The sequel ovvero City-Barça, again

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«Non so se il gap quest’anno è maggiore. Abbiamo entrambi vinto il titolo l’anno scorso. Il City è migliorato, ma anche noi. Vogliamo vincere il trofeo e per farlo dobbiamo passare da sfide come questa»
Luis Enrique, allenatore del Barcellona

C’è un video, oramai diventato virale, che il Manchester city registrò durante il sorteggio degli ottavi di Champions 2014. I calciatori sono in palestra e osservano un televisore che trasmette le immagini della cerimonia. Ad un certo punto Luis Figo estrae la pallina con il Barcellona: qualcuno sorride amaramente, qualcuno scherza mentre i giocatori escono dall’inquadratura e qualcuno sullo sfondo resta impietrito. Se l’idea di marketing era ottima, quel giorno i calciatori del Barcellona capirono che la qualificazione era cosa fatta: una reazione spontanea e divertente (far vedere come reagiscono i protagonisti ad un sorteggio) ma allo stesso tempo drammaticamente provinciale nella sua epifania.

E infatti, nella scorsa Champions, i blaugrana furono padroni di entrambi i match ed eliminarono gli inglesi con un netto parziale (4-1, nel dettaglio 0-2 all’andata e 2-1 al ritorno, a Barcellona) dimostrando una superiorità totale e una maggior abitudine a disputare partite di quel genere. Ci buttiamo a capofitto tra le braccia di City-Barça, consci che questo sia l’ottavo di finale più interessante e affascinante dell’intero turno, grazie soprattutto ai tanti campioni che scenderanno in campo e a quella sete di rivincita che anima i britannici. Sarà ancora City-Barca con i blaugrana sempre favoriti ma con una forbice più accorciata rispetto alla stagione scorsa.

«Siamo in un grandissimo club, tanto che si creano malumori per una sconfitta dopo undici vittorie di fila. Siamo comunque ad un ottimo livello e vogliamo la vittoria anche sul campo del City»
Gerard Piqué, difensore del Barcellona

pellegrini_reuters-452865Da una partita così ci si aspetta calcio spettacolo, al netto di inutili e stucchevoli tatticismi, con la speranza che Pellegrini e i suoi sappiano contenere la furia offensiva catalana, facendo molto male là davanti grazie alla vena di Sergio Agüero, uomo fondamentale per le speranze dei Citizens. Partiamo proprio dai padroni di casa. I Citizens continuano la loro stagione sotto il segno della rincorsa: in campionato all’inseguimento del Chelsea di Mourinho e in Champions, dove nella fase a gironi hanno capovolto le gerarchie di un gruppo che li vedeva praticamente eliminati dopo quattro partite. La squadra sembra avere più coscienza delle sue possibilità e lo zoccolo duro a cui Pellegrini si affida ha accumulato un anno in più di esperienza e conoscenza. Il City è una franchigia poco avvezza a queste competizioni e la grande disponibilità economica che ha permesso alla “parte povera” di Manchester di sedersi al tavolo delle grandi mostra tutti i suoi limiti davanti ad una corazzata come il Barcellona.

4 titoli di campione inglese (2 negli ultimi tre anni), 5 FA Cup, una sola Coppa europea (la Coppa delle Coppe vinta nel 1970) e tanti anni di purgatorio e fiumi di alcol nei quali i tanti tifosi skyblues hanno dovuto affogare i loro dispiaceri, mentre l’altra sponda di Manchester vinceva di tutto e di più. Con l’arrivo dei petrodollari le cose sono cambiate e il City ha iniziato a frequentare i piani alti della Premier e la nobiltà europea: ma è proprio in Europa che sono arrivate le delusioni maggiori per la squadra inglese.

I catalani, dal canto loro, sono una vera e propria corazzata. Squadra dei sogni, squadra dai tanti titoli (22 Liga, 26 coppe del Re, 4 Champions, 4 coppe delle coppe, 3 Coppa delle Fiere, 2 Mondiali per club e 4 Supercoppe UEFA), Mes que un club (più di un club), come recita il motto della società blaugrana.

«Li rispettiamo ancora di più dell’anno scorso. Ma quest’anno è differente. Quest’anno possiamo farcela»
Samir Nasri, centrocampista del Manchester City

Manchester City's Sergio Aguero celebrates scoring a goal during their English Premier League soccer match against Tottenham Hotspur at the Etihad Stadium in ManchesterEntrambe seconde nei rispettivi campionati, entrambe all’inseguimento di due avversari molto forti: il Chelsea e il Real, che a parte qualche piccola battuta d’arresto sembrano inavvicinabili. In Inghilterra gli uomini di Manuel Pellegrini fanno la voce grossa grazie al miglior attacco (56 reti), a pari merito con la banda Mourinho, e distano 5 punti dai blues. Il Barcellona ha appena subito una brutta botta d’arresto. Sabato scorso, infatti, davanti al pubblico amico, ha lasciato i tre punti al modesto Malaga, permettendo al Real di riportarsi a 4 lunghezze di vantaggio. Irriconoscibili e svagati, i blaugrana sono comunque la miglior difesa della Liga con 14 reti al passivo e ben 67 all’attivo: un ruolino di marcia imponente ma non sufficiente a spodestare le Merengues. In Champions il City ha dovuto sudare sette camicie e solo grazie a due vittorie contro Bayern e Roma, Pellegrini e i suoi hanno festeggiato una insperata qualificazione. Al contrario Luis Enrique non ha avuto nessun problema, a parte lo stop contro il PSG nella partita in terra transalpina: le altre cinque partite sono state amministrate in maniera assolutamente serena e sono state sufficienti a garantire la prima piazza del girone. Nei precedenti il bilancio è a favore dei catalani: 2 vittorie (in Champions) e una sconfitta in amichevole proprio nel giorno dell’inaugurazione dello stadio City of Manchester. Curiosità: eravamo nel 2003, Xavi in campo, Iniesta in panchina per un 2-1 targato Anelka, Sinclair e Saviola per il Barça.

Il Barcellona è squadra votata all’attacco: sono 403 gli attacchi portati all’area avversaria ma, udite udite, Messi e compagni peccano di precisione: 11.6 tiri a partita (di cui 5.5 nello specchio). Vero che i blaugrana hanno segnato 15 volte, ma a guardare i numeri ciò che colpisce è la quantità dei tentativi piuttosto che la qualità degli stessi. E il City? I segnali non sono incoraggianti soprattutto dai numeri che arrivano alla voce difesa. I Citizens concedono molto (oltre 10 tiri a partita, di cui 5 nello specchio) e 8 goal al passivo: peggio ha fatto solo lo Schalke (14 reti subite). Insomma, se Pellegrini vuole compiere l’impresa dovrà limitare o anestetizzare le bocche da fuoco blaugrana Messi, Suarez e Neymar. Ma se la difesa appare un punto debole, in Champions anche l’attacco inglese ha latitato, e non poco. Meno di dieci tiri a partita (9.5) di cui appena 4 nello specchio e pessima percentuale relativa alla precisione al tiro: 42% (la media Champions è del 47%).

Cosa aspettarsi dalla difesa blaugrana? In poche parole, statisticamente, il City ha qualche possibilità di mettere in crisi il reparto arretrato di Luis Enrique? Innanzitutto notiamo che il Barcellona concede poco, ma allo stesso tempo viene facilmente castigato: 2 tiri appena nello specchio a partita, 5 in totale ma ogni 6 tiri il Barca prende un goal. Solo sfortuna o reparto arretrato un po’ farfallone?

Lionel_Messi-1200Che tipo di partita sarà? Pellegrini ha detto che hanno imparato dai loro errori, che l’anno scorso il City si snaturò per cercare di non prenderle. Quest’anno l’input (almeno a parole) è l’esatto contrario: fare il proprio gioco e lottare per il possesso palla. Queste le parole di Pellegrini, che poi ha insistito sul concetto di possesso e di pressing. Luis Enrique apparentemente può dormire sonni tranquilli. Vero, la striscia di risultati utili si è fermata sabato scorso dopo 11 vittorie consecutivi, ma questo Barça è fatto per segnare e un golletto fuori casa potrebbe sistemare molte cose in vista del ritorno. Possesso palla monstre come al solito, fitta trama di passaggi e rapide verticalizzazioni là davanti, dove è facile immaginare che il trio delle meraviglie Messi-Suarez-Neymar possa creare occasioni da un momento all’altro. L’idea di Enrique è volta alla creazione degli spazi e all’attacco degli stessi. Quando hai terzini come Dani Alves o Mathieu, o incursori come Iniesta che negli spazi ci vanno a nozze, beh, direi che il più è fatto. Il City si è rinforzato con l’acquisto di Bony e ha lasciato fuori Jovetic: il montenegrino non l’ha presa bene e ha pubblicamente attaccato il suo tecnico, creando un po’ di scompiglio.

«Agüero è uno dei cinque giocatori più forti del mondo e quando è al 100% è molto difficile da fermare. Torna da un infortunio, ma gioca sempre di più e, come si è visto contro lo Stoke e il Newcastle, è tornato alla massima forma»
Manuel Pellegrini, allenatore del Manchester City

All’interno di due rose così, identificare i possibili protagonisti è veramente un terno al lotto. Lo abbiamo già fatto la scorsa settimana e replichiamo il gioco. Per il City scegliamo Sergio Aguero, mentre per il Barcellona indichiamo (controcorrente) Luis Suarez. Se non fosse stato squalificato, la nostra scelta sarebbe caduta su Yaya Touré, ma purtroppo l’ivoriano salterà la partita di andata. Non ci resta che sperare in Aguero e nei suoi guizzi. Reduce da un infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi da gioco per un lungo periodo, l’argentino sembra pienamente recuperato. Seconda punta, prima punta, centravanti atipico adesso. Rapido nello stretto, veloce, formidabile fromboliere e gran realizzatore, le speranze del City passano dai suoi piedi e dai suoi goal.

757379d0-8372-11e4-8519-79e2163cb337_Suarez-glumLuis Suarez ha un conto aperto con il portiere inglese Hart (già trafitto al mondiale grazie ad una fenomenale doppietta) e in generale quando sente profumo di terra d’Albione si scatena. L’ex Liverpool nel tridente blaugrana non sembra prettamente a proprio agio. Messi ne oscura le prestazioni a suon di goal, Neymar ha già fiutato l’aria di Barcellona e sa come comportarsi mentre l’uruguagio (a mio avviso non idoneo al gioco del Barça) ha il compito di fare il lavoro sporco e, alla lunga, potrebbe rivelarsi poco piacevole visto che gli onori li raccoglie qualcun altro al suo posto. Spietato centravanti d’area, famoso per le sue mattane (e i suoi canini) è uno degli attaccanti più forti del mondo. E se volesse prendersi la scena proprio stasera?

Le probabili formazioni

Manchester City: Hart; Zabaleta, Mangala, Kompany, Clichy; Fernandinho, Fernando; Nasri, Silva, Milner; Aguero.
• Indisponibili: Touré (squalificato)
• Diffidati: Agüero, Clichy, Edin Džeko e Zabaleta

Barcellona: Bravo; Alba, Mascherano, Piqué, Alves; Iniesta, Busquets, Rakitić; Neymar, Messi, Suárez.
• Indisponibili: Douglas, Vermaelen

Qualche curiosità. Il City è alla seconda partecipazione agli ottavi, mentre per il Barcellona si tratta dell’11esima consecutiva. Il bilancio dei blaugrana negli ultimi 10 anni è di otto qualificazioni e due eliminazioni. Anche se il City cerca di arrivare ai quarti per la prima volta, il tecnico Manuel Pellegrini ci è già riuscito con Villarreal (2006, 2009) e Málaga CF (2012). In nove stagioni in Spagna sulle panchine di Villarreal, Real Madrid e Málaga, Pellegrini ha vinto solo quattro volte contro il Barcellona. Con il Real, il tecnico cileno ha perso entrambi i ‘Clásico’ del 2009/10 (0-1 in casa, 0-2 fuori), mentre il suo bilancio complessivo contro il Barcellona è di 4 vittorie, 4 pareggi e ben 14 sconfitte. Con il Chelsea,Frank Lampard ha segnato tre gol in 10 partite contro il Barcellona, eliminandolo nella semifinale del 2011/12 e agli ottavi 2004/05, ma uscendo nella semifinale 2008/09 e agli ottavi 2005/06.

Questo articolo è stato pubblicato da Contropiede.net e Ilgiornale.it

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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