Turning point – Bayern v Real 1-2

Alzi la mano chi avrebbe previsto un Real vincente e convincente in casa del Bayern. Alzi la mano chi ancora non ha capito che, a questi livelli, o si è perfetti oppure l’episodio diventa subito sentenza.
Perché questo classicissimo di Champions si è deciso su pochi ma centrali episodi: il rigore mancato da Vidal è stato il turning point, la mezza voleè di Cristiano Ronaldo il colpo che esce dal cilindro e infine la pietra tombale su questa andata in terra bavarese, ovvero l’espulsione di Javi Martinez.

In pochi minuti si è consumata una svolta difficilmente prevedibile e da lì, il Real non ha sbagliato più niente. Ovviamente giocando in superiorità numerica, i madrileni hanno avuto più possibilità, più spazi e più occasioni: Neuer è stato straordinario salvo poi farsi uccellare da un colpo di genio di Cristiano Ronaldo che di suola anticipava il suo marcatore e portava in vantaggio il Real.
La palla calciata dal portoghese passava sotto le gambe di Neuer, sorpreso dall’anticipo e dalla velocità di esecuzione del numero 7 blancos.

Gol numero 100 in Europa per il fuoriclasse di Madeira.


Nel finale il bottino poteva essere più ampio ma il Real si può accontentare.
Notevoli le prestazioni di Vidal, ad un certo punto sembrava indemoniato, e Robben da una parte mentre dall’altra a parte Ronaldo, devo dire che si è visto, se mai ce ne fosse bisogno, che il Real è squadra di grandi qualità e di grande solidità, soprattutto a centrocampo dove Kroos-Modric e Casemiro formano una cerniera di assoluto valore.
Ammetto di aver sbagliato le quote.
All’inizio stagione vedevo come favorite, nell’ordine Bayern, Barca, Real, Juve poi City e Paris.
Ai quarti di finale, anche in virtù degli accoppiamenti e dei risultati degli ottavi pensavo che il Bayern fosse ancora la favorita numero uno. In parte ho sottovalutato il Real e anche la Juve.
I bianconeri ieri sera hanno giocato una partita esemplare. Hanno sofferto i catalani poco o niente, hanno impresso un ritmo altissimo al match e cosa più importante hanno segnato tre gol che sono un ottimo biglietto da visita per il ritorno al Camp Nou.

Facendo un breve sommario di quanto visto, diciamo che Allegri l’ha studiata bene, Zidane un po’ meno ma gli eventi lo hanno aiutato, Ancelotti l’aveva studiata bene ma gli eventi lo hanno condannato mentre Luis Enrique non ha proprio studiato un bel niente.
Chi invece continua a stupire è il Monaco. La squadra del Principato segna a ripetizione: quasi tre gol di media nelle competizioni in cui è in corsa, sono 5 le partite (su 9) in Champions in cui ha segnato almeno 3 goal.
Una formazione a trazione anteriore che con buone probabilità approderà alle semifinali di Champions.
Per il resto, l’Atletico di Madrid di Diego Simeone procede senza troppi squilli, 1-0 al Leicester che lascia tutto aperto per il ritorno in terra britannica.

Ovviamente la vittoria della Juve ha avuto grande eco come è giusto che sia.
Meritata la vittoria, meritati gli onori. Con un paio di precisazioni.
Pur non soffrendo, la Juve ha lasciato qualche occasione di troppo ai blaugrana: Buffon su Iniesta, Suarez in tuffo di testa, Suarez in diagonale (ancora Buffon) e Umtiti da solo nell’area piccola…ovvio che sia impensabile non concedere occasioni e tutto sommato non aver subito reti è un bel risultato ma bisognerà fare ancora più attenzione al Camp nou e concedere ancora meno per uscire indenni dall’impianto catalano.
Il secondo punto è il linguaggio del corpo dei giocatori del Barca. Se dovessi indicarne uno che crede alla remuntada, direi nessuno.
Sguardi bassi, poca convinzione, una pletora di uomini allo sbando, privi del nocchiero, uomini che hanno superato il turno precedente dopo la debacle parigina, per puro caso.
Diventa difficile credere alla rimonta (anche perché la Juve non è il Paris) anche per via di scelte inspiegabili compiute da Luis Enrique.
Mani in tasca, poche parole (e nemmeno troppo convinte) nella conferenza stampa post partita, frasi di circostanza e infine tre parole che mettono la pietra tombale sulla sua esperienza con il Barca: “La rimonta sarà difficile.”
Neymar abulico, Messi che gioca troppo lontano dalla porta e Suarez con le polveri bagnate.
Vero che per accendere questi tre ci vuole poco ma in questo caso, la luce sembra definitivamente spenta.

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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