Keylor Navas (Real Madrid), Patrick Pemberton (Alajuelense), Leonel Moreira (Herediano)

Difensori: Cristian Gamboa (Celtic), Ian Smith (Norrköping), Ronald Matarrita (New York City), Bryan Oviedo (Sunderland), Óscar Duarte (Espanyol), Giancarlo González (Bologna), Francisco Calvo (Minnesota United), Kendall Waston (Vancouver Whitecaps), Johnny Acosta (Águilas)

Centrocampisti: David Guzmán (Portland Timbers), Yeltsin Tejeda (Losanna), Celso Borges (Deportivo), Randall Azofeifa (Herediano), Christian Bolaños (Deportivo Saprissa), Rooney Wallace (New York City), Daniel Colindres (Deportivo Saprissa), Bryan Ruiz (Sporting)

Attaccanti: Joel Campbell (Real Betis), Johan Venegas (Deportivo Saprissa), Marco Ureña (Los Ángeles FC)

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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