La verità sta nel mezzo

pogba

Dopo la finale di Berlino, questa era la prima volta che guardavo giocare la Juventus.
L’ho fatto per morbosa curiosità, lo ammetto.
Volevo capire dove stavano le difficoltà della squadra che, a mio avviso, resta la più forte del campionato.
Credo, senza andare troppo distante dalla verità, che i problemi di questa Juventus, siano tutti (o almeno la maggior parte) da rintracciare nella zona mediana del campo, là dove le partite spesso si vincono, ma soprattutto, si perdono.

Un’estate difficile
Partiamo da chi non c’è più.
Perdere Pirlo (nonostante le tante primavere) e Vidal è un colpo difficile da assorbire: due calciatori di spessore difficilmente sostituibili, titolari inamovibili, capaci di risolvere molte partite e di segnare tante reti spesso decisive e pesanti nell’economia di un campionato.
Tralascio volutamente Tevez, perché in quel reparto la Juve ha mischiato le carte ma ha investito in maniera importante (Dybala, Mandzukic, Zaza) guardando al presente ma soprattutto al futuro.

Se poi aggiungiamo anche gli infortuni di Marchisio e Khedira, il reparto appare ancora più debole, a fronte dei comprimari che sono discreti giocatori, ma non possono garantire un livello elevato e continuo (penso a Sturaro, Lemina – tutto da scoprire – e Padoin) come necessiterebbe una squadra come la Juventus.
Poi c’è Hernanes, arrivato in extremis alla fine del mercato estivo, e il suo equivoco tattico che, al momento, nuoce, e tanto alla Juve.
In cosa può essere utile il brasiliano? Volante davanti alla difesa? Trequartista?
Proprio in quel ruolo c’è anche Roberto Pereyra, il Tucumano, che a mio avviso resta un giocatore molto sottovalutato e che potrebbe essere la chiave di volta per questa squadra: potrebbe essere lui il nuovo Vidal.

Infine c’è colui che dovrebbe fare la differenza e invece, al momento, non la fa.

Parlo di Paul Pogba.
Posto che non sono un estimatore del centrocampista francese, ritengo che la mossa di mercato di trattenere il numero dieci bianconero sia stata corretta vuoi perché Vidal stava diventando un caso difficile da gestire, vuoi perché Pirlo voleva andare a fare una esperienza diversa e in ultimo, perché Pogba è potenzialmente un campione e i campioni, non si vendono.
Dalle dipartite dei due big del centrocampo e dall’assegnazione di quel magico numero 10, il Polpo Paul sembra in difficoltà soprattutto sotto l’aspetto caratteriale, mancando soprattutto nel ruolo di leader di cui la Juve e i suoi tifosi lo hanno virtualmente investito.
Pogba però è solo in mezzo al deserto e non sembra in grado di trascinare e prendere per mano una squadra in oggettiva difficoltà tecnico-tattica, bensì sembra che il francese sia alla ricerca di una sponda che lo possa aiutare.
Non sembra essere lui l’uomo adatto a dare la scossa ad un centrocampo troppo scarico e poco qualitativo.

E così è bastato un Napoli molto aggressivo (con Allan e Jorginho sugli scudi per intensità e qualità) per mettere in difficoltà i centrocampisti juventini, costringendo molto spesso Bonucci e Chiellini a dover impostare abbassando maggiormente il livello del gioco bianconero e alzando in maniera esponenziale il grado di prevedibilità della manovra offensiva.
Certo è che dopo 6 partite di campionato, la Juve ha 5 punti frutto di 1 vittoria, 2 pareggi e 2 sconfitte.
Non sembra semplice soprattutto il momento di Massimiliano Allegri: 8 partite ufficiali, 8 formazioni diverse e qualche errore di troppo, forse dovuto alle difficoltà contingenti, penso di nuovo al centrocampo, dove mi sembra chiaro che le contemporanee assenze di Marchisio e Khedira non possono essere un alibi da poco.

Se ad Allegri possiamo concedere il beneficio del dubbio (nonostante la dichiarazione post partita contro il Frosinone, direi ridicola per sé stesso e per i propri tifosi*) rispetto alle assenze, credo sia giusto dire che Pogba, in questo momento, è l’uomo in meno della squadra.

Le sirene di mercato lo hanno forse distratto in maniera decisiva?
Mancano le motivazioni? O è un problema tattico?
Rispetto al passato, il francese si butta molto più dentro agli spazi e all’area di rigore, ma non riesce ad incidere né come stoccatore né come assist man.
Forse nessuno immaginava una Juve così brutta, ma credo che nessuno potesse immaginare un Pogba così avulso, abulico e trasparente.
La partita con il Genoa è stata sicuramente la migliore per quanto riguarda il francese e, guarda un po’, almeno sotto il profilo del risultato, anche per la Juve.

Mancano 32 partite, 96 punti e una miriade di scontri diretti.
Recitare il de profundis per la Juventus sembra un po’ troppo frettoloso, preferisco attendere il centrocampo titolare, la definizione di alcuni equivoci tattici (Hernanes e in parte Pogba) e un maggior equilibrio proprio lì in mezzo al campo dove le partite si vincono e fino ad ora, la Juve le ha perse.

*”E’ stato un errore concedere un angolo al Frosinone ad un minuto dalla fine, se non hai esperienza rischi di pagarle certe situazioni”.

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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