C’era una volta il Derby del Sole

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C’era una volta il Derby del Sole, ovvero Napoli-Roma, asse del Centro-Sud contro lo strapotere calcistico del Nord. Era un calcio diverso, più romantico, meno legato alle televisioni e al potere delle stesse, un calcio pane e salame, lontano dal marketing e dai calendari a spezzatino. Napoli-Roma era una festa, che si è trasformata in una rivalità fatta di gesti di violenza inaudita: correva il 1987 e al termine della partita (1-1) lo storico gemellaggio si ruppe. A nulla sono valsi, negli anni a venire, gli appelli di addetti ai lavori, uomini politici, sindaci e prefetti: Napoli-Roma è una partita a rischio, come ampiamente confermato dai recenti eventi della Coppa Italia 2014, con la morte del giovane Ciro Esposito.

“Per colpa mia non c’è più il gemellaggio. Nel 1987, al termine del derby finito 1 a 1, feci il gesto dell’ombrello sotto la Curva Sud. Da allora si è spezzata l’amicizia tra le due tifoserie. Mi pentii. Chiesi scusa. Ma non bastò”.
Salvatore Bagni, ex centrocampista del Napoli

Difficile parlare di calcio davanti a tragedie di questo genere, ma Napoli-Roma, nonostante tutto, è una delle partite più attese e importanti del nostro campionato. In primis perché le due squadre hanno ambizioni di vertice, ed entrambe hanno rose qualitativamente molto competitive. L’attesa è frenetica, e il San Paolo va verso il tutto esaurito. La storia dei confronti tra azzurri e giallorossi vede questi ultimi in vantaggio nel bilancio globale: 136 gare, 46 vittorie romaniste, 47 pareggi e 43 vittorie dei partenopei. Nei confronti sotto il Vesuvio, il Napoli ha vinto 30 volte contro le 18 della Roma; completano il quadro 20 pareggi.

Sono tanti i giocatori che hanno indossato entrambe le casacche, e molti di loro hanno scritto pagine importanti nella storia del nostro calcio. L’ultimo, in ordine cronologico, è stato il portiere Morgan De Sanctis, ma nomi come quello di Andrea Carnevale (2 scudetti, una coppa Italia e una coppa UEFA con il Napoli) e Giuseppe Giannini non passano inosservati. Tra gli altri, Sebino Nela, scudettato nella Roma di Liedholm, e Daniel Fonseca, ma anche il golden boy Benny Carbone, il difensore centrale Ciccio Colonnese, il centrocampista Manuele Blasi, Francesco Moriero, il Petisso Bruno Pesaola e la Freccia di Tirana Naim Krieziu, che con i suoi gol contribuì alla conquista del primo storico scudetto giallorosso. A sedersi su entrambe le panchine grandi allenatori, ma soprattutto grandi protagonisti che hanno arricchito il nostro campionato: Claudio Ranieri, Carletto Mazzone, Ottavio Bianchi, Zdenek Zeman e l’indimenticabile Vujadin Boskov.

Le due squadre arrivano al confronto della decima giornata in condizioni psicologiche e di classifica totalmente differenti. Il Napoli di Benitez continua a balbettare, spreca occasioni in serie e raccoglie meno di quanto semini: segna parecchio (17 reti) ma subisce tanto (12 reti) e con 15 punti occupa la settima posizione in classifica, a 7 punti di distacco dalla coppia di testa formata da Juve e Roma. Squadra con grande potenziale offensivo, ma con gravi lacune difensive a partire dal non irreprensibile portiere brasiliano Rafael. La coppia Albiol (ex Real) e il neo acquisto Koulibaly si è rivelata inaffidabile, e la difesa a 4 è soggetta a preoccupanti cali di tensione. L’atttacco ha pagato l’anemia del suo bomber principe Gonzalo Higuain, sbloccatosi solo nelle ultime due partite dopo un preoccupante digiuno; alcuni errori sotto porta, inconcepibili per un cannoniere della sua qualità, e due calci di rigore falliti non hanno certo aiutato gli azzurri. L’argentino ha sofferto la delusione del mancato passaggio del turno in Champions League, e radiomercato lo vorrebbe sul piede di partenza nonostante le smentite del caso. A mantenere a galla il Napoli in questo periodo ci ha pensato l’ex Real Madrid Josè Callejon, che con 7 reti al suo attivo è il capocannoniere del nostro campionato. Il mercato estivo, nonostante i proclami presidenziali, ha raffreddato l’entusiasmo dei tifosi; la Champions è sfumata con il conseguente ridimensionamento in Europa League, e la squadra in campionato ha fornito prestazioni a dir poco sconcertanti: sia in casa, sconfitta con il Chievo e pareggio con il Palermo (3-3 dopo essere stati in vantaggio per 2-0), sia fuori casa, con due pareggi, uno a San Siro contro l’Inter e l’altro Bergamo contro l’Atalanta (1-1), dove potevano arrivare punti utili per il rilancio. In Europa l’andamento non è stato molto differente, e la sconfitta senza attenuanti contro gli svizzeri dello Young Boys ha gettato più di un’ombra sulla panchina di Benitez.

La Roma ha accusato il colpo della batosta bavarese (1-7 casalingo contro il Bayern) nell’ultimo turno di Champions, ma si è rimessa prontamente in carreggiata raggiungendo nuovamente la testa della classifica, in coabitazione con la Juve. Nella Capitale si respira ottimismo per il proseguo della stagione; del resto, dopo il match di Torino e le conseguenti polemiche, Garcia aveva mostrato molta sicurezza: “Sono stato fiero dei miei giocatori. La partita mi ha fatto capire che siamo più forti della Juve. Vinceremo lo scudetto, possiamo farlo”. La difesa, nonostante l’addio di Benatia e la lungodegenza di Castan, sembra aver trovato in Manolas un nocchiero in grado di comandarla in maniera eccellente. Le note dolenti arrivano dalle fasce, dove Ashley Cole continua a non convincere e Maicon è ancora bloccato da problemi fisici; Holebas e Torosidis appaiono discreti rincalzi e nulla più. I 4 gol subiti in 9 gare (di cui 2 rigori) la dicono lunga sulla tenuta e sulla qualità dell’intero reparto: sono ben 7 le partite in cui De Sanctis (e la sua riserva Skorupski) hanno mantenuto inviolata la rete giallorossa. A centrocampo il bosniaco Pjanic, coadiuvato da Nainggolan e De Rossi, dirige un’orchestra di altissimo livello. Florenzi si conferma incursore di gran qualità (2 reti e 1 assist), mentre Keita garantisce un concentrato di esperienza e forza, aiutando Garcia ad attuare un ragionato turnover. Senza dimenticare che ai giallorossi manca Strootman, ancora fermo ai box dopo il grave infortunio che lo ha costretto a saltare il Mondiale. L’attacco si conferma reparto affidabile, e l’ampia scelta di cui gode il tecnico transalpino ha evidenziato innanzitutto la raggiunta maturità e la costanza di Mattia Destro (4 reti in 8 partite, 23 in 49 all-time con la Roma), la professionalità di Ljajic (da reietto del mercato a rincalzo di lusso), la duttilità di Gervinho e il consueto apporto in termini qualitativi di capitan Totti. Il capitano giallorosso viene gestito con parsimonia, e continua ad essere un vero e proprio punto di riferimento: 2 gol e 2 assist nelle 6 presenze stagionali, e la possibilità di diventare il cannoniere principe di questa sfida. Totti ha infatti segnato 7 gol al Napoli, ed è a un passo dal record detenuto da un’altra leggenda romanista: Dino Da Costa, centravanti brasiliano naturalizzato italiano che giocò a Roma negli anni Cinquanta e che è in testa alla classifica dei cannonieri del match con 8 goal. Garcia attende ancora il miglior Iturbe, crack del mercato estivo costato più di venti milioni, ma l’argentino, tormentato da un piccolo fastidio muscolare, ha dovuto saltare qualche partita di troppo.

Che partita sarà Napoli-Roma?
Il Napoli tira più volte verso la porta avversaria, 18 a 14 (per partita), mentre la Roma si conferma più abile nel possesso palla (63%-58%) e più precisa nei passaggi (88%-84%). Chiave di lettura importante è il dato legato al gioco aereo: la Roma, nella speciale classifica, occupa l’ultimo posto dei duelli aerei vinti, 77 (8.6 a partita), mentre il Napoli ne vince ben 144 (16 a partita), praticamente il doppio. I cross sono l’arma preferita del Napoli (28 a partita contro i 17 della Roma), e il gioco dei partenopei passa quindi molto dalle fasce (37% a sinistra, 34% a destra): riusciranno Ghoulam e Maggio (vista l’assenza forzata di Zuniga) a sfondare e proporsi con continuità? Il gioco palla a terra della Roma (663 passaggi di media a partita) si sviluppa attraverso rapide verticalizzazioni, ed è la logica conseguenza di una stretta relazione tra i palleggiatori di centrocampo e la rapidità degli attaccanti giallorossi. Gli statici Albiol e Coulibaly patiranno oltremodo la rapidità delle frecce giallorosse?

La sfida che andrà in scena sotto il Vesuvio non potrà non tenere conto degli impegni europei delle due compagini. La Roma sarà di scena mercoledì a Monaco di Baviera per dimostrare che l’1-7 è stato solo un incidente di percorso; uscire dall’Allianz Arena con un risultato di prestigio, dimostrerebbe la crescita del gruppo con conseguenze positive sul cammino dei giallorossi. Garcia farà calcoli? Insisterà con il turnover oppure chiederà un sacrificio supplementare ai suoi? La coperta è corta soprattutto in difesa, dove si attendono novità da Astori e c’è incertezza sui tempi di recupero di Castan e Maicon. Da Napoli si guarda alla sfida di campionato come una delle ultime possibilità per rientrare nella lotta per le posizioni di vertice. Benitez dovrà assolutamente vincere con la Roma e cancellare la pessima prova di Berna in Europa League, per questo non si preannuncia turnover massivo per l’impegno di sabato. Partite come queste possono valere una stagione. L’ennesimo errore o occasione mancata potrebbe essere fatale per un tecnico che continua a non convincere pienamente.

Sperando che sia solo calcio e non cronaca nera, ricordando i bei tempi in cui Napoli-Roma era una festa. Ricordando i tempi in cui Napoli-Roma era il Derby del Sole.


Questo articolo è stato pubblicato su Contropiede.net e su Ilgiornale.it

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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