24 Giugno – Giorno#13

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La partita #39

Italia v Uruguay 0-1

Sarà ricordata come: Ritornando a casa

Adesso è facile dirlo. E lo dico a malincuore. Sapevo che saremmo stati eliminati al primo turno. Lo sapevo da dicembre scorso e ne ho avuto la conferma quando Suarez ha segnato il 2-1 contro l’Inghilterra. Noi, giocare una partita da dentro-fuori con due risultati su tre a disposizione? Follia.
Sapevo che sarebbe stata una spedizione fallimentare perché non ho visto mai uno straccio di idea simile e ripetuta durante il periodo di qualificazione e durante le amichevoli. Gli esperimenti non ci piacciono, disattendiamo il campionato, non facciamo giocare i giovani, la nostra qualità è depositata nei piedi di pochi giocatori e non abbiamo un modulo, un gioco e una mentalità vincente.
Siamo poca roba. Ci siamo illusi dopo il secondo posto agli Europei, ma il livello è questo. Basso, drammaticamente basso.
Per la seconda volta consecutiva usciamo al primo turno di un Mondiale, non accadeva dall’accoppiata 1962-1966.
Usciamo per due partite giocate male, malissimo. Ma usciamo anche per colpa di un arbitro incapace, il messicano Rodriguez, che prima espelle Marchisio (follia pura), poi ignora a ripetizione i falli dei difensori uruguagi e infine non prende provvedimenti per un morso di Suarez a Chiellini.
Nella serata arrivano le dimissioni di Prandelli e Abete. Sono dovute, il fallimento qualcuno lo deve giustificare e se ne deve assumere le responsabilità.
Va avanti un timoroso Uruguay grazie ad un goal di spalla di Godin, uno che oramai ha fatto l’abitudine ai goal pesanti.
Non so se Suarez giocherà ancora qualche partita di questo Mondiale, ma so che l’Uruguay è essenzialmente lui.
Senza di lui, contro la Colombia, ma in generale contro chiunque, questo Uruguay non farà molta strada.

I protagonisti del match

In positivo: Godin per l’Uruguay
In negativo: Immobile e Balotelli per l’Italia

La giocata del match

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Non per niente è stato il miglior portiere del mondo. E forse lo è ancora.
Ma Gigi Buffon questa sera è stato sicuramente il migliore dei nostri. Non un bel segno, sia chiaro, ma è stato lui a salvare in due occasioni (le uniche due occasioni uruguaiane) la porta italiana.
Non era la versione migliore della nazionale, e forse, Gigi Buffon in cuor suo, lo sapeva.
Sapeva anche che stasera aveva davanti uno dei migliori attaccanti del mondo e la sfida, lo stimolava.
Così, quando grazie ad un rimpallo fortuito di due nostri difensori, Luis Suarez – da oggi per me sarà Il Cannibale, manco fosse Eddy Merckx, e non lo è, sia detto per inciso – gli si è fatto davanti, Gigi Buffon deve aver pensato che i duelli tra calibri di questo genere si vincono con l’esperienza, con il dettaglio e la classe.
Suarez colpiva a botta sicura di esterno destro e, con altrettanta sicurezza Buffon si distendeva e con il braccio destro deviava in angolo.
Una prodezza da campione.

La statistica del match

89 palle perse dall’Italia

 

La partita #40

Costarica v Inghilterra 0-0

Sarà ricordata come: I Ticos legittimano il primo posto

Partita non spettacolare, valida solo per definire le posizioni della classifica del girone D.
Il mondiale dell’Inghilterra termina con la peggior prestazione dal 1950 ad oggi, nonostante la rivoluzione di Hodgson che cambia anzi, stravolge la sua squadra, senza peraltro riuscire ad ottenere un risultato che possa salvare la faccia.
Costarica che gestisce con il piglio della grande squadra, colpisce anche una traversa e chiude da prima nel girone con al passivo una sola rete, peraltro su rigore.
Non so quanta strada farà il piccolo Costarica, ma l’incrocio con la Grecia negli ottavi è roba da sogno.

I protagonisti del match

In positivo: Gamboa, per la Costarica
In negativo: Sturridge per l’Inghilterra

La giocata del match

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Ho fatto fatica ad isolare un evento o qualcosa di vagamente interessante ma l’azione che porta Sturridge a divorarsi l’ennesimo goal è veramente da manuale del calcio.
Il triangolo suggerito da Sturridge è il classico dai e vai. Non è uno schema sicuramente innovativo, ma tuttora resta uno dei grandi classici, soprattutto in presenza di attaccanti molto rapidi e difensori non particolarmente reattivi o attenti.
Sarà anche che non conta nulla per il piccolo Costarica, ma i due difensori Diaz e Miller fanno quanto di peggio possa fare un difensore: guardare la palla e dare le spalle all’attaccante, Sturridge appunto, che va solo soletto verso la porta.
Nonostante le reti siglate quest’anno, Sturridge non è mai stato un gran realizzatore. Non è un freddo killer dell’area di rigore.
Ma questo pallone di Wilshere è un cioccolatino che Sturridge prova a mettere alle spalle dell’ottimo Navas con un tiro di piatto sinistro a giro sul secondo palo: Navas non ci arriva ma il pallone lambisce solo il palo per la disperazione di Wilshere e l’incredulità di Sturridge.

La statistica del match

108 km percorsi dal Costarica

 

CLASSIFICA FINALE GIRONE D

COSTARICA 7, URUGUAY 6, ITALIA 3, INGHILTERRA 1

 

La partita #38

Grecia v Costa d’Avorio 2-1

Sarà ricordata come: La storia si fa al 93′

Quando la storia chiama, i protagonisti non si devono far attendere. Così si qualifica la Grecia, al 93′, al termine di una partita avvincente e drammatica. Il Dio del calcio non poteva regalare di più di quanto visto a Fortaleza.
Un saliscendi di emozioni culminate con il rigore vincente siglato da Samaras (al 93′ in pieno recupero) che scriveva un pezzo di storia per la compagine greca: brutti, sporchi e cattivi in versione reloaded dopo l’edizione dell’Europeo 2004.
La Costa d’Avorio pensava di aver gioco facile dei greci, che non hanno sicuramente un gioco scintillante, ma hanno gran volontà, forza d’animo e spirito di abnegazione.
Gli Elefanti venivano colpiti al 42′ da Samaris, ma i greci poco prima avevano colto una traversa con Holebas ed effettuato due cambi. Il Ct Santos doveva correre ai ripari: fuori Kone e il portiere Karnezis entrambi per infortunio.
Nel secondo tempo ancora due pali per i greci che si facevano raggiungere da Bony al termine di una bellissima azione di contropiede.
Ma quando i giochi sembravano fatti e gli Ivoriani facevano il conto alla rovescia che li separava dalla loro prima, storica, qualificazione al secondo turno, ecco arrivare l’ingenuo fallo da rigore di Sio su Samaras che poi si incaricava della trasformazione.
2-1 con Barry battuto e Grecia agli ottavi, per la prima volta nella sua storia.
Ottavi equilibratissimi contro la Costarica, per stupire ancora e scrivere un altro pezzo di storia, con la S maiuscola.
Africani troppo supponenti e colpiti per un’ingenuità clamorosa di Sio.
Finisce così il Mondiale di Drogba e compagni.

I protagonisti del match

In positivo: Samaras per la Grecia
In negativo: Sio per la Costa d’Avorio

La giocata del match

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Ci sono momenti che è vero non aver paura a sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore ma è altrettanto vero che solo segnandoli, i rigori, si distinguono calciatori di un certo livello, da altri.
Giorgios Samaras è un giocatore di livello. Non lo amo particolarmente, non è sicuramente un bomber, uno che stimola le fantasie calcistiche: sicuramente non lo vorrei nella mia squadra del cuore (tra l’altro è svincolato) dove di attaccanti generosi da 0 goal a stagione siamo ampiamente forniti.
Però Giorgios Samaras su quel dischetto ci è andato. Era il 93′ e alcuni dei suoi compagni non guardavano quanto stava per accadere dalle parti dell’area ivoriana.
Giorgios non segnava un goal con la nazionale dal 2o12 e in 77 partite ne aveva segnati appena 9. Un po’ pochi per un attaccante…
Eppure Giorgios Samaras è andato su quel dischetto e ha realizzato con freddezza il rigore più importante della sua carriera.

La storia della sua nazionale, negli ultimi dieci anni è abbastanza avventurosa, un po’ come la storia del paese e del popolo greco in generale.
Un giocatore si vede dal coraggio. Già, dal coraggio di realizzare un rigore così.

La statistica del match

95 km percorsi dalla Costa d’Avorio

 

La partita #37

Giappone v Colombia 1-4

Sarà ricordata come: Questi fanno sul serio

Giù la maschera, oramai il mondiale è iniziato e la fase a gironi è giunta a termine. Avete vinto 3 partite su 3, dominandole in lungo e in largo. Ora la domanda è? Dove volete arrivare?
Forse non lo sanno nemmeno loro, i Cafeteros orfani di Radamel Falcao che hanno chiuso il girone C a punteggio pieno.
Squadra dal talento sconfinato, con James Rodriguez sugli scudi, Cuadrado sempre più decisivo e con il bomber di scorta, Jackson Martinez che non perde l’occasione e realizza una doppietta.
Il Giappone è al passo d’addio e Zaccheroni saluta con tristezza la sua esperienza nipponica. Poca cosa questo Giappone, un passo indietro rispetto alle prestazioni dei mondiali precedenti ma soprattutto in difficoltà a tramutare in rete la grande mole di gioco proposta dalla squadra.
Cuadrado su rigore, poi il pareggio illusorio di Okazaki, la doppietta di Jackson Martinez e la perla di James Rodriguez sigillavano il risultato sul 4-1 finale per la Colombia.
Stasera è stato battuto il record di Roger Milla, il calciatore più anziano a disputare una partita ai Mondiali: da oggi, il record passa a Farid Mondragon, portiere giramondo che gioca dieci minuti scarsi alla bella età di 43 anni e 3 giorni.

Negli ottavi sarà sfida contro l’Uruguay, in un match tutto sudamericano. Nelle qualificazioni fu 4-0 per la Colombia a Barranquilla e 2-0 per l’Uruguay a Montevideo.
Nei testa a testa siamo 18 a 11 per l’Uruguay; mentre nell’unico match ai Mondiali l’Uruguay battè 2-1 la Colombia nel Mondiale del 1962.

I protagonisti del match

In positivo: James Rodriguez, Jackson Martinez per la Colombia
In negativo: Konno per il Giappone

La giocata del match

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James Rodriguez continua a far parlare di sè. Stasera con la gara al suo epilogo ha voluto entrare nel tabellino dei marcatori, nonostante fosse entrato solo nella ripresa.
Giocatore fantasioso, un dieci molto tecnico, dotato di grande visione di gioco e con un buon feeling con il goal.
Stasera ha fornito il suo solito campionario di assist, passaggi smarcanti e tiri, ma quando si è reso conto che il match stava finendo, allora Rodriguez è entrato in area, ha puntato Yoshida e lo ha ubriacato con una serie di finte strabilianti, poi sull’uscita di Kawashima si è inventato un morbido pallonetto di sinistro che ha terminato la sua corsa nell’angolo della porta giapponese.
Forse i numeri 10 dovrebbero essere sempre così: fantasiosi e terribilmente concreti.
James porta questo numero con la sicurezza dei grandi che lo hanno preceduto e può veramente diventare uno dei più grandi dieci della storia del calcio.
Valderrama gli ha consegnato il testimone e lo ha designato suo erede: non me ne voglia il riccioluto dieci colombiano degli anni ’90, ma credo che questo giocatore diventerà molto più che il miglior giocatore colombiano di sempre.

La statistica del match

3 tiri, 21 passaggi completati, 1 goal, distanza percorsa 5 km in 45 minuti di gioco.

 

CLASSIFICA FINALE GIRONE C

COLOMBIA 9 ,GRECIA 4, COSTA D’AVORIO 3, GIAPPONE 1   


OTTAVI DI FINALE

BRASILE v CILE
OLANDA v MESSICO
COSTARICA v GRECIA
COLOMBIA v URUGUAY

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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