Le 32 protagoniste – Puntata no.3 – L’Iran

La Squadra – تیم ملی فوتبال ایران‎, Tīm-e Melli-e Fūtbāl-e Īrān, la squadra nazionale

Qualificatosi con due turni d’anticipo rispetto alla fine delle eliminatorie, l’Iran di Carlos Queiroz arriva ai Mondiali di Russia con maggiori certezze rispetto alla fase finale di Brasile 2014.
Partiamo dalla guida tecnica. La conferma di Queiroz, in sella da ben sette anni (un record a queste latitudini) con 83 partite disputate, è stata determinante: il tecnico lusitano è l’allenatore più longevo nella storia della nazionale iraniana.

Eppure non sono mancati momenti difficili. Queiroz, all’inizio del ciclo mondiale che ha portato il Team Melli alla sua seconda qualificazione consecutiva, aveva presentato le sue dimissioni, per poi ritirarle in un secondo momento.
A differenza dell’esperienza precedente in Brasile, l’Iran ha potuto beneficiare della fine dell’embargo internazionale inflitto per le sanzioni sul nucleare, disputando oltre ai match di qualificazione, anche 17 amichevoli.

Un dato da non sottovalutare, per una squadra che dall’ultima partita del Mondiale brasiliano a oggi, ha perso 3 volte (tutte amichevoli), ha chiuso da imbattuta le qualificazioni della AFC, raccogliendo discreti risultati (il pari contro la Russia, le vittorie contro Cile e Montenegro, solo per citare i risultati più eclatanti).
Il movimento calcistico iraniano gode di buona salute e i risultati sono lì a testimoniarlo.

I protagonisti

Sardar Azmour
Sardar Azmoun

Queiroz ha tra le mani una rosa più internazionale – in quella del Mondiale brasiliano erano otto i giocatori che militavano all’estero – mentre a oggi, in odor di convocazione, il numero dei legionari stranieri è quasi raddoppiato.

Stella assoluta della squadra è Sardar Azmoun, 23 anni, che milita in Russia nel Rubin Kazan.
C’è molta attesa per il Messi iraniano: abile nel gioco aereo (è alto 186 cm) è dotato di grande elevazione anche per il suo passato da pallavolista; rapido, può giocare da seconda punta e da attaccante puro.

Il 4-3-3 di Queiroz (che a volte diventa 4-3-2-1) prevede Beiranvand tra i pali, da destra verso sinistra Rezaeian – che milita in Belgio nell’Ostenda e all’uopo può essere schierato all’ala-, l’esperto centrale Hosseini, veterano di 36 anni che con le sue 114 presenze farà coppia con Pouraliganji (o Montazeri). A sinistra ci sarà Mohammadi.

Masoud Shojaej

A centrocampo il capitano di tante battaglie, Shojaej, che milita nell’AEK Atene. Attivista (fu uno dei cinque giocatori a indossare il braccialetto verde in segno di proteste – ne parlo più avanti) e sindacalista del calcio iraniano, ha denunciato corruzione e abusi sessuali sui minori delle squadre giovanili.
Shojaej ha espresso formalmente il suo dissenso per l’assurda legge che vieta alle donne di recarsi allo stadio e lo ha fatto esponendosi in prima persona, incontrando anche il presidente iraniano Rouhani.

Legato al nome di Masoud Shojaej e del suo compagno di squadra Hajsafi si aprì un caso diplomatico che ha rischiato di costare l’estromissione dalla Coppa del Mondo di Russia alla nazionale iraniana.
I due calciatori, all’epoca in forza al Panionios, si rifiutano di partire per la trasferta in Israele per disputare l’andata del terzo turno preliminare di Europa League contro il Maccabi Tel Aviv. La richiesta è chiara e il motivo è politico poiché l’Iran non riconosce lo stato d’Israele,

Al ritorno il club greco costringe i due a giocare.
Hajsafi si scusa con il Governo, con l’opinione pubblica e viene riabilitato mentre Shojaej, che paga il suo attivismo, il discorso è più tortuoso ma le ultime convocazioni fugano ogni dubbio: in Russia ci sarà anche lui.

Carlos Queiroz
Carlos Queiroz

Dejagah (Nottingham), Jahanbakhsh (AZ) e Hajsafi (Olympiacos) si giocano altri due posti mentre Ezatolahi (il Pogba iraniano) potrebbe essere la vera sorpresa: è lui il marcatore più giovane della nazionale iraniana, avendo siglato all’età di 19 anni e 42 giorni, uno dei tre gol della vittoria sul Turkmenistan nel novembre del 2015.

Di Azmoun abbiamo già detto e per i posti mancanti nel reparto offensivo, la lotta è serrata e ristretta a Taremi, Ghoochannejhad e Ansarifard. Tutti e tre giocano all’estero, tutti e tre hanno esperienza internazionale: un bel rompicapo per il ct Queiroz chiamato ad uno storico miracolo sportivo.

I record dell’Iran (clicca per vedere l’infografica)


Testa a testa – Il Gruppo B

Inserito nel gruppo B, l’Iran se la vedrà con Spagna, Portogallo e Marocco.
Sulla carta gli iraniani paiono i meno attrezzati ma, storicamente, l’Iran nella fase finale dei Mondiali non ha mai sfigurato.
Fondamentale per le speranze iraniane sarà il primo match contro il Marocco: un risultato positivo potrebbe dare slancio in vista dei match contro le big del girone.
Interessante il “derby del cuore” che il ct “iraniano”, il portoghese Queiroz, sarà costretto ad affrontare nel terzo incontro del girone B, contro i suoi connazionali, campioni d’Europa in carica.

Iran v Marocco
Nessun incontro

Iran v Spagna
Nessun incontro

Iran v Portogallo
1 match disputato in Coppa del Mondo, Portogallo v Iran 2-0, Germania2006, Gruppo D
Bilancio totale: 2 match
Iran 0 vittorie
Pareggi – 
Portogallo 2 vittorie


Storie – Il Mago

Come tutti i geni che si rispettino, anche Ali Karimi ha pagato al Dio del calcio la sua dose di follia. L’ha pagata senza cercare alibi, scuse e compromessi.
Il Maradona d’Asia, il Mago, uno dei più grandi calciatore iraniani di tutti i tempi, sicuramente il più ricco di talento, ma molti è considerato il miglior giocatore asiatico di sempre.

Quando Ali diventa titolare del Persepolis nella massima serie iraniana, ha appena 19 anni: tecnicamente eccezionale, dotato di una grande visione di gioco e di un dribbling ubriacante è lui il volto nuovo del calcio persiano.

I problemi nascono per via di un caratterino niente male: il primo intoppo alla sua carriera è una squalifica di un anno, per un calcio rifilato ad un guardalinee durante una partita con l’U21 dell’Iran.
Al ritorno dalla squalifica vince il campionato con il Persepolis e arrivano i primi interessamenti dal calcio che conta: l’Europa chiama ma il Mago si trasferisce negli Emirati con la casacca dell’Al-Ahli.
Dopo 4 anni negli Emirati, dove è un vero e proprio idolo, ecco l’approdo al Bayern Monaco.
Un brutto infortunio, qualche insicurezza di troppo e l’esperienza in Bundesliga termina (forse troppo presto) dopo appena un anno e mezzo.

Il dualismo
Ali Daei e Ali Karimi

Nell’anno del Mondiale 2006, l’infortunio patito al Bayern lo penalizza. Ma è il dualismo con Ali Daei, il totem del calcio iraniano, a tenere banco. In nazionale si formano due clan: la vecchia guardia legata al baffuto Daei e la nuova che parteggia per Karimi.
Giocatori diversi ma soprattutto uomini diversi, in un confronto che assomiglia tantissimo alla società iraniana divisa e attraversata da sempre da elementi di tradizione e modernità: concetti che attraversano la società iraniana in maniera totalizzante.

Il Mondiale va così così e gli strascichi sono importanti.
Karimi diventa il simbolo di una feroce critica verso la federazione iraniana e verso il Governo nazionale, prende posizione e si schiera in maniera netta.
Le accuse sono chiare: la federazione è gestita da incompetenti, gli attacchi sono mirati a chi governa pallone e paese.
Nessun compromesso, nessun problema a sbilanciarsi, fare i nomi, dire le cose come stanno.

Il numero 8 viene squalificato per le sue esternazioni e sarà Ahmadinejad, allora presidente della Repubblica Islamica, a far cancellare le sanzioni, riabilitando, personalmente il fantasista.

Karimi diventa un capo politico

Subito dopo la rielezione di Ahmadinejad, il 12 giugno 2009, l’Iran è nel caos.
Ci sono state le elezioni, il paese è in fermento, ci sono scontri in piazza: il modello democratico della Repubblica Islamica è un miraggio. La repressione è feroce, ci sono morti, alcuni attivisti vengono incarcerati e torturati.

Il 17 giugno si gioca contro la Corea del Sud, una partita valida per le qualificazioni al Mondiale Sudafricano: Karimi e altri compagni di squadra indossano polsini verdi, colore simbolo della protesta che riempie le strade di Teheran.
Un ammutinamento che non viene soppresso ma viene mitigato nei giorni successivi: Karimi sceglie ancora una volta di non uniformarsi.
La sua è una battaglia verso il potere costituito.

Certi amori

Quando il Persepolis non gli rinnova il contratto, si capisce chiaramente che il sistema gli ha voltato le spalle.
Trova un ingaggio in una piccola squadra emergente, lo Steel Azin, e incanta ancora.
Sotto sotto è ancora innamorato della sua ex squadra.
Ed ecco che, paradigmatico dell’essere Ali Karimi, arriva il colpo di teatro.

Durante il match Steel-Persepolis, Karimi viene espulso.
Allontanato con difficoltà da compagni e avversari, esce scortato come una rockstar, sfilandosi la maglietta dello Steel e sfoggiando quella del suo amato Persepolis.
La folla impazzisce. Non è l’uscita dal campo di un calciatore espulso, è l’uscita di scena di un grande artista.

La carriera di Karimi e la sua storia proseguono tra accuse, tradimenti, minacce, trasferimenti all’estero, ritorni e infine, un sofferto ritiro.
Unico nel suo genere, il più grande giocatore iraniano di tutti i tempi, esce di scena a 36 anni tra tanti rimpianti e l’amore infinito che la gente ha provato (e prova tuttora) per lui.

I convocati dell’Iran a Russia2018

Portieri: Alireza Beiranvand (Persepolis), Rashid Mazaheri (Zob Ahan), Amir Abedzadeh (Maritimo)

Difensori: Ehsan Hajsafi (Olympiacos Piraeus FC), Rouzbeh Cheshmi (Esteghlal Tehran FC), Milad Mohammadi (FC Akhmat Grozny), Morteza Pouraliganji (Al Sadd SC), Mohammad Reza Khanzadeh (Padideh FC), Pejman Montazeri (Esteghlal Tehran FC), Majid Hosseini (Esteghlal Tehran FC), Ramin Rezaeian (KV Ostenda)

Centrocampisti: Saeid Ezatolahi (Amkar Perm), Masoud Shojaei (AEK Athens), Saman Ghoddos (Ostersunds), Mahdi Torabi (Saipa), Omid Ebrahimi (Esteghlal), Vahid Amiri (Persepolis)

Attaccanti: Alireza Jahanbakhsh (AZ Alkmaar), Saman Ghoddos IFK Östersund FK), Karim Ansarifard (Olympiacos), Mahdi Taremi (Al-Gharafa), Sardar Azmoun (Rubin Kazan), Reza Ghoochannejhad (Heerenveen), Ashkan Dejagah (Nottingham Forest)

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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