Le 32 Protagoniste – Puntata no.16 – Bosnia-Erzegovina

LA SQUADRA – (ZMAJEVI, LJLJANI, ZLATNI LJILJANI; I DRAGONI, I GIGLI DORATI)

La cenerentola al gran ballo, con il pass da debuttante, ma con un pedigree di tutto rispetto: chi pensa di sottovalutare i bosniaci, si sbaglia e anche di grosso.
Qualificata come prima del girone G europeo, la nazionale allenata dalla grande gloria Safet Susic, si affaccia al suo primo grande appuntamento con la voglia di stupire.
Attacco esplosivo e difesa blindata (30 fatti e 6 subiti, nelle 10 partite di qualificazione), una sola sconfitta in un girone non complicatissimo ma comunque dominato senza troppi patemi.

I dragoni si presentano con un 4-4-2 molto classico che vede Begovic, in forza allo Stoke city, tra i pali: occhio ai rinvii del portiere bosniaco che quest’anno ha segnato addirittura un goal in Premier League.

La linea difensiva prevede da sinistra a destra, l’ottimo Kolasinac dello Schalke, la cerniera centrale formata da Bicakcic e dal capitano Spahic, mentre a destra c’è Mujdza con l’incognita di una serie incredibile di infortuni che rischiano seriamente di fargli saltare l’appuntamento brasiliano.
A centrocampo si intravedono nomi conosciuti e qualitativamente importanti. Partiamo con il faro della nazionale bosniaca, quel Miralem Pjanic oggetto del desiderio di mezza Europa (di lui parlerò in seguito) che con Misimovic forma una delle coppie più interessanti tra gli interni di centrocampo. Sulle fasce il laziale Lulic e Medunjanin partono in grande vantaggio su Salihovic e Ibricic.
Da segnalare il nome di Tino-Sven Susic, nipote del Ct, per lui è possibile una convocazione ed un posto tra i 23.
L’attacco è il punto di forza della nazionale bosniaca. Edin Dzeko è il bomber incontrastato, sponda preziosa per gli inserimenti della seconda punta e dei centrocampisti, spietato goleador abilissimo nel gioco aereo ma capace di calciare in porta con entrambi i piedi.
Spesso accostato a numerosi club italiani, continua a giocare nel Man. City dove nonostante un utilizzo non sempre costante, segna con buona regolarità.
Suo il goal del temporaneo 2-2 (che poi diventerà 3-2) in uno dei finali più emozionanti di tutti i tempi della Premier League: City campione al 94esimo dopo una rimonta emozionante, correva l’anno 2012.
Al suo fianco il rapidissimo Vedad Ibisevic, una carriera da giramondo, trentanni e tanti goal nel suo bagaglio.
Esploso nell’Hoffenheim, nel momento di maggior splendore da capocannoniere della Bundesliga 2009, ha subito un grave infortunio che ne ha, di fatto, bloccato la crescita.
Ora, a 30 anni, corona il sogno di giocare un Mondiale da protagonista.
A completare il reparto offensivo, con scarse probabilità di giocare c’è Hajrovic del Galatasaray.
Inclusa nel girone F con Argentina, Iran e Nigeria, potenzialmente può arrivare agli ottavi senza troppi problemi. Da lì in avanti si apriranno scenari forse troppo grandi per la piccola Bosnia. Sognare e volare con la fantasia però, non costa niente.

LA STELLA – MIRALEM PJANIC

Nativo di Tuzla, cittadino del mondo, poliglotta per necessità, centrocampista di classe cristallina.
Tutto questo e molto di più è Pjanic, artista dell’assist, interno di centrocampo e trequartista all’uopo. Cresciuto in Lussemburgo, trasferitosi in Francia dove avviene la sua esplosione con il Lione.
Il resto è storia recente. Da tre anni a Roma, sponda giallorossa, da reietto ad eroe nel giro di una stagione: forse qualcuno ha la memoria corta, ma ad agosto, al raduno della Roma non ci furono parole di miele da parte dei tifosi e più di uno lo invitò a farsi da parte.
Ora Pjanic è nel mirino di parecchie squadre europee e il suo contratto con la Roma non è stato ancora rinnovato. A parole sembra tutto fatto, ma si sa in questi casi come vanno le cose. Il mondiale è una vetrina importante e le sue prestazioni, positive, potrebbero far precipitare la situazione.
Giotto o Il Pianista, come lo chiamano i tifosi romanisti, sarà sicuramente una delle stelle della rassegna brasiliana, potete scommetterci.

LA BOSNIA AI MONDIALI

La Bosnia è alla prima partecipazione assoluta.

RECORD

79 come le presenze del recordmen, Zvjezdan Misimović, tallonato a 72 da Spahic e a 60 da Edin Dzeko.

33 le reti di Edin Dzeko in maglia blu. A 25 c’è Misimovic.

13 come il piazzamento, nonchè miglior ranking FIFA toccato dalla Bosnia (agosto 2013)

30.11.1995 la data del primo match internazionale della Bosnia (0-2 contro l’Albania)

 

LA BANDIERA – ZASTAVA BOSNE I HERCEGOVINE

L’attuale bandiera della Bosnia ed Erzegovina è stata adottata il 4 febbraio 1998, andando a sostituire una bandiera precedente, utilizzata a partire dall’indipendenza. L’attuale bandiera è blu con un triangolo giallo (che ricorda vagamente la forma dello stato) e una fila di stelle bianche a cinque punte allineate lungo l’ipotenusa. I tre vertici del triangolo rappresentano la teoria delle tre etnie del paese (Serbi, Croati e Bosgnacchi). Le stelle rappresentano l’Europa e sono pensate per essere continue (per questo le stelle in alto ed in basso sono a metà). I colori bianco, blu e giallo sono solitamente associati alla neutralità e alla pace, oltre ad essere tradizionalmente legati alla Bosnia Erzegovina.

IL PAESE

Dati amministrativi
Nome completo Bosnia ed Erzegovina
Nome ufficiale (BS, HR) Bosna i Hercegovina, (SR) Босна и Херцеговина
Lingue ufficiali bosniaco, serbo, croato
Capitale Sarajevo (401.687ab. / 2007)

Politica
Forma di governo Repubblica parlamentare federale
Presidenti Bakir Izetbegović, Nebojša Radmanović, Željko Komšić
Primo Ministro Vjekoslav Bevanda
Ingresso nell’ONU 22 maggio 1992
Superficie Totale 51.209 km² (124º)
Popolazione Totale 3.760.149 ab. (2012) (126º)
Densità 76 ab./km²
Tasso di crescita -0,09% (2012)

Economia
Valuta marco bosniaco (cambio fisso con l’euro)
PIL (nominale) 17 326 milioni di $ (2012) (111º)
PIL pro capite (nominale) 4 461 $ (2012) (104º)
PIL (PPA) 31 565 milioni di $ (2012) (107º)
PIL pro capite (PPA) 8 127 $ (2012) (99º)
ISU (2011) 0,733 (alto) (74º)

Inno nazionale – Intermeco

LA MIA BOSNIA

La mia Bosnia è un confine. Percorso, sfiorato, attraversato da un treno per un breve periodo di tempo.
Interrail 1997. Il treno parte da Spalato, Croazia, e attraversa un paese dove le campagne sono desolate e le stazioni sono diroccate. Passa da Knin, che è uno snodo centrale del sistema ferroviario dell’ex Jugoslavia, una specie di passaggio obbligato.
Poi il treno va verso il confine bosniaco e lo attraversa. Il paesaggio non è desolato, è morente.
Le case devastate, la gente che guarda il treno e aspetta per attraversare i passaggi a livello.
Arriviamo a Bihac. E Bihac vuol dire Enclave, con i crimini di guerra, quella guerra sanguinosa come solo le guerre tra fratelli possono essere.
La mia Bosnia è una storia a tinte granata. Primavera 1982, quella che precede il Mondiale. In Italia hanno riaperto le frontiere agli stranieri e i calciatori di un certo livello accorrono a frotte, allettati da ingaggi miliardari.
Il Toro blocca uno dei giocatori più forti del periodo, all’anagrafe Safet Susic. Calzettone basso, numero dieci sulle spalle, e un bel contratto firmato con la mia squadra. Ero piccolo, ma ricordo l’eccitazione nell’immaginare Susic al Toro.
Si poteva leggere di lui sul Guerin Sportivo, la nazionale italiana aveva avuto modo di conoscerlo da vicino, nel 1979 ci schiantò una bella tripletta e si sprecavamo fiumi di parole sull’acquisto del Toro.
Che non fu il solo ad acquistarlo. Contemporaneamente, infatti, il giovanotto firmò anche con l’Inter. Ovviamente, nè il Toro, nè l’Inter riuscirono ad ingaggiarlo e così, il genio andò a giocare in Francia, al Paris Saint Germain e si consacrò campione.
La mia Bosnia è un gregario. E la storia è sempre a tinte granata. Lui è Vedin Music, centrocampista tutta grinta e fatica che giunge a Torino nell’estate più difficile della mia vita di tifoso. Il Toro è appena fallito e si ingaggiano i resti, gli scarti e qualche giocatore di categoria per salvare il salvabile.
Tra questi, arriva anche lui. 23 presenze in due campionati. Ma nella prima partita di quella stagione c’è anche lui. Un bosniaco.
Sarà uno degli eroi della storica promozione. Un gregario in una squadra di gregari.

INNO NAZIONALE – INTERMECO

Intermeco

Ti si svjetlost duše
Vječne vatre plam
Majko naša zemljo Bosno
Tebi pripadam

Divno plavo nebo
Hercegovine
U srcu su tvoje rijeke
Tvoje planine

Ponosna i slavna
Krajina predaka
Živjećeš u srcu našem
Dov’jeka

Pokoljenja tvoja
Kazuju jedno:
Mi idemo u budućnost
Zajedno !

Traduzione in italiano 

Sei la luce dell’anima
Fiamma di fuoco eterno
Madre nostra, terra di Bosnia
Io appartengo a te

Nel cuore sono tuoi
Fiumi, montagne
mare blu
Della Bosnia-Erzegovina
Orgoglioso e famosa
Terra degli antenati

Tu vivrai nei nostri cuori
sempre di più
Le nostre generazioni
ci indicano il futuro
Insieme!

 

I CONVOCATI DELLA NAZIONALE BOSNIACA

Portieri
Jasmin Fejzić (Aalen)
Asmir Begovic (Stoke City)
Asmir Avdukic (Borac Banja Luka)

Difensori
Sead Kolasinac (Schalke)
Ervin Zukanovic (Gent)
Avdija Vrsajevic (Hajduk Split)
Ermin Bicakcic (Braunschweig)
Toni Sunjic (Zorya Lugansk)
Ognjen Vranjes (Elazigspor)
Mensur Mujdza (Friburgo)
Emir Spahic (Leverkusen)

Centrocampisti
Izet Hajrovic (Galatasaray)
Sejad Salihovic (Hoffenheim)
Haris Medunjanin (Maccabi Tel-Aviv)
Senad Lulic (Lazio)
Miralem Pjanic (Roma)
Zvjezdan Misimovic (Dynamo Mosca)
Edin Višća (Istanbul BB)
Tino-Sven Susic (Hajduk Spalato)
Muhamed Besic (Ferencvaros)
Senijad Ibricic (Erciyesspor)
Anel Hadzic (Sturm Graz)

Attaccanti
Edin Dzeko (Manchester City)
Vedad Ibisevic (Stoccarda)

LE DIVISE UFFICIALI DELLA NAZIONALE BOSNIACA

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Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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