19 giugno – Giorno#8

La partita #21

Colombia v Costa d’Avorio 2-1

Sarà ricordata come: Anarchia e fantasia al potere. Bando ai tatticismi.

L’aperitivo delle 18 è un match giocato a viso aperto, senza troppi tatticismi. Del resto le caratteristiche delle due squadre non sono propriamente quelle di ordine e disciplina, ma le catalogherei di più alla voce anarchia e fantasia. Giocatori in grado di far decollare la partita da un momento all’altro, atleti veloci e possenti, tutti accomunati sotto la bandiera della lucida follia. Poteva succedere di tutto e il contrario di tutto. Dopo un primo tempo all’insegna di giocate personali assolutamente estemporanee, nella ripresa il livello e l’intensità sono cresciute e con più spazio, sono venute fuori le caratteristiche di colombiani e ivoriani. La Colombia partiva forte e approfittava dei cali di concentrazione dei difensori ivoriani. In cattedra James Rodriguez da cui partivano entrambe le azioni dei goal. Prima contribuiva alla conquista del calcio d’angolo che Cuadrado si incaricava di battere proprio per la sua inzuccata vincente; superato Barry e bruciato in marcatura Drogba che si faceva sorprendere sul primo palo. I cafeteros erano scatenati e imprimevano un ritmo indiavolato che produceva il 2-o. Il solito James sottraeva un pallone sanguinoso a Serey e serviva Teo Gutierrez. Il contropiede era avviato e per Quintero (ex Pescara) il tocco di sinistro sul secondo palo era un gioco da ragazzi. Finita? Nemmeno per sogno. La reazione della Costa d’Avorio era veemente e Gervinho realizzava il 2-1 che riapriva i giochi dando speranza agli africani che mettevano paura alla Colombia senza riuscire nella rimonta. Colombia praticamente qualificata, Costa d’Avorio che non dovrà fallire la terza partita contro la Grecia. I giochi non sono fatti.

I protagonisti del match

In positivo: James Rodriguez e Cuadrado per la Colombia, Aurier e Gervinho per la Costa d’Avorio In negativo: Serey Die per la Costa d’Avorio, Ibarbo per la Colombia

La giocata del match

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Lo bestemmieresti ogni due per tre. Si mangia dei goal fatti e poi si inventa sgroppate e dribbling degne del miglior Garrincha. Assolutamente imprevedibile come i suoi errori: Gervais Lombe Yao Kouassi, per tutti Gervinho. La sua caratteristica andatura e il suo stile fanno di Gervinho un giocatore impossibile da decifrare. Sembrava finita per la Costa d’Avorio. Il 2-0 era il possibile colpo del ko ma Gervinho, questa partita voleva giocarla fino in fondo. Così, quando ha ricevuto il pallone sulla fascia sinistra non ha pensato a niente altro che al goal che avrebbe realizzato, di lì a poco. Come ai giardinetti, da piccoli, quando cercavi di replicare il goal dei campioni visti in tv. Solo che Gervinho, come sempre, non aveva un esempio, un copione da seguire, ma solo il suo istinto. Ha puntato Armero e Aguilar, ha messo a sedere quel mastino di Sanchez, poi ha sparato un destro sul primo palo dove Ospina ha potuto solo accarezzare quel pallone, non riuscendo a salvare la sua porta. Gervinho sappia che, fin da domani, parecchi bambini proveranno a ripetere la sua serpentina vincente. 

La statistica del match

36 i tackles totali di Colombia v Costa d’Avorio, 18 per squadra  

La partita #23

Uruguay v Inghilterra 2-1

Sarà ricordata come: Una Classica che non delude

Il piatto forte del giorno era sicuramente Uruguay-Inghilterra. Una classica del calcio internazionale, uno di quei match che stanno negli annali, uno di quei match che vorresti non finissero mai: proprio come questo. Bellissimo, struggente, vigoroso, duro, tecnico. Un match deciso da un campione assoluto, Luis Suarez, che da stasera, se possibile, in Inghilterra avrà qualche nemico in più. L’Uruguay ha meritato pienamente la vittoria: per tenacia e per volontà. Ha giocato di sciabola più che di fioretto, ha lottato e alla fine l’ha spuntata. I Leoni inglesi hanno ripetuto la partita che hanno giocato contro l’Italia. Potevano pareggiare ma gli è mancato quel qualcosa, quello spunto, quella incoscienza e quella lucida follia necessaria a raggiungere i risultati. Suarez con la sua doppietta ha riacceso la luce della Celeste, veramente trasformata rispetto all’angosciosa e spaurita squadra del primo match con la Costarica. Ma se Suarez è il braccio armato, Cavani è l’uomo per tutte le stagioni: due assist, copertura in difesa, ripiegamento a centrocampo, sponde, falli…campionario completo per questo giocatore duttile e generoso. Bellissimo in primo goal con Cavani che pesca Suarez con un morbido cross: il Pistolero incrocia di testa sul secondo palo e batte Hart. I bianchi pareggiano grazie a Rooney e alla caparbia azione nata sulla destra con lo sfondamento di Johnson. Quando oramai il pareggio sembrava scritto, su lungo rinvio di Muslera, Gerrard spizzava erroneamente per il suo compagno di club Suarez che, a tu per tu con Hart non falliva: destro della buonanotte e goodbye ai sudditi della Regina. Anche questa volta, gli inglesi falliscono. I Maestri anche questa volta non riescono a lasciare il segno. Squadra sbagliata con alcuni giocatori al capolinea, ma un sottobosco di giovani interessanti pronti a sbocciare. Ad ogni competizione internazionale ci si chiede sempre quando arriverà il loro turno. E anche questa, con buona pace dei bookmakers, non è la volta buona.

I protagonisti del match

In positivo: Suarez e Cavani per l’Uruguay, Rooney e Baines per l’Inghilterra In negativo: Jagielka e Cahill per l’Inghilterra

La giocata del match

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Edinson Cavani non è l’uomo in più di questo Uruguay. Che poi, a pensarci bene, anche al Paris, lui non è il giocatore più importante, perchè oscurato da Ibrahimovic. Avendolo sentito parlare e avendo letto qualche intervista, non credo che sia un suo cruccio. Così, se a Napoli e Palermo bastava segnare con regolarità per essere l’idolo incontrastato, Cavani in nazionale e a Parigi deve inventarsi sempre qualcosa di straordinario per poter balzare agli onori della cronaca. Stasera ha fornito un assist per Suarez e, ovviamente tutti si spellano le mani per i due goal del centravanti del Liverpool. Ma stasera Cavani ha fatto lo straordinario ed è quello che mi è rimasto negli occhi con il meraviglioso assist che è valso l’1-o provvisorio. Suarez si è buttato dentro, verso la porta di Hart e sapeva che il suo compagno di squadra lo avrebbe pescato con un pallone tanto delicato quanto prezioso: un vero e proprio cioccolatino che Suarez ha trasformato in maniera altrettanto straordinaria. Colpo sotto, di interno destro, a scavalcare Jagielka. Il più era fatto e Suarez poteva esultare. E con lui l’Uruguay, insieme a Cavani. 

La statistica del match

415 passaggi completati dall’Inghilterra, contro i 185 dell’Uruguay  

La partita #22

Giappone v Grecia 0-0

Sarà ricordata come: La difesa ad oltranza

Non è stata una bella partita, va detto. Ma lo spirito di abnegazione con cui i greci hanno difeso strenuamente il risultato di 0-0 è un merito che va ascritto ai giocatori di Santos. Mi aspettavo un Giappone più forte che non è stato in grado di approfittare della superiorità numerica per oltre cinquanta minuti: Katsouranis si faceva espellere in maniera scellerata e lasciava i suoi in 10. Proprio questo handicap giovava agli ellenici che sembravano a loro agio, giocavano praticamente di rimessa (se e quando gli riusciva) e si difendevano in maniera molto ordinata. Correvano qualche rischio solo raramente, ma il Giappone li assediava senza soluzione di continuità. Il pareggio finale serve ai colombiani che sono già sicuri del primo posto, mentre per greci e giapponesi si rende necessario vincere nell’ultima partita utile: compiti proibitivi visto l’andamento delle prime due gare di questo mondiale. Zaccheroni le ha provate tutte, cambiando il centrocampo, mischiando le carte in attacco, ma il suo Giappone ha poca qualità nella zona nevralgica dove le primavere di Endo e Hasebe si fanno sentire più del previsto.

 

I protagonisti del match

In positivo: Torosidis per la Grecia, Uchida per il Giappone In negativo: Katsouranis per la Grecia, Hasebe per il Giappone

La giocata del match

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Se il tuo capitano ti lascia in dieci e il tuo migliore attaccante deve abbandonare il campo per infortunio è il momento dei giocatori di temperamento. Non ha campioni questa Grecia ma una serie di giocatori abituati a fare il loro mestiere, lottare su ogni pallone, comprimari in molte squadre di club, protagonisti con la maglia della nazionale. Vasilis Torosidis è un terzino con esperienza internazionale, gioca nella Roma dopo una lunga militanza nell’Olympiacos. Quando ieri sera la sua squadra era una barca in balia delle onde giapponesi, i suoi compagni si sono aggrappati a lui, perchè proprio nel momento più difficile era lui a sfiorare il goal: segno inequivocabile che nonostante la situazione (10 contro 11 e senza Mitroglou) la Grecia era viva. Erano passati due minuti dal cartellino rosso a Katsouranis e la Grecia si scuoteva. Samaras si lanciava in contropiede e apriva per Fetfazidis che crossava. I giapponesi rinviavano e sul pallone vagante si catapultava Torosidis che, prima provava l’imbucata per Gekas, ma sulla respinta della difesa scagliava un destro potente di prima intenzione che costringeva Kawashima alla parata più difficile del match. Nell’urlo di Torosidis, tutta la frustrazione dei greci per una situazione avversa che li vedrà premiati da un punticino che tiene vive le residue speranze di qualificazione.

La statistica del match

570 passaggi completati dal Giappone, 144 dalla Grecia

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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