Quella squadra

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Quando una squadra arriva in fondo ad una competizione così difficile merita, in primis, un plauso.
Poi se vogliamo fare analisi, lettura delle viscere degli uccelli, letteratura, interpretazioni più o meno di parte, facciamole senza che nessuno si offenda.
Io non ho visto né l’andata né il ritorno dei quarti contro il Monaco.
Mi baso sui numeri (che non vogliono sempre dire molto, ma dicono tanto) e sui fatti.

La qualificazione è arrivata grazie ad un episodio dubbio. Punto.
Sia giusto o sbagliato, ma tant’è.
Non cambia di una virgola cosa penso di quella squadra composta da 14-15 titolari e parecchi comprimari: lo vado dicendo da anni.
Da quando quella squadra veniva eliminata da Galatasaray, Benfica, Bayern…la differenza in Europa la fanno i campioni (e in quella squadra ce ne sono 4-5, a differenza di Bayern, Real, Barcellona…) e le panchine.
E resto fermamente convinto che Badstuber (per fare un esempio) giocherebbe titolare in quella squadra.

Allo stesso tempo, come diceva giustamente un mio amico non mi sembra che ci scandalizzò (io si, ma è un altro discorso) per la vittoria del Chelsea targato Di Matteo, o per l’Atletico Madrid dell’anno scorso, arrivato ad una manciata di secondi dalla vittoria.
A differenza di quella squadra, quelle lottarono e arrivarono fino in fondo, eliminando squadre ben più blasonate.
Certo che se guardo i terribili avversari (!!) affrontati fino ad ora, beh, la semifinale è un premio ben maggiore del reale valore di quella squadra: Malmö, Olympiacos, Dortmund (nella sua peggior stagione) e Monaco (la più debole delle 8 qualificate ai quarti). Che dire, non è colpa di quella squadra se il sorteggio ha riservato per la seconda volta in tre anni la peggior squadra delle 32 (dopo Nordsjaelland, il Malmö) per il girone e poi la squadra più debole del lotto nella fase ad eliminazione del 2012-13 (Celtic negli ottavi) e quest’anno il Monaco.
La fortuna ha una sua componente importante in tutti i giochi figuriamoci nel calcio dove basta un episodio a far girare una partita.

Ieri sera a Madrid è stata una espulsione.
La settimana scorsa a quella squadra è bastato un rigore inesistente.

Fatevene una ragione, ci dicono i tifosi, quella (loro dicono questa) squadra in semifinale ci è arrivata. Certo, inequivocabile, chiarissimo.
Solo una cosa mi sfugge.
Da che vincere è l’unica cosa che conta, dopo una serata non brillantissima, siamo già passati a l’importante è essere arrivati fin qua per chiudere con Adesso possiamo anche perdere, il massimo che potevamo fare era questo.
Questo non lo capisco, ma mi adeguo.

Come non capisco come una squadra che domina in Italia appena vede il cartello della frontiera si cachi sotto. 
Il terzino francese di quella squadra all’andata disse: “C’era un po’ di pressione. Di paura.”
Beh, se la mentalità di uno dei più esperti è questa, per un quarto di finale, da giocare contro la più debole delle 8, davanti al pubblico amico…beh qualche problema di attitudine c’è.

Ieri sera mi sarei aspettato una vittoria netta (in stile Dortmund, per intenderci), ma sono d’accordo con l’allenatore di quella squadra: contava passare, non contava lo spettacolo.
Ora però credo che le tre semifinaliste siano nettamente più forti di quella squadra.
E credo che per quella squadra, la semifinale rischia seriamente di durare soltanto 90 minuti. I primi novanta.
Se riusciranno (contro chiunque, una vale l’altra) a contenere e avranno la forza di colpire potrebbero pure arrivare a giocarsi il ritorno con qualche speranza.

Lo dico sinceramente, non credo che quella squadra sia molto diversa da quella precedente (“Non si può andare al ristorante da 100 euro con 10 euro”) e penso che la sua dimensione reale sia quella dei quarti di finale.
C’è un ma.
Il fatto che ora tutto è azzerato. Quel che fatto è fatto e la partita di ieri sera è stata propedeutica alla crescita della squadra e alla sua qualificazione.
Quella squadra non è il Porto e non è il Paris e non subirà grandinate di reti.
Se si difende, potrebbe pure fare un miracolo, come qualcuno invocava ieri sera sui principali social network.

Intanto dall’urna di Nyon uscirà qualcosa che non sarà sicuramente facile da affrontare.
Quindi, l’asticella si alzerà e sarà interessante capire il reale valore di quella squadra.
In bocca al lupo.
Temo che ce ne sia bisogno.

*Il titolo Quella squadra e la scelta di non citare mai quella squadra, è un input che mi è arrivato ieri da più di un tifoso di quella squadra, in quanto io e molti come me, non devono citare, parlare, guardare quella squadra.
Guardarla non la guardo da un po’ e non credo francamente di essermi perso molto dopo le due partite dei quarti.
Ora però, sarò costretto a guardarla di nuovo. Chiederò un permesso per poterla citare. Spero me lo diano. 

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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