Belle speranze – Il Toro 2021/22 – seconda parte

ovvero l’avvento nelle nostre vite di tifosi di Ivan Juric

Il Toro vince contro la Samp. E’ ufficiale questo è il momento di illusione massima dell’intera stagione.

IL GIrone di ritorno

Il Covid ci blocca ancora. La pandemia morde, il Toro è nuovamente stoppato dall’ASL (come nello scorso campionato per il match di Roma contro la Lazio) e abbiamo di nuovo un cluster all’interno dello spogliatoio.

Inizia il solito iter che ci porterà a giocare contro i bergamaschi ad aprile.

Per Tuttosport al Toro possono accadere sempre e solo cose negative. E anche il futuro prossimo sarà disastroso. I titolisti decidono che non giocheremo nemmeno contro la Fiorentina.

Ma se alla Befana non giocheremo, ecco che il 10 gennaio in orario pre-serale (alle ore 18) il Toro scende in campo contro la Fiorentina di Italiano e di Vlahovic.

Alle difficoltà e agli strascichi del Covid si aggiungono anche le non perfette condizioni del nostro secondo portiere, Berisha: Vanja ha il covid, l’albanese non è al 100% e Juric si affida al terzo portiere Gemello.

La Fiorentina che veleggia in sesta posizione appare ostacolo insormontabile e invece davanti ai larghi vuoti dell’Olimpico, è il Toro che dimostra di essere in palla.
Il primo tempo finisce 3-0, nella ripresa Sanabria cala il poker. (4-0 finale)
Quarta vittoria casalinga nelle ultime cinque partite.

Come in una sorta di presagio, i resti della Maratona inneggiano a Vlahovic bollandolo come prossimo bianconero: dopo due settimane scopriremo che abbiamo anche proprietà propiziatorie.

Esattamente quelle che ha Vojvoda che esulta prima che Sanabria realizzi il 4-0

LA GRANDE ILLUSIONE

Si va a Marassi. C’è la Samp che ci aspetta e, in rimonta, vinciamo una partita mai in discussione. Altri 20 tiri totali (12 nello specchio), 63% possesso palla, 10 calci d’angolo.

Sugli scudi Praet che segna anche il gol vittoria. Ma siccome siamo il Toro, non possiamo nemmeno esultare al 100%: il colpo di testa del belga che batte Falcone non gonfia la rete ma passa attraverso un buco della stessa.

La sensazione è che la palla sia uscita, dura un’istante. Per fortuna.

In difficoltà invece c’è Vanja che ne combina più d’una.

Bucato Falcone, bucata la rete.

A questo punto, inizio, personalmente, a pensare che questo girone di ritorno ci regalerà parecchie soddisfazioni: ma non faccio i conti con il nostro stellone.

La squadra gira talmente bene che la delusione non sarà nemmeno troppo malvagia.

Il mercato, ah già, pure quello ci regala qualche gioia e qualche dolore: abbiamo un nuovo esterno, si chiama Mohamed Fares, arriva dalla Lazio il 14 gennaio e il 18 in allenamento si procura la rottura del legamento crociato. Stagione finita.

Che non fosse integro fisicamente si sapeva, così, sembra davvero che il destino si accanisca (su di lui e in parte su di noi): l’operazione era rischiosa e, come spesso accade, il rischio non paga.

Nel frattempo, in uscita ci sono i soliti nomi: Rincon, Baselli, Verdi, Zaza, Izzo…

turning point

Il match che determina una svolta a mio modo decisiva per la nostra stagione è quello casalingo contro il Sassuolo.

A memoria faccio fatica a ricordare una partita più sbilanciata di questa alle nostre latitudini.
Un tiro al bersaglio: 21 totali, 6 nello specchio, migliore in campo Consigli, i tre “tenori” Scamacca-Berardi-Raspadori completamente cancellati.

A più riprese sembra che il pugile neroverde, dopo il gol del temporaneo 1-0 (Sanabria) stia per crollare: parate in serie, un palo, due traverse, sembra davvero un incantesimo.

Ma il cattivo presagio aleggia sulle nostre teste e all’88 su azione nata da una rimessa laterale sulla quale Juric si arrabbierà molto, gli ospiti pareggiano.

Juric a fine partita protesta e viene espulso. Ci resta davvero l’amaro in bocca.
Il nostro campionato gira qui.

Juric protesta, espulso.

MERCATO, UN VIA-VAI RAGIONATO

Il mercato di gennaio sfoltisce la rosa e la rimpolpa con qualche colpo a sorpresa.

Escono Rincon (Samp), Baselli (a Cagliari), Verdi (Salerno) e Kone (Crotone).

Alla prima partita utile, Verdi piazza una doppietta su calcio di punizione: rimango basito mentre guardo le immagini dei due gioielli del trequartista ex Toro.

Verdi 1
Verdi 2

Verdi sarà una delle note liete del campionato della Salernitana, che si salverà anche grazie ad altri suoi gol: sembra incredibile, no?

In entrata Fares (argh!), Pellegri (dal Milan), Demba Seck (Spal) e infine, il fulmine a ciel sereno: Samuele Ricci dall’Empoli.

Un colpo davvero da urlo per il Toro, che si assicura il centrocampista classe 2001 con un blitz a sorpresa, sottotraccia come piace a molti esperti di mercato.

Samuele Ricci

Ivan Juric, pre Udinese-Torino

Abbiamo messo dentro ragazzi non per metterli subito dentro da titolari ma che possono diventare pezzi forti del Torino col tempo e col lavoro. Inoltre, sono ragazzi che hanno uno stipendio normale, una cosa normale sia per l’equilibrio dello spogliatoio che sul piano economico. 

CALENDARIO ASIMMETRICO, RISULTATI PERFETTAMENTE SIMMETRICI

La partita con il Sassuolo ci trascina in un vortice di negatività esasperante che, ovviamente, cade nel periodo antecedente al derby.
Insomma, se può andare male qualcosa, beh, ci andrà.

Perdiamo a Udine una partita incolore che solo nelle fase iniziali ci vede pericolosi. Sarebbe una partita da 0-0, una classica partita che ti consente di portare a casa il punticino.

Invece no. Mandragora viene espulso nel recupero. Dalla susseguente punizione, una indecisione di Milinkovic-Savic ci condanna.

Non finisce qui, perché Vanja ne combina un’altra e regala un penalty ai bianconeri. Pussetto trasforma e perdiamo senza colpo ferire, 2-0.

Vanja Milinkovic-Savic

Il Sassuolo ha aperto una striscia di otto partite in cui raccoglieremo appena 4 punti, per un totale di 4 sconfitte e 4 pareggi.

CADE il fortino e rimpianto derby

Sembra incredibile, ma proprio sul più bello, ci areniamo.

Sconfitta a Udine, sconfitta casalinga – inaspettata- contro il Venezia (primo gol di Haps in serie A) al termine di una partita involuta che ci vede andare subito in vantaggio ma che perdiamo per due disattenzioni fatali.

Il Venezia non vinceva da 10 partite e ne vincerà solo 1 delle future 14, perdendone 10 di fila.

La maglia di Pobega impedisce a Caldara di intervenire sul pallone.

Nel finale del match, interessantissima decisione arbitrale di Giua che annulla per fuorigioco – attivo – di Pobega, un gol di Belotti.

Appare evidente ai più come la squadra risenta del contraccolpo psicologico del pareggio casalingo contro il Sassuolo ma fermandosi a riflettere, il Toro perde per episodi ben circoscritti.

PERDIAMO ANCHE PRAET (IL GIOCATORE IMPRESCINDIBILE)

Prima del derby si fa male Praet e Juric si lascia andare al pessimismo cosmico granata.

Ivan Juric su Praet

“La stagione di Praet è finita, l’abbiamo perso per tutto il campionato dopo l’infortunio rimediato in settimana. Era da diversi anni che si portava dietro questi problemi, si tratta di una perdita grave perché a questo punto dovremo cambiare qualcosa di importante. L’assenza di uno come lui si fa sentire”.

Nel derby che giochiamo da ospiti, però brilliamo nuovamente. E’ una bella versione del Toro che fa la partita e pareggia grazie ad un gran gol del Gallo Belotti: è un rimpianto perché avremmo meritato i tre punti.
Ma è un segnale positivo. La terza sconfitta consecutiva avrebbe aperto altri scenari, davvero foschi, in un momento del campionato in cui i giochi per le posizioni di rincalzo non erano ancora fatti.

Ritorniamo a casa contro il Cagliari e, di nuovo, cediamo malamente. Ci facciamo del male ma il primo tempo è qualcosa di incredibile.
Regaliamo un gol su una distrazione fatale (primo gol di Bellanova in A), poi facciamo il tiro al bersaglio, trovando un Cragno in forma smagliante.

Ok, il fotogramma non è granchè. Pavoletti disturba la visuale?

Nella ripresa, Belotti pareggia e Deiola ci punisce con un bel diagonale. Resta qualche dubbio sul fuorigioco attivo di Pavoletti, ma tant’è, ne usciamo con le ossa rotte.

TANTI TIRI, POCA PRECISIONE

A Bologna, 13 tiri, nessuna rete e un incredibile caso arbitrale da moviola che farà il giro del web ma senza scuotere più di tanto le coscienze.
Nel frattempo Berisha prende il posto di Vanja, davvero non in un gran periodo di forma. (per usare un eufemismo)

Davvero inspiegabile

Siamo pur sempre il Toro e qualche “tifoso” farà notare che se non ci danno i rigori è perché non protestiamo abbastanza. Vabbè.

Skorupski passa la sfera con i piedi a Medel, come se fosse un passaggio, rimettendo di fatto in gioco la palla. Il cileno la ferma con le mani e inizia lui l’azione facendo riprendere il gioco.

I giocatori in campo, Mandragora su tutti, si avvicinano subito all’arbitro Massimi per chiedere il calcio di rigore poiché a tutti gli effetti è sembrato evidente a tutti che Skorupski avesse passato la palla a Medel per iniziare l’azione.

Juric post partita Bologna-Torino

Il quarto arbitro era simpatico e scherzava, ma guardando le immagini direi di sì, c’era. Hanno fatto una stron*ata, e dovevano pagarla..poi mi ha detto…”Che fai? Non te lo prendi un rigore così?” “Sì, me lo prendo se me lo fischiate”

Ad un certo punto, la stampa nazionale, si accorge che siamo l’unica squadra in serie A a non aver ancora ricevuto un rigore.
Saranno 31 le gare senza penalty a favore. Ma il bello, o il brutto, deve ancora venire.

Lo SCANDALo

Il clamoroso errore arbitrale di Torino-Inter entra nella nostra stagione come un elefante in una cristalleria: danneggia noi, avvelena la lotta scudetto, getta un’ombra poco chiara su classe arbitrale e VAR.

Highlights

Partiamo col dire che il Toro gioca una delle sue migliori partite in assoluto, che ha occasioni per raddoppiare (ma anche l’Inter va vicino al pari più volte, ci salva il miglior Berisha) e che prima della beffa finale di Sanchez, Pobega, di testa non segna un gol che pareva già fatto.

Al 36′ minuto, con il Toro in vantaggio, ecco quanto accade.

Il fallo su Belotti appare netto

Si apre una polemica infinita che ovviamente ci coinvolge solo parzialmente.
Evidente che il rigore sia netto, ma altrettanto evidente che l’interesse è dirottato sugli aiuti all’Inter, ai danni che Milan e Juve (!) subiscono continuamente e che stanno influenzando la lotta scudetto.
Si aprono dibattiti, ma la cosa più incredibile è l’audio del colloquio arbitro-sala VAR che verrà svelato nei giorni successivi.

Guida sbaglia e lasciatemi dire, lo posso anche comprendere, ma come può Massa dire: “Prima palla e poi piede?” quando ha a disposizione replay e telecamere con differenti angolazioni?

La partita finisce 1-1. E sono altri punti persi.

A GENOVA UN DISASTRO, A Salerno i tre punti (e poco altro)

Andiamo a Genova, il disastroso Grifone di questa stagione non vince in campionato dal 12 settembre, esattamente da 26 partite.
Siamo l’identikit della vittima perfetta, per il delitto perfetto.
Ci condanna il primo gol in Serie A di Portanova e nonostante una superiorità numerica di quasi ottanta minuti (espulsione eccessiva per Ostigard), non riusciamo mai a impensierire seriamente Sirigu.

Questa partita finisce sul podio delle partite più brutte della stagione.

Ivan Juric, post Genoa-Toro

Ci sono troppe cose che non vanno bene in questo momento. Quando non fai risultati per un lungo periodo vuol dire che qualcosa manca”

La Salernitana che ci ospita è una squadra con l’acqua alla gola. Ha bisogno di punti e Davide Nicola sta cercando di risollevare una situazione davvero complicata.

L’ex tecnico granata sta raccogliendo punticini prima di quello che sarà il rush finale (spoiler: trionfale!): il Toro gioca la sua partita e viene gentilmente omaggiato di due rigori.

Davide Nicola (grazie ancora Mister per l’anno scorso!)

O meglio, di un rigore fatto calciare due volte. Belotti prima si fa ipnotizzare, poi realizza. Vinciamo 1-0 e ci scrolliamo di dosso un po’ di paure che stavano pericolosamente riaffiorando.

ARRIVA IL MILAN (E NON SFIGURIAMO)

Leit-motiv della stagione: contro le grandi seminiamo molto e raccogliamo poco.

La regola si conferma anche contro il Milan con cui pareggiamo per 0-0 ma il risultato ci va un po’ stretto: con Ricci, Belotti, Vojvoda e Pellegri, ci andiamo vicino con Maignan che salva il risultato.

Sembra quasi che la squadra sia stimolata maggiormente quando affronta squadre più blasonate, squadre più avanti in classifica, ma allo stesso tempo non riesce a domarle nel punteggio.
Agli atti resta che nei modi e nei termini, non abbiamo sofferto contro nessuna delle prime della classe: il fatto è che ne batteremo una sola delle prime otto (la Fiorentina).

La trasferta di Roma con la Lazio si va ad aggiungere al filotto di rimpianti. Giochiamo bene, imbrigliamo gli avversari, andiamo in vantaggio e poi ci facciamo raggiungere proprio sul più bello: è sempre Immobile (3 gol in fila al Toro in pieno recupero).

Pellegri segna il suo primo gol con la maglia del Toro, Juric osserva dalla tribuna (squalificato)

STRISCIA POSITIVA

Da Salerno, il Toro si è nuovamente destato e grazie alla vittoria casalinga contro lo Spezia, allunga la striscia positiva a 4 partite.
Il match contro i liguri (mai battuti in Serie A) è una passerella che certifica Lukic come uno dei migliori in stagione (se non il migliore) e permette a Demba Seck di esordire dal primo minuto in maglia granata (buona prova).

Che questo Toro sia squadra in grado di compiere grandi imprese, lo capiamo in una tiepida notte primaverile in quel di Bergamo.

Si sfidano due filosofie di gioco simili, i giornali imbastiscono tutto sul duello Juric-Gasperini, discepolo e maestro.

Sarà una partita incredibile in cui il Toro gioca per larghi tratti meglio dei padroni di casa, in netta fase involutiva della loro stagione.

Finisce 4-4 perché il Toro si addormenta proprio sul più bello: prima però ci sono stati due rigori (di cui uno generoso su Sanabria, entrambi trasformati da Lukic) e tanto bel gioco.

Un ottovolante a Bergamo

Il campionato sta scivolando via, ma la vittoria di Empoli ci consegna un ritrovato Gallo Belotti, alla 100esima marcatura in A con la maglia del Toro.

Partita piena di polemiche e di recriminazioni arbitrali da parte dei padroni di casa: l’espulsione di Verre è netta, quella di Stojanovic è un fiscale doppio giallo.
Il primo rigore assegnato al Toro è altrettanto fiscale, ma i chiari di luna sono questi oramai.
Ricordo una decisione uguale in un Toro-Fiorentina (2017/18), tiro di Biraghi, palla fuori di tanto, tocco di De Silvestri totalmente ininfluente, rigore. (Sirigu para su Veretout).

Mi sembrò eccessivo allora, mi pare eccessivo oggi.

Belotti, 100 gol in serie A con la maglia granata

Dicevamo del Gallo che, partito dalla panchina (prima di Pellegri da titolare), entra e fa tripletta.

Questi tre gol li vedo mentre sto finendo un sontuoso pranzo di 1°maggio, al circolo Risorgimento: la sala è piena di avventori ageè, ma soprattutto di bambini tifosi del Toro (e questo è un bel segnale).

Sono tutti per il Gallo e ad ogni gol, si scatenano con il classico gesto della cresta.

Mi sarebbe piaciuto farli vedere al Capitano, mi sarebbe piaciuto spiegargli che se ancora c’è una timida fiammella granata, un lumicino di speranza in fondo al tunnel, il merito è soprattutto suo.

rush finale

Il miglior difensore del campionato, Gleison Bremer

A tre giornate dalla fine, il Toro ha tre partite complesse da giocare.
Non contano pressochè nulla e i ragazzi si congedano dal pubblico amico con due sconfitte contro Napoli (terzultima) e Roma (ultima di campionato) e una vittoria, a Verona contro l’Hellas.

Gran gol di Brekalo

Le due partite casalinghe le giochiamo male (l’ultima non la giochiamo affatto).

Peccato. Chiudiamo a 50 punti, record per Ivan Juric, chiudiamo al decimo posto (la famosa parte sinistra della classifica) ma la sensazione non è per niente piacevole.

L’aria di smobilitazione, il sicuro addio di Bremer, l’incertezza sul futuro del Gallo (mentre scrivo, non ci sono novità), i prestiti che non si sa se verranno riscattati, Brekalo che annuncia di volersene andare: insomma, considerando i chiari di luna Cairoti, i problemi di bilancio e la nostra atavica voglia di pessimismo cosmico, non c’è da essere sereni.

E il gallo che fa?

In tutto questo, l’attesa per la decisione del Gallo sta causando una ulteriore spaccatura della tifoseria e soprattutto una assurda pressione sul giocatore e persino sulla sua famiglia.

Il Gallo in questi mesi ha onorato la maglia nonostante un’annata davvero sfortunata dal punto di vista fisico, ha parlato chiaro all’inizio della stagione: parlerò e deciderò a fine campionato.

Adesso il campionato è finito e non abbiamo ancora una decisione definitiva.

Juric e il Gallo. Gran bella coppia

Credo che la società sappia già cosa vuole fare il calciatore e credo, fortemente, che dovremmo ricordarci cosa ha dato Belotti a questa maglia, prima di pronunciare sentenze che poco hanno a che con la riconoscenza e soprattutto con la civiltà.

Gli insulti alla moglie via Instagram, le frasi rancorose sui social, non fanno altro che accrescere la delusione per una tifoseria che a parole dice di essere diversa dalle altre.

Fosse per me, avrei proposto non un rinnovo normale, ma un rinnovo a vita.
“Metti una firma qui e siamo tutti contenti.”

Mi pare evidente che non sia una questione economica ma tecnica. Il Gallo vuole garanzie sulla squadra che verrà, sulle ambizioni della stessa.
Sa perfettamente cosa ha qui, non sa cosa troverà altrove.

Potremmo parlare per ore del rischio che corre ma non ne possiamo giudicare scelta e ambizioni: sa perfettamente che in molte squadre di prima fascia sarebbe una valida alternativa ma non una prima scelta.

Spero si fidi di Juric.

conosco i miei polli

Con i chiari di luna che viviamo, mi porto avanti sulla questione e apro i sicuri scenari della vicenda.

  • Scenario A – Belotti resta.

Il popolo granata è felice ma una parte di esso gli rimprovera di averci considerato come una seconda scelta. Le cose non vanno bene, lo contestano.

  • Scenario B – Belotti va.

Il popolo granata non è felice e una parte di esso gli rimprovera di aver abbandonato la nave. La stessa parte dimentica i 100 e passa gol, lo spirito combattivo, le rovesciate, le esultanze ecc. ecc.
Lo contestano.

Belotti in rovesciata

COSA ASPETTARSI DAL FUTURO?

Ogni anno, al termine della stagione, mi fermo a riflettere e penso che questa sia una domanda davvero pleonastica.

Il calcio è questa roba qua, Paperon de’ Paperoni non è il presidente del Toro e siamo davvero distanti dal gruppo di testa, molto di più di quanto non dica la classifica.

Il nostro futuro prossimo si chiama Juric.
Inutile negarlo, l’avvento del tecnico croato è stato un bel colpo: innanzitutto ha rivitalizzato giocatori che parevano finiti, ha valorizzato giocatori giovani che sotto la sua guida potranno crescere ancora.

Inevitabilmente, il nostro destino è quello dell’autogestione, delle plusvalenze, delle cessioni dolorose e della ricostruzione.

Durante l’anno ho ascoltato praticamente tutte le dichiarazioni di Juric. E una in particolare mi ha colpito.

Parola di Ivan Juric

“Io sono il più grande aziendalista che ci sia. Basta vedere a Verona quello che abbiamo fatto in due anni, chi abbiamo preso e chi abbiamo venduto per costruire una squadra che ora è importante senza investimenti. A me piace lavorare con giovani in prospettiva. Per le squadre medie è questo l’unico modo di fare le cose. Non è che io chiedo giocatori. Io chiedo un concetto diverso. Inoltre non ho mai pensato che quest’anno servono risultati immediati ma che serve costruire per rendere questa società sempre più forte per il futuro, perché ha tutto, per la piazza che ha e per la proprietà solida che ha. In estate serviva più coraggio, è su questo che ci siamo scontrati, in certe situazioni si poteva fare meglio. Secondo me mancano alternative per crescere. Mi auguro che il presidente creda al fatto che io non penso a me stesso ma alla società”.

Nei miei piccoli scritti che trovate sulla pagina Facebook ad un certo punto della stagione, ho iniziato a parlare di Juricanesimo, di Profeta croato, di miracoli.

Una celia ovviamente, che non deve offendere nessuno e che deve essere letta come un gioco: sono diventato un adepto di Juric e come me tanti altri.

Il mister ci ha ridato credibilità e anche un pizzico di orgoglio, soprattutto per via di un gioco riconoscibile e di un atteggiamento non remissivo.

Certo è che molto, se non tutto, dipenderà dal mercato e dalla società.

Cairo e Juric

A Cairo vanno imputati tantissimi errori reiterati nel tempo e mai come questa volta le responsabilità saranno sue se non ascolterà le richieste del tecnico.

Juric ha indicato la via e il vertice post campionato tra lui, Cairo e Vagnati non ha fatto trapelare informazioni.
Il tecnico si è lasciato sfuggire una serafica dichiarazione: “Tutto bene.”

L’ossessione. L’appartenenza malata. Il futuro.
La sensazione che prima o poi qualcosa debba cambiare in meglio.
L’ostinazione di un allenatore e di un popolo che attende da troppi anni un cambio di passo.

Si dice Juric, si legge Cairo.

LE STATISTICHE e i migliori

  • 5ª difesa del campionato (41 gol subiti)
  • 8ª squadra per possesso palla (53,7% – l’anno scorso eravamo 17esimi)
  • 1ª squadra per duelli aerei vinti (20.1 – l’anno scorso eravamo sesti)
  • 11ª squadra per tiri effettuati (12.5 di cui 4.1 nello specchio)
  • 4ª squadra per tiri concessi (10.4 a partita – l’anno scorso ne concedevamo 13.3 ed eravamo noni)
  • 4ª squadra per passaggi intercettati (11.1 a partita)
  • 1ª squadra per falli commessi (16.7 a partita)

Per quanto mi riguarda, numeri a parte, se dovessi eleggere il calciatore granata dell’anno, direi Saŝa Lukic.
Un miglioramento netto, per un giocatore che in passato ha dovuto subire critiche ingenerose.

Sicuri protagonisti in positivo sono stati Bremer, Pobega, Rodriguez, Praet, Vojvoda e Brekalo.

Capolinea per Ansaldi, stagione interlocutoria per Singo (a corrente alternata), Sanabria e Mandragora e Djidji.
Il Gallo Belotti, nonostante gli infortuni è risultato il cannoniere granata.

le delusioni

Marko Pjaca nonostante un avvio promettente non è stato in grado di dare l’apporto che ci si aspettava da lui.

Milinkovic-Savic ha confermato le buone doti pedatorie ma non è un portiere sul quale fare affidamento.

Zaza e Ola Aina: se il primo è rimasto fermo ai box e poi chiuso dagli altri attaccanti, il secondo è uscito dai radar anche per via dell’ottima stagione di Vojvoda.

Il tabellone riepilogativo della stagione.

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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