23 Giugno – Giorno#12

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La partita #35

Australia v Spagna 0-3

Sarà ricordata come: Il declino dell’impero spagnolo

Una partita che non aveva nessuna valenza e nessuna importanza se non quella statistica e quella storica, che segnava la fine dell’impero spagnolo dopo il dominio internazionale degli ultimi anni.
Insomma, una sorta di addio alle scene, senza i protagonisti di sempre (Casillas, Xavi, Piquè, per non dimenticare il riccioluto Puyol che ha dato l’addio alla Roja tempo addietro). Un addio mesto, anche nei gesti dei giocatori, con uno spogliatoio spaccato, un allenatore che ha decretato la fine di un ciclo e una serie di giovani virgulti che spingono alle spalle dei senatori.
L’Australia ha fatto la sua partita peggiore in questo mondiale, priva del suo uomo più carismatico, Cahill, ha subito le iniziative degli spagnoli e ha contenuto il passivo finchè ha potuto: al termine del primo tempo si era 1-0 grazie al goal di Villa, di tacco sottomisura su bell’assist di Juanfran.
Nella ripresa i goal di Torres e Mata chiudevano il match e consegnavano alla storia le gesta di una grande squadra.
Veramente triste vedere giocatori di questo calibro non esultare per i goal, come se si trattasse della passerella finale, il viale del tramonto di una generazione di campioni.

I protagonisti del match

In positivo: Villa per la Spagna
In negativo: Spiranovic per l’Australia

La giocata del match

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Sono stati 56 minuti di grande intensità poi Del Bosque lo ha richiamato e lui, delusissimo, è uscito, si è accomodato in panca ed è scoppiato in un pianto dirotto.
Lui è David Villa, il pichichi della nazionale spagnola, 57 goal, l’ultimo oggi, forse non avrebbe meritato un trattamento simile.
Un goal, l’ultimo, da segnare con un circoletto rosso, di tacco, bellissimo, da sotto misura: un goal con la morte nel cuore per un duplice motivo. Il primo, la prematura eliminazione della nazionale spagnola e questa partita amichevole con l’Australia, per evitare l’onta dell’ultimo posto nel girone.
Il secondo è che stasera David Villa abbandona per sempre la maglia della nazionale che tanto gli ha dato e a cui lui ha dato altrettanto.
Una bella storia finita con un colpo di tacco, il più elegante e beffardo dei goal, quasi di spalle, come a voler evitare di guardare in faccia il destino.
Un goal senza esultanza, un goal che resta come cartolina di una bella storia.
Il goal di David Villa.

La statistica del match

705 come i passaggi della Spagna

 

La partita #36

Olanda v Cile 2-0

Sarà ricordata come: Don’t stop me now

Non è nelle loro corde e mai lo sarà. Gli olandesi non sono un popolo calcolatore, bensì un popolo anarchico e piuttosto fantasioso.
Non avrebbero mai giocato al risparmio, nè tantomeno si sarebbero accontentati di uno stantio pareggio che li avrebbe comunque qualificati come primi.
Quindi nessun calcolo, nessun risparmio e senza paura ecco la terza vittoria nel girone B, primo posto e ottavi di finale raggiunti sull’onda di un entusiasmo già visto in passato (do you remember Euro2000?).
La squadra è un bel mix di gioventù e campioni affermati e potrà dire la sua. Il Cile è apparso piuttosto impaurito, a tratti veramente irriconoscibile rispetto alla squadra che ha, di fatto, eliminato la Spagna.
Negli ottavi l’asticella si alzerà inevitabilmente.
Le reti, segnate da due panchinari, Fer (di testa su calcio piazzato) e Depay in contropiede (comodo tap-in su centro di Robben) hanno fissato il risultato sul 2-0 finale.

I protagonisti del match

In positivo: Robben per l’Olanda
In negativo: Edu Vargas per il Cile

La giocata del match

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Una partita che altri allenatori gli avrebbero risparmiato anche se il dubbio che Robben questa partita, come tutte del resto, le vuole giocare e le vuole giocare da protagonista.
Vuole correre, spingersi al limite, sprintare in faccia agli avversari palla al piede e soprattutto Robben ama essere utile alla sua squadra.
Van Gaal si è fidato di lui, soprattutto oggi, visto che van Persie non c’era e che Sneijder continua a giocare in maniera normale.
E proprio all’ultimo respiro in una delle sue solite fughe in velocità, Robben ai 200 all’ora ha visto il giovane Depay che correva come e forse anche più di lui. Lo ha visto con la coda dell’occhio, perchè comunque lui corre più veloce di tutti ma non poteva esimersi dal servire il suo veloce compagno: il cross era bellissimo, sul secondo palo. Un gioco da ragazzi per Depay che spingeva in rete da due passi. Tutto bello, tutto veloce.

La statistica del match

Possesso palla Olanda 36%-64% Cile

 

CLASSIFICA FINALE GIRONE B

OLANDA 9, CILE 6, SPAGNA 3, AUSTRALIA 0

 

La partita #34

Croazia v Messico 1-3

Sarà ricordata come: Adelante Mexico, avanti con juicio

Mi aspettavo una Croazia decisa a passare il turno e invece il Messico dell’istrionico Herrera, con molta pazienza e chirurgico cinismo ha colpito nel momento giusto, affossando con un 3-1 che non ammette repliche la nazionale croata.
Mai in partita, nervosa, sfilacciata, tenuta insieme da qualche iniziativa personale di Rakitic e Modric, ma senza continuità e soprattutto senza nerbo i croati abbandonano il mondiale dopo tre partite altalenanti nel rendimento.
Dopo un brutto primo tempo in cui aveva comunque meritato (traversa clamorosa di Herrera), il Messico ha iniziato a macinare gioco e ha colpito prima con il capitano, Marquez (di testa su calcio d’angolo), poi ha raddoppiato con una bellissima azione corale, in contropiede, grazie al goal di Guardado e infine ha triplicato grazie al Chicharito che da due passi ha fatto tris.
Il goal della bandiera di Perisic ha valore statistico e il cartellino rosso a Rebic (fallo criminale su Pena) è una delle immagini peggiori di questo Mondiale: in quel fallo c’è tutta la frustrazione e la poca sportività di questa squadra che stasera ha subito un giusto rovescio.
Messico molto ben messo in campo e molto bello da vedere. Sarà un cliente difficile per tutti, a partire dall’Olanda, sua prossima avversaria.

I protagonisti del match

In positivo: Guardado per il Messico
In negativo: Mandzukic e Rebic per la Croazia

La giocata del match

1 2 

E’ stato uno dei pochi a salvarsi nel naufragio croato e anche stasera ne ha dato prova fino all’ultimo minuto di gioco.
Ivan Rakitic è un giocatore di grande classe. Si muove con passo felpato, accarezza il pallone e sa sempre cosa fare: difficilmente lo vedrete lanciare un pallone senza costrutto. Fa tutto bene e lo fa in maniera semplice.
Questa è stata la sua stagione. Faro del Siviglia vincitore dell’Europa League, uomo d’ordine del centrocampo, ottimo assist-man.
Sono due le immagini  che resteranno impresse nella memoria di Ivan Rakitic stasera.
Una è quella meravigliosa, inutile e beffarda che porta al goal di Perisic. Il suo colpo di tacco magistrale, libera il suo compagno ed è uno degli assist più belli del mondiale.
L’altra immagine è quella rubata dalle telecamere che lo inquadrano proprio dopo il terzo goal messicano.
Sono la stessa immagine. Non vi fate trarre in inganno. Lo stato d’animo è lo stesso.
Quello del campione affermato che si fa beffe della sorte e sorride, masticando amaro certamente, ma il suo ghigno dà le spalle a tutta la partita, a tutta la spedizione croata, a tutto il Mondiale.
Guardate, guardate che assist. E poco importa se siamo 0-3.
Il Ghigno di tacco di Ivan Rakitic.

La statistica del match

108 i km percorsi dal Messico

 

La partita #33

Camerun v Brasile 1-4

Sarà ricordata come: Il cammino prosegue, in attesa delle partite senza appello

Non poteva essere certo il Camerun la squadra che poteva impensierire i verdeoro. Nonostante ciò, il pareggio di Matip è suonato come un campanello d’allarme subito spento dal 4-1 finale che proietta i brasiliani al primo posto del girone e agli ottavi di finale.
E’ ancora Neymar con la sua doppietta a trascinare il Brasile. Pare proprio che il ragazzo sia deciso ad essere l’arma in più della compagine verdeoro.
Inutile dire che il Camerun ha fatto sparring-partner, che il goal del sempre più deludente Fred è stato segnato in evidente fuorigioco e che forse Scolari non ha ancora trovato l’assetto giusto, anche se Fernandinho in quella posizione potrebbe risolvere molte questioni al buon Felipao.
Il Camerun torna a casa. Troppe divisioni, troppi problemi, troppi intoppi. E’ stato, forse, l’ultimo mondiale di Eto’o.
Da qui si deve ripartire. Ieri sera un amico diceva: “Quanto mi dispiace vedere il Camerun così. Me lo ricordo naif e vitale negli anni ’90”. Ebbene, quel Camerun non era solo il Camerun. Era l’Africa.
Ora il Mondiale dei brasiliani entra nel vivo. Loro vogliono vincere, devono farlo. Hanno tutto da perdere.

I protagonisti del match

In positivo: Neymar per il Brasile
In negativo: Nkoulou per il Camerun

La giocata del match

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Neymar jr sta diventando sempre più importante per questo Brasile. Un intero popolo lo acclama nuovo Rei e lui non si sottrae al destino. Continua a segnare e lo fa a suon di doppiette. Insomma, mai come ora il Brasile è Neymar.
Il goal che apre il match contro il Camerun è una segnatura da attaccante che vede benissimo la porta.
Luiz Gustavo si ritrova in fascia, sulla sinistra, cerca di liberarsi di un paio di uomini e centra per Neymar. Il numero 10 lascia scorrere la palla sul destro e con un piatto angolato, fulmina l’incolpevole Itandje.
L’angolo con cui il piede indirizza la palla laddove il portiere camerunense non può arrivare è un vero colpo da maestro, da rivedere mille volte per quanto è bello e preciso.

La statistica del match

19 i falli commessi dal Brasile, 14 dal Camerun

 

CLASSIFICA FINALE GIRONE A

BRASILE 7, MESSICO 7, CROAZIA 3, CAMERUN 0


OTTAVI DI FINALE

BRASILE v CILE
OLANDA v MESSICO

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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