LA SQUADRA – (GLI AZZURRI, LA NAZIONALE)
Agli ordini di Mister Prandelli, la Nazionale azzurra si avvicina al Mondiale al termine di un quadriennio di alti e bassi. Secondi agli ultimi Europei, terzi alla Conf Cup del 2013 ma dando sempre l’idea di aver fatto molto di più di quanto siano le possibilità di questa squadra.
Squadra indecifrabile, senza un modulo fisso, senza una filosofia precisa, preoccupata più degli avversari (e del loro modulo) che non di imporre ritmo e gioco agli stessi.
In porta Gigi Buffon comanderà la difesa (a 3 o a 4?) che, secondo logica, dovrebbe essere in toto quella della squadra campione d’Italia: Bonucci, Barzagli e Chiellini. Se si giocasse a quattro le alternative sono scarse numericamente e qualitativamente: Maggio, Abate, Criscito, Pasqual non mi sembrano adatti a giocare ad alto livello. Il campionato dice Darmian, Romagnoli, Murru ma per loro sembra ancora troppo presto.
In mezzo al campo, le fortune azzurre passano dai piedi fatati di Andrea Pirlo. Imprescindibile cervello del gioco azzurro, provato in coppia con il compassato Montolivo, attorniato dal rude Thiago Motta e dal dinamismo di Candreva, Marchisio, Florenzi e Parolo, comanderà il centrocampo azzurro probabilmente schierato a 4 (o a 5?). L’attacco è un rebus che verrà svelato solo al termine del campionato. Mario Balotelli (di cui parlerò in seguito) sembra essere il perno della manovra avanzata.
Attorno a lui potrebbe esserci spazio per Pepito Rossi, ammesso che lo sfortunato attaccante viola rientri per tempo (e dia garanzie): in questo caso, l’attacco azzurro sarebbe formato dalla coppia di attaccanti meglio assortita. Come contorno, il campionato si è divertito a fornire interessanti (e stuzzicanti) alternative: Immobile, Destro, Toni, Cassano, chi per un motivo chi per un altro, tutti aspirano ad una chiamata per il Brasile.
La sensazione è che alla fine, la montagna partorirà il topolino e che mister Prandelli non rischierà più di tanto: toccherà ancora una volta all’usato sicuro guidare la Nazionale.
LA STELLA – MARIO BALOTELLI
Il Bad boy italico al suo primo mondiale. L’occasione di dimostrare al mondo quale è il vero Super Mario.
Attaccante possente, rapido e dotato di una facilità di calcio notevole, Mario è il terminale offensivo o il falso nueve che retrocede di qualche metro permettendo a centrocampisti e mezzepunte inserimenti importanti.
Cosa deve fare l’Italia per lui e cosa deve fare lui per se stesso? Essenzialmente stare tranquillo, ricevere fiducia, coccole e qualche assist al bacio. Il resto verrà da sè.
Se poi, opinione pubblica e stampa evitassero di sbatterlo sempre in prima pagina ma ne proteggessero il fulgido talento, forse e dico forse il ragazzo (e con lui la Nazionale) ne gioverebbe: deve migliorare dal lato della tenuta mentale e nervosa, deve diventare più spietato sotto porta.
Obiettivo dichiarato: battere il record di marcature in nazionale, appartenente a Gigi Riva (35).
L’età e i numeri sono dalla sua.
L’ITALIA AI MONDIALI
RECORD
2 volte Campioni del mondo in maniera consecutiva (1934, 1938)*
Campioni del mondo al debutto in una fase finale, 1934**
L’Italia detiene il record del periodo di tempo più lungo tra una vittoria in finale e l’altra, 44 anni (1938-1982)
Vittorio Pozzo è l’unico commissario tecnico ad aver vinto due volte la Coppa del Mondo (1934, 1938)
Record di imbattibilità 517 minuti (1990)
Record di match senza subire goal, 5 (1990)***
Paolo Maldini è il calciatore ad aver giocato più minuti nelle fasi finali di un Mondiale, 2217 (1990-2002)
LA BANDIERA – IL TRICOLORE
La bandiera italiana è il Tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni, così definita dall’articolo 12 della Costituzione della Repubblica Italiana del 27 dicembre 1947.
Come per l’intero processo risorgimentale, anche l’origine della bandiera italiana è da ricercarsi nella Rivoluzione francese: con la presa della Bastiglia, i rivoluzionari scelsero il blu, il bianco e il rosso come loro colori-simbolo (blu e rosso sono i colori di Parigi, il bianco centrale è il colore della famiglia reale dei Borbone, prima ben vista dal popolo), e quando poi, attraverso le campagne di Napoleone, la Rivoluzione “contagiò” l’Europa intera, anche in Italia arrivarono questi tre colori.
Al tempo il popolo italiano non teneva molto in considerazione la bandiera: essa era solo il simbolo della dinastia regnante in quel momento, al massimo aveva una funzione militare, ma non era emblema del sentimento patriottico del popolo, al contrario di quanto avveniva per i francesi, e per questo non conosciamo bene le dinamiche precise che portarono alla sostituzione del blu col verde.
Fu proprio in quegli anni che la bandiera assunse per gli italiani quel significato che ha ancora oggi: dopo la Restaurazione, infatti, chiunque venisse visto in giro con addosso coccarde o altri simboli tricolori era additato come un pericoloso rivoluzionario, così il bianco e il rosso divennero i simboli della rivoluzione intesa come sovranità per il popolo e libertà per la nazione.
Il verde invece era il colore della speranza, della fiducia in un’Italia migliore. Inoltre era il colore delle uniformi della Guardia Civica milanese, ed essendo stato adottato dai miliziani italiani che combattevano al fianco di Napoleone, andò a rappresentare tutti coloro che hanno combattuto per la libertà dell’Italia. Inoltre per la Massoneria il verde era il colore della natura, quindi simboleggiava tanto i diritti naturali dell’uomo quanto il verde e florido paesaggio naturale italiano (questa interpretazione è tuttavia osteggiata da chi sostiene che la Massoneria, in quanto società segreta, non avesse abbastanza influenza sulla società per ispirare i colori nazionali).
Questi divennero presto i simboli di una rivolta che animava e univa ormai tutta l’Italia: il Risorgimento. Ad essi si aggiunse l’azzurro, colore distintivo della famiglia Savoia, inserito nella bandiera del Regno d’Italia sul contorno dello stemma per evitare che la croce e il campo dello scudo si confondessero con il bianco e il rosso delle bande del vessillo; da allora è uno dei colori di riferimento e riconoscimento dell’Italia, ad esempio per le maglie sportive nazionali, pur non comparendo più nella bandiera della Repubblica Italiana. Dopo la Seconda guerra mondiale, come recita l’articolo 12 della Costituzione, il verde, il bianco e il rosso vennero disposti sulla bandiera italiana a tre bande verticali di eguali dimensioni ispirandosi al modello della bandiera della Francia, per ribadire ancora una volta gli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità.
IL PAESE
Dati amministrativi
Nome completo Repubblica Italiana
Nome ufficiale Repubblica Italiana
Lingue ufficiali Italiano
Capitale Roma (2.654.215 ab. / 2013)
Politica
Forma di governo Repubblica Parlamentare
Primo Ministro Matteo Renzi
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Ingresso nell’ONU 14 dicembre 1955
Ingresso nell’UE 25 marzo 1957 (membro fondatore)
Superficie Totale 301340 km² (72º)
Popolazione Totale 60.021.955 ab. (2013) (23º)
Densità 198 ab./km² (39°)
Tasso di crescita 0,38% (2012)
Economia
Valuta Euro
PIL (nominale) 2.014.078 milioni di $ (2012) (9º)
PIL pro capite (nom.) 33115 $ (2012) (27º)
PIL (PPA) 1.813.175 milioni di $ (2012) (10º)
PIL pro capite (PPA) 29.812 $ (2012) (30º)
ISU (2012) 0,881(25º)
Inno nazionale – L’Inno di Mameli
LA MIA ITALIA
La mia Italia è Torino. Nato, cresciuto e da sempre innamorato della mia città.
La mia Italiasono le vacanze in Liguria da ragazzino, quelle in Puglia da adolescente, quelle in Sicilia da uomo. La mia Italia è un viaggio a due con il mio amico di sempre, Enzo, tra Firenze e Roma: una tenda canadese, due pentole, pochi soldi, le lunghe chiacchierate notturne e un caffè con la moka fatto su un fornelletto elettrico in Piazza dei Miracoli, a Pisa, all’alba.
La mia Italiasono i dischi di De Gregori, Dalla e Fossati e la mia formazione musicale cantautorale nata e cresciuta grazie a mio zio. La mia Italia è il cinema di Nanni Moretti, le poesie di Eugenio Montale, le commedie di Edoardo De Filippo, i commenti pacati di Enzo Biagi, le risate di Massimo Troisi, fino ad arrivare al teatro civile di Paolini e alle telecronache di Rino Tommasi e Gianni Clerici.
La mia Italia è una semifinale del campionato del mondo a Monaco di Baviera, prima derisi e poi vincenti, correndo per tutto l’International Broadcasting Center e urlando di gioia con il tricolore al collo in un silenzio irreale.
La mia Italia è la Fucilata di Goodwood, quella di Saronni, il ciclista preferito dal nonno, al Mondiale 1982: era destino, quell’anno si vincevano tutti i Mondiali.
La mia Italia è una bicicletta gialla, con la maglia gialla di Marco Pantani che strapazza tutti in salita, anno di grazia 1998. Il mio servizio civile accompagnato dalle sue vittorie. La mia Italia è di sinistra. Per formazione, per ideologia, per convinzione personale, perchè essere di sinistra vuol dire fare qualcosa per gli altri, per la comunità, per le persone.
La mia Italia è lontana anni luce da quella in cui viviamo. Probabilmente La mia Italia è una penisola che non c’è.
L’INNO NAZIONALE – IL CANTO DEGLI ITALIANI (FRATELLI D’ITALIA, CANTO NAZIONALE O INNO DI MAMELI)
Fratelli d’Italia,
l’Italia s’è desta,
dell’elmo di Scipio
s’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
che schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!
Noi fummo da secoli
calpesti, derisi,
perché non siam popoli,
perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
già l’ora suonò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!
Uniamoci, uniamoci,
l’unione e l’amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti, per Dio,
chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!
Dall’Alpe a Sicilia,
Dovunque è Legnano;
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core e la mano;
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla;
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!
Son giunchi che piegano
Le spade vendute;
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia
E il sangue Polacco
Bevé col Cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!
I CONVOCATI DELLA NAZIONALE ITALIANA
1 p Buffon
2 d De Sciglio
3 d Chiellini
4 d Darmian
5 c Thiago Motta
6 c Candreva
7 d Abate
8 c Marchisio
9 a Balotelli
10 a Cassano
11 a Cerci
12 p Sirigu
13 p Perin
14 c Aquilani
15 d Barzagli
16 c De Rossi
17 a Immobile
18 c Parolo
19 d Bonucci
20 d Paletta
21 c Pirlo
22 a Insigne
23 c Verratti
LE DIVISE UFFICIALI DELLA NAZIONALE AZZURRA
*record condiviso con il Brasile (1958, 1962)
**record condiviso con l’Uruguay (1930)
***record condiviso con la Svizzera (2006-2010)