Le 32 protagoniste – Puntata no.8 – Argentina

LA SQUADRA – (L’ALBICELESTE)

L’Argentina del Pachorra (flemma, fiacca, ndr) Alejandro Sabella arriva all’appuntamento brasiliano con un chiodo fisso: fare lo sgambetto ai rivali storici e scrivere una pagina di storia calcistica, ma non solo.
Nazionale che da sempre va considerata tra le favorite per tradizione, l’Albiceleste odierna ha il dovere di provarci visto che in rosa con la maglia numero dieci (maglia che ha un certo peso, soprattutto, in Argentina) c’è un certo Lionel Messi.
Schierata con un 4-2-3-1 atto ad esaltare le doti dei tre tenori Di Maria, Messi e Aguero, l’Argentina si è qualificata vincendo il solito, lunghissimo ed estenuante tutti contro tutti sudamericano.
I tre giocheranno a sostegno dell’unica punta Higuain, reduce da una discreta prima stagione italiana: centravanti d’area e di manovra, spietato sotto porta, già autore di quattro goal nell’ultima rassegna iridata.
Il reparto offensivo si completa con i volti noti di Rodrigo Palacio ed Ezequiel Lavezzi. Poche possibilità per Icardi e Lamela, reduci da una stagione con troppi alti e bassi.
Tevez nonostante la brillante annata in Italia, rischia seriamente di vedere il Mondiale da casa: Sabella non lo considera anche se stampa e tifosi spingono per vedere l’Apache in nazionale.
Difesa non proprio brillantissima (quasi un gol subito a partita), ma comunque esperta e cattiva il giusto (e forse anche di più): il napoletano Fernandez è il centrale titolare, al suo fianco sono stati provati a più riprese Otamendi, Garay, Basanta e Roncaglia.
In porta sembra sicuro del posto l’ex doriano Sergio Romero, estremo difensore dal rendimento altalenante, ora in forza ai francesi del Monaco. Qualche chances per Andujar del Catania, prossimo portiere del Napoli.
A centrocampo i due mediani di lotta e governo Gago e Mascherano, alternativi ed equivalenti mentre partono un po’ indietro nelle gerarchie, Lucas Biglia e Banega.

LA STELLA – LIONEL ANDRES MESSI

Semplicemente la Pulga (la Pulce). Il dieci più forte del mondo. Macchina da goal e da assist. Rapido, talentuoso, considerato a ragione uno dei calciatori più forti del mondo e, in generale, di tutti i tempi.
Quattro volte di fila Pallone d’Oro, ha al suo attivo una serie inenarrabile di record individuali sia nel suo club sia in nazionale.
Il suo rapporto con la casacca Albiceleste è un rapporto di odio-amore. Gli argentini in passato non gli hanno perdonato un eccessivo impegno con il Barcellona a fronte di uno “scarso” (?) impegno con la maglia della nazionale.
I maligni sostengono che non avendo mai giocato in Argentina ed essendo cresciuto de factu in Spagna (da qui il soprannome dispregiativo di El Catalan), Messi sia un argentino annacquato, inoltre a Messi non viene concesso il minimo errore e il paragone con Maradona risulta essere troppo ingombrante nonostante il giocatore sia un vero e proprio campione assoluto.
I numeri parlano chiaro. Nel Barcellona ha segnato 362 goal (ma il numero cambierà probabilmente alla prima partita utile) in 449 partite.
In Nazionale in 83 presenze ha segnato solo 37 volte: Batistuta a 56 sembra un bersaglio piuttosto comodo.

 

L’ARGENTINA AI MONDIALI

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DSF

 

RECORD

48 gli anni trascorsi dal miglior piazzamento (finale nel 1930, campioni nel 1978)
5 i match di fila senza vittorie nel Mondiale del 1974 e in quello del 1990
5 i match senza sconfitte (2006)
16 le presenze di Maradona da Capitano (1986-1994)
2 le finali consecutive giocate con due maglie diverse da Luis Monti (1930 Argentina, 1934 Italia)
2 le triplette di Gabriel Omar Batistuta (1994, 1998)

 

LA BANDIERA – SOL DE MAYO

La bandiera dell’Argentina consiste di tre bande orizzontali di uguali dimensioni. Le due bande esterne sono azzurre e quella centrale è bianca, con al centro il Sol de Mayo.

Sol de Mayo

Al centro della banda bianca è posto un emblema del Sole (Sol de Mayo, simbolo di una divinità indigena) che, secondo la tradizione, venne creato nel 1812 dall’intellettuale, diventato in seguito generale, Manuel Belgrano (figlio di un ligure nato ad Oneglia, il cognome completo è Belgrano-Peri) ispirato da uno sguardo verso il cielo mentre si trovava sulle rive del fiume Paraná nella località dove sorge l’attuale città di Rosario.

L’emblema del sole è un’importante icona per gli argentini, ed è apparso anche sulle versioni antecedenti della bandiera.

Bandera de Ornato

Alla bandiera Ufficiale da Cerimonia (Bandera Oficial de Ceremonia) col sole, ancora viene sventolata spesso la bandiera senza sole da ornamento (Bandera de Ornato), ritenuta comunque ufficiale e pienamente rappresentativa della nazione.

Colori

Mentre le dimensioni e le proporzioni sono state da sempre ben definite (addirittura con dimensioni ufficiali: 0,9 × 1,4 metri, con le bande colorate 30 cm per ognuna), i colori della bandiera argentina sono spesso oggetto di diatribe in quanto non c’è una determinazione precisa in nessun testo legislativo. Esiste però un detto popolare molto comune, che si confonde con la realtà, almeno tra gli abitanti di Buenos Aires. Si racconta che la vera origine dei colori della bandiera argentina derivano dai colori delle vesti della Madonna, nelle rappresentazioni tradizionale dei due veli bianco e celeste.

IL PAESE

Dati amministrativi
Nome completo Repubblica Argentina
Nome ufficiale República Argentina
Lingue ufficiali Spagnolo (italiano, tedesco…)

Capitale Buenos Aires (2.891.082 ab)

Politica
Forma di governo Repubblica Presidenziale Federale
Presidente della Repubblica Cristina KirchneR
Ingresso nell’ONU 24 ottobre 1945

Superficie Totale 2.780.043 km² (8º)
Popolazione Totale 40.412.376 ab. (2010) (31º)
Densità 15 ab./km²
Tasso di crescita 0,997% (2012)

Economia
Valuta Peso Argentino
PIL (nominale) 475211 milioni di $ (2012) (26º)
PIL pro capite (nom.) 11582 $ (2012) (61º)
PIL (PPA) 735.125 milioni di $ (2012) (22º)
PIL pro capite (PPA) 17.917 $ (2012) (55º)
ISU (2012) 0,811(molto alto) (45º)

Inno nazionale – Oid, Mortales

 

LA MIA ARGENTINA

Quando si parla di Argentina si parla dei fratelli che non abbiamo mai conosciuto. Di un paese fatto da italiani che italiani non sono. La mia Argentina sono i racconti di mia nonna e del suo lontano cugino, un certo Di Lascio. Cugino alla lontana, ma sempre cugino. Storie di emigranti pugliesi, la memoria che ricorda, le parole che si perdono.

La mia Argentina è un campo da tennis, rosso rosso, anzi grigio, che sta nel televisore per ore e ore e da una parte c’è un giovanotto con i capelli lunghi ed una fascia sulla fronte. Era Guillermo Vilas e la mia prima racchetta somigliava da morire alla sua Head con cui inventò il gran Willy, il colpo sotto le gambe che oggi riesce tanto bene a Roger Federer.

La mia Argentina è una guerra ridicola come solo le guerre possono esserlo: le isole Falkland, un presidente in difficoltà con il crescente dissenso verso la giunta retta dai militari e Margaret Thatcher che grazie a questa vittoria ridiede forza al suo primo governo.

La mia Argentina è un libro meraviglioso e complicato, anzi due, di uno scrittore geniale come solo poteva essere Borges: l’Aleph e il Libro di sabbia, due capolavori nella mia classifica personale.

La mia Argentina sono due film tragici, duri e reali come solo la vita e le storie dei desaparecidos possono essere: Figli/Hijos e Garage Olimpo, due pugni nello stomaco, due momenti di grande cinema.

La mia Argentina è una domenica di settembre allo Stadio Comunale di Torino. Il 30 settembre 1984: Torino batte Napoli 3-0. Anzi, per dirla tutta Torino batte Maradona.
Capello riccio, maglia numero dieci e Giacomo Ferri incollato a lui nemmeno fosse Claudio Gentile al Mondiale 1982.

La mia Argentina Maradoniana è quella doppietta geniale all’Inghilterra nel 1986 con il goal segnato partendo da centrocampo o il rigore beffardo della semifinale del 1990 contro l’Italia.
Maradona è tante cose. Fortuna è poter dire di averle viste e vissute.

L’INNO NAZIONALE – OID, MORTALES

Oid, Mortales

Oíd, mortales, el grito sagrado:
“¡libertad, libertad, libertad!”
Oíd el ruido de rotas cadenas,
ved en trono a la noble igualdad.

Ya su trono dignísimo abrieron
las Provincias Unidas del Sur
y los libres del mundo responden:
“Al gran pueblo argentino, ¡salud!
Al gran pueblo argentino, ¡salud!”
Y los libres del mundo responden:
“Al gran pueblo argentino, ¡salud!”

Sean eternos los laureles
que supimos conseguir,
que supimos conseguir,
coronados de gloria vivamos
¡o juremos con gloria morir!,
¡o juremos con gloria morir!,
¡o juremos con gloria morir!

Traduzione in italiano

Udite, mortali, il grido sacro:
“libertà, libertà, libertà!”
Udite il rumore delle catene spezzate,
guardate sul trono la nobile uguaglianza.

Già il loro trono degnissimo aprirono
le Province Unite del Sud.
e i liberi del mondo rispondono:
“Al gran popolo argentino, salute!”
“Al gran popolo argentino, salute!”
E i liberi del mondo rispondono:
“Al gran popolo argentino, salute!”

Siano eterni gli allori
che riuscimmo a conquistare,
coronati di gloria viviamo,
o giuriamo con gloria morir!,
o giuriamo con gloria morir!,
o giuriamo con gloria morir!

 

I CONVOCATI DELLA NAZIONALE ALBICELESTE

Portieri: Romero (Monaco), Andujar (Catania), Orion (Boca Juniors)

Difensori: Demichelis (Man. City), F. Fernandez (Napoli), Rojo (Sporting Lisbona), Campagnaro (Inter), Basanta (Monterrey), Garay (Benfica), Zabaleta (Man. City)

Centrocampisti: Biglia (Lazio), A. Fernandez (Celta Vigo), Alvarez (Inter), Mascherano (Barcellona), Di Maria (Real Madrid), Gago (Boca Juniors), Maxi Rodriguez (Newell’s), Perez (Benfica)

Attaccanti: Palacio (Inter), Lavezzi (Psg), Higuain (Napoli), Messi (Barcellona), Aguero (Man. City)

LE DIVISE UFFICIALI DELLA NAZIONALE ARGENTINA

Argentina 2014 Home Kit 1 Argentina 2014 World Cup Away Kit (1)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella scheda sul paese, la voce ISU è l’indice di sviluppo umano che si calcola attraverso una formula che tiene in considerazione, aspettativa di vita alla nascita, accesso alla conoscenza e reddito nazionale lordo.

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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