A due velocità – La stagione del Toro 22/23 – prima parte

INTRO

Volete trascorrere un’estate diversa? Oramai rilassarsi e divertirsi è una roba superata, quasi da sfigati.
Non guardate serie televisive, non servono abbonamenti a Netflix o AppleTv.

Basta davvero poco, basta seguire le vicende del mercato del Toro.
Siamo di nuovo in quel “periodo dell’anno” e non possiamo non partire da quanto accaduto un anno fa, per tracciare il bilancio della stagione sportiva 22/23 del Torino.

Una tranquilla serata di luglio, la squadra è in ritiro dall’11, in Austria.
Nel tardo pomeriggio del 27, un telefonino, da un balcone dell’albergo che ospita la squadra, riprende una lite furibonda tra Juric e Vagnati.

I motivi sono chiari. Il mercato non decolla, in ritiro ci sono due facce nuove: Nemanjia Radonjic e Bryan Bayeye, esterno del Catanzaro. Troppo poco.

I media si scatenano. Siamo in trend topic su twitter. A Sky, nella notte, c’è un intervento telefonico di Vagnati (imbarazzatissimo) che getta acqua sul fuoco.

Se c’è un modo peggiore per iniziare la stagione, ditemelo, perché io non lo vedo.

Questo il mio, consueto, personale resoconto dell’annata 2022/23: una stagione a due velocità, purtroppo per noi.

I GUAI NON FINISCONO

Finito il burrascoso ritiro, iniziano le partite ufficiali.

Al cospetto di quasi 7000 persone il Toro fa il suo esordio in casa in Coppa Italia contro il Palermo. Non convinciamo pienamente, ma alla fine risolviamo la pratica.

Capitan Lukic mette il sigillo. Non so da quanti anni un giocatore con la maglia numero dieci indossi anche la fascia di capitano e devo ammettere che la combo non mi lascia indifferente.

Ma quando tutto è oramai pronto per l’inizio del campionato e sto degustando il mio caffé in quel di Coimbra, un altro caso agita lo spogliatoio e noi tifosi.

Lukic si rifiuta di partire per Monza, dove il Toro è impegnato nella prima giornata. I motivi? Promesse contrattuali non mantenute da parte della società.

Juric in conferenza stampa si schiera con il giocatore, la situazione è piuttosto tesa: partiamo alla volta di Monza senza il capitano in pectore.

Chi ben comincia è a metà dell’opera.

BUONA LA PRIMA

A Monza il Toro vince e convince. Bene Radonjic, benissimo Sanabria, male Miranchuk che segna e poi si infortuna, prima dolente nota del nostro campionato.

Purtroppo gli infortuni saranno una fastidiosa costante.

Vanja, che sarà uno degli imputati del processo al campionato, compie un miracolo e una indecisione porta al i gol di Dany Mota Carvalho (primo in serie A) che costerà l’1-2 al 94′ (che, per fortuna, risulterà indolore).

La seconda di campionato ci vede opposti alla Lazio di Sarri. Abbiamo un paio di buone occasioni, concediamo relativamente poco e la partita termina con un pareggio che, sostanzialmente, è giusto.

Di seguito, alcuni interventi di Vanja che ci hanno salvato, qui di seguito il video degli highlights.

Intanto il mercato è ancora aperto. La squadra è incompleta, si va avanti fino all’ultimo minuto sperando nel ritorno di Praet e invece, a sorpresa, a fari spenti, arriva Yann Karamoh. (che alla fine, sai…Pensavo peggio…)

Anche gli esperti di mercato, sbagliano

La prova del nove arriva a Cremona dove il Toro si presenta imbattuto. Il piglio è quello giusto, Vlasic segna il suo primo gol italiano, Radonijc invece fa sognare con un set di meraviglie, accelerazioni, assist, che fanno davvero ben sperare. Fa il suo esordio Piero Schuurs, uno che non faticherà a diventare idolo delle masse.
Vinciamo e sprechiamo l’impossibile (Linetty!), poi sul finire del match, subiamo il primo gol in serie A di tale Sernicola.

NOT BAD, GUYS, NOT BAD

Bello perché abbiamo il senso del limite

Tre partite, sette punti, quattro gol fatti e due subiti, primo posto in classifica.

Alla quarta di campionato andiamo a Bergamo (al link gli highlight in cui troverete un assist di Pellegri) dove ci attende l’Atalanta. La sfida al solito viene presentata come lo scontro tra allievo e maestro (Juric-Gasp) e finisce per essere uno dei grandi classici dell’era Juric: partita ben giocata e persa per disattenzioni (e stupidaggini).

Schurrs in panca, Ricci out per infortunio al polpaccio.

Ci puniscono Koopmeiners, alla sua prima tripletta italiana, e due regali di Aina e Lazaro. Il Toro comunque è vivo, Vlasic segna un super gol, resta in partita ma porta a casa la prima sconfitta stagionale.

Struggente il saluto del popolo atalantino, nel prepartita, a Ilicic, roba per cuori forti.

ARRIVA IL LECCE

Tuttosport, il giorno dopo

Incerottati, nel bel mezzo di una serie di partite e con il fiato già corto, riceviamo, in casa, il neopromosso Lecce.

Siamo anche senza Mister, perché Juric ha la polmonite. Esordio di Ilkhan dal primo minuto. All’appello manca il lungodegente Miranchuk, e in più Singo e Ricci. Karamoh out alla ricerca della forma migliore.

Partita scorbutica perchè il Lecce si presenta combattivo. Vinciamo con il terzo gol di Vlasic (in fila), qualche brivido ma tutto sommato, teniamo botta.

Gran assist di Vojvoda per Vlasic, a Pellegri manca solo il gol, Vanja al primo clean sheet stagionale.

Siamo a 10 punti, ma i più fanno notare che nove li abbiamo fatti con le tre neopromosse. Ce ne ricorderemo quando più avanti, con formazioni di bassa classifica, ne faremo molti ma molti di meno.

Il tour de force non finisce. E sabato 10 settembre siamo a San Siro per il più classico dei banchi di prova. Normalmente, contro le squadre di alta classifica, facciamo sempre bella figura e raccogliamo pochissimo.

E puntualmente, va a finire così con una marea di rimpianti. Handanovic migliore in campo (almeno sei parate decisive), ci punisce un tocco maligno di Brozovic complice una indecisione tra Milinkovic-Savic e Ilkhan (subentrato ad un ottimo Linetty) proprio al tramonto del match.

Gli highlight contengono: Handanovic x 6 + beffa al 90′.

LA BEFFA VERSIONE 2.0

L’occasione per risollevarsi il Toro ce l’ha contro il Sassuolo, in casa, sette giorni dopo. Definire sotto tono la prestazione dei nostri significa fargli un complimento. I neroverdi, rimaneggiati, vincono a Torino con il primo gol in serie A di Alvarez, proprio sul finire del match.

Non che il Toro sprizzi salute da tutti i pori, viste le assenze di Vojvoda, Rodriguez, Ricci e Miranchuk ma alla prova, davvero incolore, si aggiunge un’altra beffa pazzesca. Il Var ci annulla giustamente un gol (Lazaro) per fuorigioco di Vlasic.

Gli highlight contengono: indecisioni e errori marchiani + una parata assurda di Vanja.

E’ stata una brutta partita, c’erano però tutti i presupposti per fare bene tatticamente. Non mi è piaciuto come abbiamo giocato: sotto ritmo, anche se alla fine potevamo vincere. Abbiamo sbagliato una qualità di passaggi allucinanti, tatticamente stasera molto male. C’erano gli spazi ma non li abbiamo sfruttati. Errore di Buongiorno sul gol? Sono due errori, sia sul cross che sul gol. Deve stare sicuramente in anticipo, poi lui può saltare più in alto ma davanti non la deve prendere mai. Oggi tecnicamente siamo stati molto scadenti.

Juric nel dopo partita

Salvifica arriva la pausa delle nazionali, anche se il Toro dovrà fare a meno di ben quattordici giocatori, quindi di riposarsi e rifiatare, di fatto, non se ne parla.

LA CRISI

Al ritorno in campo, siamo ospiti del Napoli. Non una grande notizia considerando lo stato di forma dei partenopei, lanciatissimi e gasati dal nuovo idolo delle masse: Khvicha Kvaratskhelia. Il georgiano ci fa letteralmente a fettine, ma è Zambo Anguissa alla sua prima doppietta in carriera che chiude di fatto la contesa.

La prima mezz’ora di Napoli-Torino andrebbe vietata ai minori di 18 anni. Un massacro. Li andiamo a prendere alti, altissimi e loro ci infilano a ripetizione.

Le cose migliorano un po’ dopo che la tempesta è passata.

Il gol di Sanabria ci desta, poi, ovviamente, sfioriamo il gol in una occasione (sempre Sanabria) ma la sensazione è che il Napoli oltre ad essere di un altro pianeta (e lo sarà per tutto il campionato) sia stato anche agevolato da una tattica esasperata.

Gli highlight contengono: Singo in ritardo su Mario Rui, Buongiorno in difficoltà su Zambo, Lukic che non tiene Kvara. Milinkovic nella versione portiere del subbuteo.

Lo score di Zambo Anguissa in carriera.

ANCORA NELLA BAGNA?

Siamo all’ottava di campionato e siamo già in mezzo ad una strada. Addio sogni di gloria, addio ambizioni. Il Toro si è smarrito, gioca ma non capitalizza, viene punito alla prima disattenzione. Juric parla di mancanza di attenzione e nel frattempo si fa espellere ancora.

Torniamo tra le mura amiche e affrontiamo l’Empoli. (Gli highlight contengono occasioni a ripetizione e una dormita fatale di difensore e portiere).

Ricordare questa partita fa male, malissimo. Siamo davvero una squadra incompiuta. Costruiamo tantissimo, prendiamo un palo con Vlasic e Vicario para a ripetizione.

Poi, quando siamo in pieno controllo del match, il frittatone. Cross di Ebuehi, palla al centro dell’area per Destro che si coordina e rovescia. Niente di eclatante, ma il tiro è angolato e Vanja si butta troppo lentamente mentre Djidji lascia troppo spazio all’attaccante toscano. Siamo sotto ed è quantomeno inspiegabile.

Questa volta però, la zona Cesarini ci premia e Lukic, con un gol rocambolesco, pareggia una partita che doveva finire con un solo risultato: la nostra vittoria.

Nota a margine: il VAR ci toglie un gol per fuorigioco e annulla un cartellino rosso, Sanabria, che diventa giallo, Fourneau, arbitro di giornata, non benissimo.

SI AVVICINA IL DERBY

E il derby (nell’highlight, parate) arriva e finisce nella peggior maniera possibile. 0-1, gol di Vlahovic che salva i bianconeri in crisi di risultati.

Per il Toro, un punto nelle ultime cinque partite. Siamo costretti a giocare senza centravanti, Sanabria acciaccato, Vlasic falso nueve, Pellegri a mezzo servizio.

Ne esce fuori una partita brutta che non riusciamo mai ad aggredire. Agli ospiti basta un golletto in mischia per risolvere la tenzone.

Juric mette in discussione sé stesso e si prende le colpe per l’ennesimo derby buttato via malamente.

Si parla già di fine del rapporto a fine anno, insomma, il derby per noi è sempre un momento di crisi e di analisi. Un po’ come se fossimo il PD.

Due giorni dopo si ritorna in campo per la Coppa Italia, al Grande Torino c’è il Cittadella.

Nell’ highlight, segnaliamo eurogol di Rado, e primi gol in maglia granata per Schuurs e Zima, Vanja fa un paio di interventi mica male.

Nel frattempo fa discutere la foto rubata in un dopo cena tra braća (fratelli, in serbo).

LA RIVELAZIONE

Ci tocca andare a Udine, in casa della rivelazione del campionato. I giornalisti nostrani hanno già incoronato Sottil come nuovo Vate del calcio italiano.

Ehi, è l’Udinese o l’Ungheria del 1954?
Sottil nel dopo partita. Un’analisi non molto lucida, diciamo

Ricordo perfettamente anche le quote dei bookmakers che ci davano praticamente spacciati. Non ci sarebbe stata storia alcuna. Udinese troppo più forte e in palla.

E invece, Puskas Deulofeu e Beto Hidegkuti non riescono a farci male. Anzi, a dirla tutta, se non fosse per la leggerezza di Zima che regala il pallone per l’1-1 temporaneo, l’Udinese giocherà una partita piuttosto anonima. Segnano Ola e Pellegri (primo gol stagionale in campionato, per entrambi). L’assist di Radonjic sarà oggetto di studi scientifici di balistica applicata. Il Toro sembra essere tornato sui suoi passi.

Negli highlights trovate Pellegri che spacca la porta.

Alla dodicesima di campionato arrivano a domicilio, i campioni d’Italia.

L’ambiente è carico, lo stadio pure, la curva Maratona risponde presente alla chiamata.

E quella serata, sarà davvero una serata di gala.

CAMPIONI ammutoliti

La vittoria contro il Milan non è una sorpresa. Qualcuno la bollerà come una casualità, ma questa partita, questo tipo di partita, il Toro di Juric l’aveva giocata molte volte contro le grandi.

L’inizio è choc. Leao si divora due occasionissime, poi il Milan sparisce dal campo. Segnano Djidji in mischia su calcio d’angolo e, due minuti dopo, Miranchuk su azione partita da rilancio di Vanja.

Poi, come capita spesso in queste occasioni, dove non arrivano gli avversari, ci pensano gli arbitri.

Abisso diventa protagonista assoluto, fischia a senso unico e su un lancio di Tonali, ecco il gentile omaggio: Messias scatta con Buongiorno (che è in vantaggio), lo spinge e lo manda per le terre.

Effettivamente qualche dubbio, resta

Nel frattempo Milinkovic-Savic è uscito (perchè???) dall’area e viene beffato dal brasiliano. Gol, 2-1. Juric protesta, doppio giallo, espulso.

Purtroppo negli highlights non si vede la gigantesca partita di Pellegri (e quella di un super Vlasic).

LA SETTIMANA DELLA VERITA’ (JURIC dixit)

Che il Toro sia qualcosa di inspiegabile e irrazionale, oramai penso lo abbiano capito anche i sassi, che sia anche colpito da un’aura di sfiga cosmica, credo altrettanto.

Però quanto capitato al nostro centravanti, dopo tre secondi di partita in quel di Bologna, è qualcosa che va oltre.

Fischio d’inizio, Pellegri scatta e si infortuna. Se non è un record poco ci manca.

La partita, al solito, la conduciamo noi. Trasformiamo il rigore, che Miranchuk si procura, con Lukic (oramai rientrato nei ranghi dopo aver chiesto scusa a compagni e Mister) e poi usciamo lentamente dal match.

Il Bologna effettua il sorpasso con un uno-due pugilistico, anche grazie alla non-decisione dell’arbitro Giua che non vede la sbracciata di Orsolini all’inizio dell’azione che porta al gol di Posch (primo gol in serie A).

Mancano due incontri alla fine della prima parte di stagione. Il mondiale di Qatar2022 è alle porte e nonostante l’assenza della nostra nazionale, il campionato è, ovviamente costretto a fermarsi.

Nell’highlight, una giornata di sole, un gran rigore di Lukic. E stop.

QUattro punti (e dovevano essere sei)

La Samp di quest’anno è davvero poca roba. A pezzi, societariamente e in campo. Occasione ghiotta che sfruttiamo alla grande: Rado sugli scudi (a tratti incontenibile), Vlasic al quarto gol del suo campionato e torniamo alla vittoria.
2-0 senza patemi per una classifica che ci vede lì, a ridosso delle prime otto.

Tanto per non farci mancare nulla, perdiamo Schuurs per infortunio. Spalla lussata, la sosta del Mondiale sarà davvero un toccasana per lui.

Nell’highlight, la qualità dei gol, ovvero, quando i piedi buoni fanno la differenza.

Potremmo davvero spiccare il volo se a Roma, sponda giallorossa, non incappassimo nella nostra solita partita di qualità e quantità, che puntualmente, gettiamo alle ortiche.

C’è un leggero friccicore nell’arietta romana, aleggia, infatti, il fantasma del grande ex, ovvero, Andrea Belotti.

Già, perché in questa analisi dell’annata, non va dimenticato che il Capitano, il simbolo del Toro per sette anni, idolo di tifosi grandi e piccini, ha lasciato la squadra, facendo scadere il contratto per poi accasarsi dal miglior offerente, la Roma per l’appunto.

Qualcuno ci è rimasto male, qualcuno lo ha dimenticato a fatica come si fa con gli amori che resistono nel tempo. Chi più, chi meno, ha voluto lasciarsi alle spalle buoni ricordi.

Però, c’è un però. In un’epoca mediaticamente gestita da social di vario genere, Belotti ha scelto il silenzio. Un silenzio inquietante, anche irritante, se vogliamo. Bastavano due parole, a maggio 2022, in casa, proprio contro la Roma, per salutare e lasciare un ricordo indelebile.

VI FACCIO VEDERE IO

Dopo un primo tempo piuttosto scialbo, il Toro sprinta grazie a Linetty. Consentitemi di dire che il polacco, nonostante non sia il centrocampista ideale per Juric, si è calato nel ruolo ed è diventato uno dei fedelissimi del tecnico croato: gol (di testa) meritatissimo per un serio professionista (l’azione, tra l’altro parte dai suoi piedi…).

A questo punto, la Roma si desta. Mourinho viene espulso per proteste, poi entra Dybala che fa il diavolo a quattro.

Prima si procura un rigore. Alt. Fermiamoci qui. Dybala si procura il rigore e tutti immaginiamo che lo tirerà lui. Invece no. Il rigore lo vuole tirare Belotti che è ancora a secco in campionato, e lo vuole tirare proprio contro la sua ex squadra, davanti ai suoi nuovi tifosi.

Tiro. Palo esterno, fuori. Il karma, Gallo, il karma.

Ma il Toro proprio non riesce a portare a casa il bottino pieno. Tiro a giro di Dybala, traversa, palla che esce dall’area e termina sui piedi di Matic che di prima intenzione, di sinistro trova il pertugio in mezzo ad un nugolo di gambe. 1-1.

Primo gol in serie A per il serbo Nemanja Matic.

Nell’highlight, purtroppo, non si vede Rado che spiega a Mancini cosa significa avere le…

Il campionato si ferma. Partono per il Qatar Lukic, Vanja, Rado, Rodriguez e Vlasic. La sosta sarà lunga. Appuntamento a dicembre per il ritiro spagnolo, per riprendere l’attività a temperature più miti e giocare qualche amichevole in loco e qualcuna in Italia.

In attesa che si riapra il mercato invernale, qualche nome circola sia in entrata che in uscita.

IL RITIRO SPAGNOLO

In Spagna per ricaricare le batterie e recuperare gli infortunati. Ma invece di prendere un bel sole tiepido, il Toro è costretto a docce scozzesi ghiacciate.

Ai box ci sono Linetty, Singo, Ricci e Aina. Fasce in sofferenza, centrocampo pure.

Vinciamo con l’Espanyol (0-1), pareggiamo con l’Almeria (1-1) e poi torniamo a casa dove ci attendono la Cremonese (all’Olimpico, in amichevole davanti a pochissimi intimi, compreso il sottoscritto) e Monza.

Calcio d’inizio, infarciti di Primavera volenterosi

La sgambata contro i grigiorossi termina 0-0, si segnalano buone prove di Gineitis e Ciammaglichella, tra i più intraprendenti. Sanabria invece è irritante, sembra davvero imballato e anche svogliato.

Molti immaginano che sia già con la testa altrove.

L’anno si conclude con una vittoria netta in quel di Monza, per 4-1. Segnalo eurogol di Vojvoda.

Fine prima parte – continua

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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