Terzo e ultimo appuntamento con il nostro breve viaggio attraverso le dodici protagoniste che parteciperanno alla 44esima Copa America, al via l’11 giugno prossimo. Dopo il Girone A e il Girone B, ecco il Girone C.
BRASILE
FIFA Ranking: 5° posto, agg. 4 giugno 2015
Partecipazioni alla Coppa America: 33
Miglior piazzamento: Vincitrice (8 volte, ultima 2007)
Selezionatore: Carlos Dunga (Bra)
Dal ritiro di Teresopolis, per voce del coordinatore tecnico Gilmar Rinaldi (vecchia gloria del calcio carioca), la notizia del giorno è: «Il Brasile non è condannato a vincere questa Copa America, ma deve essere pronto a lottare per vincerla». Evidentemente l’imperativo è quello di tenere un profilo basso, ben sapendo che il Brasile deve vincere sempre, altrimenti che Brasile sarebbe? In più, come se non bastasse, il ricordo del fallimentare Mondiale 2014 e del Mineiraço è ancora vivo e la ferita è ancora aperta: vincere non è solo necessario, ma, in controtendenza con le parole di Gilmar, obbligatorio. Certo è che il lavoro di Dunga non sarà tra i più facili, considerando anche un fisiologico ricambio generazionale e la necessità di coniugare bel gioco e vittorie. Il Brasile che parte da favorito nel girone C è una squadra con molte incognite. Innanzitutto, in attacco. Proprio l’assenza di un “nove”, di un bomber vero, è stato uno dei motivi del fallimento Mondiale: il dopo Fred porta i nomi non esaltanti di Leandro Damiao, vecchia fiamma di parecchie squadre italiane, e Diego Tardelli, bizzoso attaccante giramondo spesso nell’occhio del ciclone più per il suo carattere fumantino che non per le sue prestazioni. La novità è Roberto Firmino, classe ’91 dell’Hoffenheim, giocatore in grado di ricoprire il ruolo di trequartista esterno o centrale in un 4-2-3-1 alle spalle di un centravanti di razza. Robinho e Kakà sono l’usato garantito, Coutinho la nota lieta, mentre a centrocampo appare chiaro che Dunga ha in mente di sostenere la teoria del doppio mediano di Scolariana memoria visti i nomi che circolano nelle probabili formazioni: Fernandinho, Casemiro, Fred (che rimpiazza l’infortunato Luiz Gustavo) e Rafael Alcantara. Dunga ha riportato quantomeno i risultati e il suo Brasile ha vinto le 8 partite giocate dopo la doppia scoppola semifinalefinale-terzo/quarto posto del Mondiale, segnando 20 goal e subendone appena 2. La difesa è un mix di esperienza e gioventù grazie a Thiago Silva e Marquinhos, ma è anche la svagatezza di David Luiz e Miranda, la grinta di Filipe Luis e la freschezza di Fabinho (ottima stagione monegasca per lui) mentre si fatica a comprendere l’assenza di Dani Alves. Tutto molto bello, salvo il ruolo che nessun brasiliano vorrebbe mai interpretare nei sogni di bambino, ovvero il portiere: le tre scelte di Dunga sono improntate al futuro. L’addio di Julio Cesar lancia Jefferson (Botafogo), tallonato dall’ex fiorentino Neto e dal guardiano del Gremio, Marcelo Grohe.
L’uomo in più – Neymar
Prima del Mondiale brasiliano e ancor prima del suo trasferimento al Barcellona, Neymar era soltanto l’ennesimo prodotto di marketing misto a fuffa che puntualmente il Brasile dà in pasto al resto del mondo, Europa in testa. Troppo leggerino, troppo “Venezia”, fasullo, poco incisivo, si diceva. E invece, al termine della seconda stagione blaugrana, le cose non stanno proprio così. 9 goal il primo anno (26 presenze), 22 (33 presenze) il secondo, ma soprattutto una crescita costante, soprattutto a livello di gioco di squadra e di incisività. I 7 assist e i movimenti sincronizzati alla perfezione nel tridente delle meraviglie attestano la maturità del giocatore. Insomma, Neymar sembra essere cresciuto e dovrà essere il trascinatore di questo Brasile. Il passato Mondiale ha consegnato alla storia un Brasile Neymar-dipendente e il giovanotto di Mogi das Cruzes ha le stimmate del campione. O Ney, come è soprannominato, ha addirittura ricevuto l’investitura del più grande di sempre, O Rey, Pelé che disse: «Potrà diventare più forte anche di me». Per il momento Neymar ha già segnato 43 volte nelle 62 presenze con la maglia verdeoro ed è quinto nella classifica dei migliori marcatori di sempre dietro a Zico, Romario, Ronaldo e Pelè.
COLOMBIA
FIFA Ranking: 4° posto, agg. 4 giugno 2015
Partecipazioni alla Coppa America: 19
Miglior piazzamento: Vincitrice (2001)
Selezionatore: José Pekerman (Arg)
Immaginate di avere una marea di ingredienti, tutti (o quasi) di primissima qualità. Immaginate di dover realizzare una sola ricetta. Equilibrata, gustosa, saporita, eccellente. Ecco, allora se la vostra immaginazione coglie nel segno, davanti a voi avete la rosa della nazionale colombiana (gli ingredienti) e un cuoco, l’allenatore argentino José Pekerman: cosa aspettarsi? Sulla carta, nel listino dei potenziali vincitori di questa edizione, la Colombia è tra le favorite alla conquista del titolo, che manca da ben quattordici anni e è stato vinto nell’edizione disputata proprio tra le mura amiche. Questa Colombia può ambire al bersaglio grosso, nonostante il girone C preveda un match difficile (Brasile) e due potenziali trappole (Venezuela e Perù). Tre Mondiali U20 e due Tornei Sudamericani U20: è questo il palmares del tecnico argentino Pekerman, che dopo il bellissimo Mondiale brasiliano (che peccato quel quarto di finale contro un Brasile non certo superiore) guiderà la Colombia per la prima volta nel torneo continentale. E proprio contro il Brasile sono arrivate le ultime sconfitte dei Cafeteros (Mondiale e amichevole) che da settembre hanno inanellato una serie vincente: 6 vittorie in 6 partite, 16 goal fatti e 2 subiti contro avversari non eccelsi, ma tant’è. Ospina tra i pali, Zapata e Murillo centrali, Arias e Zuniga in fascia (ma Armero tallona), un centrocampo che deve fare a meno di Guarin reduce da una stagione in chiaroscuro all’Inter ma ha interpreti di valore come Cuadrado, Sanchez e soprattutto James Rodriguez. L’attacco è il reparto più forte, tra i più forti della competizione grazie a giocatori del calibro di Bacca (fresco vincitore dell’Europa League con il Siviglia), Jackson Martinez (Porto), Gutierrez, Radamel Falcao (non vi fate ingannare dalla pessima stagione inglese, se uno i goal li sa fare, li sa fare sempre) e due conoscenze del campionato italiano, Luis Muriel e Victor Ibarbo. E qui partono i dubbi. Quale modulo userà Pekerman? Quante punte? Una? Due? Tre? C’è solo l’imbarazzo della scelta. Se farà il cuoco in maniera corretta, la portata potrebbe risultare piacevole e, perché no, vincente.
L’uomo in più – James Rodriguez
Al termine della sua prima annata con le Merengues, possiamo dirlo con una certa tranquillità: sì, James Rodriguez non è un bluff. Scarpa d’oro al Mondiale 2014 (per essere un 10, mica roba da poco), pluripremiato a livello giovanile, James Rodriguez è il faro della nazionale colombiana. Il suo straordinario Mondiale lo ha reso famoso, ma il giovanotto punta decisamente in alto. Innanzitutto a livello nazionale ci sono da scalzare i miti della propria gioventù, a partire da quel Carlos Valderrama che lo ha pubblicamente incoronato come star di prima grandezza della Colombia e in generale del panorama internazionale. Numero 10 completo, dotato di gran calcio e ottima visione di gioco che gli permette di “assistere” i suoi compagni e di realizzare un cospicuo numero di reti. Quest’anno con il Real, in Liga, 12 goal e 13 assist in sole 29 presenze ed una stagione condizionata da un brutto infortunio ad un piede che lo ha costretto ad uno stop di due mesi.
VENEZUELA
FIFA Ranking: 72° posto, agg. 4 giugno 2015
Partecipazioni alla Coppa America: 15
Miglior piazzamento: Quarto posto (2011)
Selezionatore: Noel Sanvincente (Ven)
Se c’è, in Sudamerica, un movimento calcistico in ascesa, questo è il caso della Vinotinto del Venezuela. Paese storicamente fanalino di coda delle classifiche continentali, ha saputo formare una generazione di calciatori di buon livello appoggiandosi ad una federazione abile nel sostenere progetti di sviluppo per il movimento calcistico venezuelano. Una spinta importante è arrivata dalle ultime due edizioni della Copa America: nel 2007, il Venezuela fu Paese organizzatore e raggiunse lo storico traguardo dei quarti di finale, ma è nel 2011 e con il quarto posto che il Sudamerica (e il mondo) si accorse della compagine allenata all’epoca da Cesar Farias. Ora sulla panchina siede Noel Sanvincente, venezuelano ed esperto conoscitore del movimento per aver vinto 8 titoli nazionali con Caracas FC e Zamora FC. Fernando Amorebieta, rude difensore centrale noto ai più per i trascorsi all’Athletic Bilbao prima, al Fulham poi e ora al Middlesbrough, ma soprattutto per lo storico goal nelle qualificazioni mondiali 2014 contro l’Argentina (1-0) è il perno della difesa guidata dal portiere Dani Hernandez. A centrocampo Arango e Tomas Rincon (che milita nel Genoa) sono gli uomini più carismatici e il primo detiene il record di presenze e goal (123, 22) in nazionale. Arango ha giocato in Venezuela, Messico, Spagna e Germania e soprattutto l’esperienza europea (in particolar modo quella al Moenchengladbach) lo ha forgiato rendendolo giocatore universale in grado di giostrare tra centrocampo e attacco, oppure di interpretare il più classico dei 10 o ancora di fare la mezzapunta e in ultimo di far parte del terzetto di trequartisti alle spalle del centravanti d’area. Il 9 è Salomon Rondon, ariete dello Zenit, già in forza al Rubin Kazan. 13 reti nell’ultima stagione in Liga russa, abile nel gioco aereo ma forte con entrambi i piedi, Rondon sarà il terminale offensivo su cui poggeranno gli attacchi dellaVinotinto. Fare meglio del 2011 è difficile ma i frutti sembrano essere maturi. Non raccoglierli ora, con la rosa più forte di sempre, sarebbe un vero e proprio peccato originale.
L’uomo in più – Josef Martinez
Posto che Arango e Rondon sono giocatori esperti e conosciuti a livello europeo, Josef Martinez è il golden boy del calcio venezuelano. Approdato in Europa nella Super League Svizzera con gli Young Boys, è esploso con il prestito al Thun. Dalla Svizzera all’Italia, dove ha disputato l’ultima stagione agli ordini di Mister Ventura, al Torino, disputando un’annata tutto sommato positiva, mostrando una spiccata velocità e qualche imprecisione di troppo sotto porta che comunque non gli ha impedito di segnare 7 reti divise tra Campionato, Coppa Italia ed Europa League. Attaccante portato a giocare da seconda punta, sembra trovarsi a suo agio nel gioco di contropiede, dove può sfruttare gli spazi: non a caso, le partite migliori di Martinez sono spesso quelle giocate in trasferta. Ancora grezzo in alcune giocate, nonostante la statura non elevata (170cm) è dotato di un ottimo stacco di testa con cui anticipa spesso i difensori avversari rubandogli il tempo. Ventura lo ha coccolato e pungolato, dandogli da subito molto spazio: non è un atteggiamento che l’allenatore del Toro ha avuto in passato con altri giocatori giovani, preservandoli e inserendoli gradualmente. Sembra evidente che Ventura abbia intravisto in Martinez doti importanti e abbia rischiato più del dovuto. In Vinotinto, Martinez ha già segnato 3 reti nelle 17 partite disputate.
PERU’
FIFA Ranking: 61° posto, agg. 4 giugno 2015
Partecipazioni alla Coppa America: 29
Miglior piazzamento: Vincitrice (1939, 1975)
Selezionatore: Ricardo Gareca (Arg)
Il terzo posto del 2011 non deve trarre in inganno. La scuola peruviana è in crisi irreversibile da decenni. Qualche campione qua e là, qualche presunto campione perso nelle nebbie fitte del calcio mondiale, tante delusioni e tanti fallimenti di squadra, non ultima una federazione in difficoltà nel decretare una via per uscire dalle paludi della mediocrità. È dal 1982 che il Perù non si qualifica ad una fase finale di un Mondiale e nel 1987 l’ossatura della nazionale peruviana morì nel tragico incidente aereo che coinvolse la squadra dell’Alianza Lima. Un trauma difficile da assorbire e da superare. Il calcio peruviano da quella data non riuscì più ad entrare tra le quattro semifinaliste della Copa America fino al 2011. Lontanissimi gli anni d’oro di Cubillas, Barbadillo, Cueto e compagnia, il movimento odierno si basa prevalentemente su uno zoccolo duro proveniente dal campionato locale (13 sui 23 della rosa) a cui si vanno a sommare i giocatori che si esibiscono sui palcoscenici europei e su cui il tecnico Ricardo Gareca fa affidamento per superare il primo turno (obiettivo massimo). Volti noti, soprattutto nel reparto avanzato che appare il migliore dell’intera rosa peruviana: Jefferson Farfan, André Carrillo, Yordy Reyna , Paulo Guerrero e il vecchio Claudio Pizarro. Un attacco di tutto rispetto che Gareca dovrà considerare in fase tattica: meglio rischiare ed essere super offensivi (Farfan, Carrillo e uno tra Reyna e Guerrero) oppure contenere per ripartire in contropiede (Farfan e Carrillo)?
L’uomo in più – Jefferson Farfan
È sicuramente il giocatore peruviano più importante e uno dei più esperti dell’intera rosa. Attaccante esterno (e all’uopo seconda punta), Jefferson Farfan ha alle sue spalle (31 anni) una carriera di tutto rispetto. Dopo l’esperienza in patria con l’Alianza Lima, il passaggio in Europa agli olandesi del PSV. Con i biancorossi di Eindhoven ha vinto 4 titoli e si è fatto conoscere agli occhi di tutta Europa. Giocatore rapido, dotato di buon piede, gran dribbling e ottimo fiuto del goal, Jefferson Farfan ha raccolto molto meno di quanto abbia meritato. Il trasferimento allo Schalke lo ha reso uno dei più amati giocatori dai tifosi dei Konigsblau, tanto che un suo ventilato addio alla maglia blu sollevò una vera e propria mobilitazione che culminò con la realizzazione di un video dedicato al peruviano. Il video, in cui gli si chiedeva di restare a Gelsenkirchen, commosse il giocatore che rifiutò il trasferimento. Se non è amore questo… In nazionale conta 64 presenze e 18 goal. A lui e ai suoi colleghi offensivi, Gareca affida le (poche) speranze di passaggio del turno.
Testa a testa
Brasile-Colombia
27 match
17 vittorie Brasile
8 pareggi
2 vittorie Colombia
58 goal Brasile
12 goal Colombia
In Coppa America
9 match
7 vittorie Brasile
1 pareggio
1 vittoria
29 goal Brasile
3 goal Colombia
Brasile-Venezuela
21 match
18 vittorie Brasile
2 pareggi
1 vittoria Venezuela
82 goal Brasile
6 goal Venezuela
In Coppa America
6 match
5 vittorie Brasile
1 pareggio
25 goal Brasile
1 goal Venezuela
Brasile-Perù
39 match
27 vittorie Brasile
9 pareggi
3 vittorie Perù
83 goal Brasile
27 goal Perù
In Coppa America
15 match
10 vittorie Brasile
3 pareggi
2 vittorie Perù
32 goal Brasile
11 goal Perù
Colombia-Perù
49 match
16 vittorie Colombia
18 pareggi
15 vittorie Perù
56 goal Colombia
58 goal Perù
In Coppa America
15 match
3 vittorie Colombia
5 pareggi
7 vittorie Perù
15 goal Colombia
27 goal Perù
Colombia-Venezuela
33 match
15 vittorie Colombia
12 pareggi
6 vittorie Venezuela
49 goal Colombia
25 goal Venezuela
In Coppa America
5 match
4 vittorie Colombia
1 pareggio
11 goal Colombia
2 goal Venezuela
Venezuela-Perù
30 match
8 vittorie Venezuela
3 pareggi
19 vittorie perù
35 goal Venezuela
55 goal Perù
In Coppa America
6 match
4 vittorie Venezuela
1 pareggio
9 vittorie Perù
19 goal Venezuela
27 goal Perù
Questo articolo è stato pubblicato in anteprima su Contropiede.net