L’abitudine di rinunciare – Roma v Real Madrid 0-2

Per comprendere il canovaccio di Roma-Real sarebbe bastato leggere le formazioni schierate dai due allenatori.
La Roma di Spalletti ha scelto un centrocampo muscolare e un attacco senza punti di riferimento, segno che il contropiede e la velocità nel ribaltare l’azione erano nelle intenzioni (e nei desideri) dei giallorossi mentre Zidane dall’altra parte non ha fatto altro che rovesciare sul tavolo dell’Olimpico tutto il talento a sua disposizione disponendo una formazione che a centrocampo gioca senza interditori di ruolo con Kroos e Modric a dividersi i compiti di costruzione e James con Isco a innescare le due punte Ronaldo e Benzema.

Nè è venuta fuori una partita molto compassata, in cui solo a tratti la velocità è cresciuta in maniera importante grazie alle fiammate di Marcelo da una parte (molto attivo) e Salah dall’altra: l’egiziano mi è sembrato molto volenteroso ma allo stesso tempo arruffone.
Il suo compagno di reparto, El Sharaawy, continua a non convincermi e forse la sua dimensione è quella di una squadra di media classifica mentre per questi palcoscenici sembra servire un altro passo.

Il Real vestito di grigio, in una di quelle terze maglie studiate per il marketing ma con un appeal degno di un pigiama della Ragno, non si è dannato più di tanto l’anima per fare la partita, ha mantenuto il possesso palla e la Roma ha accettato di attendere le merengues senza correre particolari rischi per tutto il primo tempo in cui l’unica azione da gol è stata una combinazione spettacolare tra Ronaldo e Marcelo. 


A differenza della Roma di Garcia, quella di Spalletti ha più equilibrio. Difende senza troppi patemi e piace soprattutto per la capacità di soffrire anche nei momenti più difficili.
Encomiabili Rudiger e Manolas che hanno messo la museruola ad un attacco stellare come quello del Real, piuttosto costante la spinta di Digne e Florenzi che hanno accompagnato spesso le azioni giallorosse.
Resta sempre il dubbio che Florenzi sia un terzino (adattarsi non significa esserlo) e che il suo apporto servirebbe altrove: a centrocampo dove il suo dinamismo può essere un’arma oppure in avanti dove ha dimostrato di vedere la porta in maniera importante.

La partita è stata decisa, come spesso capita, da Cristiano Ronaldo.
Scattato sul filo del fuorigioco (e forse qualcosa di più) ha puntato Florenzi con un numero dei suoi e ha scagliato un tracciante che, complice una deviazione, ha trafitto il portiere giallorosso.
Bravo e fortunato come accade spesso a giocatori di questa caratura.
Il Real ha legittimato il risultato nel finale sfiorando a più riprese il raddoppio che è puntualmente arrivato grazie ad una iniziativa solitaria di Jesè.
Va detto che prima gli spagnoli hanno anche rischiato di subire il pareggio con le occasioni di Vainqueur e Dzeko e con un contatto in area ai danni di Florenzi che ad altre latitudini (e con avversari diversi) sarebbe stato punito con il rigore.

Peccato perché la Roma non ha demeritato anche se restano i dubbi sulla gestione del match.
I soliti discorsi da bar, certo, ma le squadre che giocano senza centravanti non mi scaldano più di tanto.
Ma soprattutto, l’eterna domanda che assilla questo periodo calcistico: ha senso attendere e non provarci, soprattutto quando davanti hai squadre talmente talentuose che anche in una serata così così, alla fine ti fanno due goal, senza sforzarsi più di tanto??

La sensazione è che la Roma non avrebbe potuto fare molto di più di quanto fatto ma a questo punto, non sarebbe stato meglio osare qualcosa di più?
Spalletti è stato più accorto o più paraculo di Garcia? Ha pensato a limitare i danni o ha pensato realmente di poter impensierire il Real giocando di rimessa?
Il solito enigma della sfinge di cui non si ha la controprova.


E Zidane? Beh, credo senza timore di smentita che il suo arrivo sulla panchina del Real non stravolgerà il mondo del calcio in termini di novità tattiche o motivazionali: certo è che il Real ha una potenza offensiva straordinaria e su questo Zidane deve contare.
Dietro non mi sembrano niente di che, soprattutto in Sergio Ramos che ho visto molto al di sotto dei suoi standard. 
Real con un piede nei quarti di finale. 

TABELLINO
ROMA-REAL MADRID 0-2
Marcatori: 57′ Ronaldo (R), 85′ Jesé (R)

Roma (4-3-3): Szczesny; Florenzi (dal 86′ Totti), Manolas, Rudiger, Digne; Pjanic, Vainqueur (dal 77′ De Rossi), Nainggolan, Salah, Perrotti, El Shaarawy (dal 63′ Dzeko). A disp: De Sanctis, Zukanovic, Maicon, Iago Falque, Keita. All. Luciano Spalletti.

Real Madrid (4-3-3): Navas; Carvajal, Varane, Sergio Ramos, Marcelo; Modric, Kroos, Isco (dal 63′ Kovacic); Rodriguez (dal 81′ Jesé), Benzema, Ronaldo. A disp: Casilla, Nacho, Casemiro, Vazquez. All. Zinedine Zidane.

Arbitro: Pavel Kralovec (CZE)
Ammoniti: 62′ Varane (R), 85′ Sergio Ramos (R)

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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