EURO2016 – Il Girone E (Belgio, Italia, Svezia, Eire)

IL GIRONE E

Il Belgio della Golden Generation

Al termine degli Europei del 2012 mi pronunciai in un vaticinio mica da ridere. “Il Belgio vincerà gli Europei del 2016, senza se e senza ma.” Tanti talenti, tanti i giocatori papabili per indossare la maglia dei Diavoli Rossi e soprattutto una fucina che sembra ritornata ad essere inesauribile e che sforna a ripetizione nuovi prospetti.
Il tutto grazie ad un progetto federale che ha coinvolto club e nazionali.
I risultati si sono visti (qualificazione a Brasile 2014 e quarti di finale; qualificazione ad Euro) ma ora c’è un intero paese che attende il miracolo.
Bookmaker scatenati, operatori di mercato che vedono lievitare le cifre dei giocatori belgi e media che continuano a sprecare lodi per una nazionale che raccoglie il meglio del calcio europeo.
Wilmots ha un compito non semplice. In primis perché selezionare 23 giocatori quando ne hai quasi il doppio nel giro della nazionale non deve essere facile.
In secondo luogo perché il talento va convogliato e mixato con l’esperienza.
Adesso è tempo che i ragazzi diventino uomini. Citarli tutti sarebbe fare solo un lungo elenco di nomi. Mi limito a dire che punto tutto su De Bruyne, Courtois e Lukaku.
E Hazard? Witsel? Fellaini?
L’assenza dei due centrali difensivi mi ha fatto rivedere i pronostici e i presentimenti di qualche mese fa ma tutto sommato il Belgio può sopperire a queste assenze.
Certo. Tutti dovranno contribuire, ma qualcosa di più lo dovranno dare i primi tre citati: il trequartista assistmen che ha fatto una stagione strepitosa, il secondo deve dare prova di essere un portiere di livello superiore e il terzo deve contribuire in termini realizzativi.

Obiettivo
Sotto sotto lo sanno anche loro. L’obiettivo è quello di entrare nelle quattro con un segreto nemmeno troppo inconfessabile: alzare la Coppa a Parigi al netto di peccati di gioventù e voglia di mostrare che la maturità del gruppo e del movimento, c’è stata.
L’esordio sarà indicativo. L’Italia, psicologicamente, è un osso duro: è squadra che ha blasone e storia. L’amichevole dello scorso anno dove ci sconfissero per 3-1 potrebbe indurre i più ad un troppo facile ottimismo.

Perché tifare Belgio?
Perché la birra belga è la migliore del mondo. Perché Simenon era uno scrittore fantastico. Perché Bruges e le Fiandre meritano una visita, almeno una volta nella vita. Perché le classiche ciclistiche del Nord sono un must. Perché moules et frites saranno un piatto povero ma avercene.
Perché i fratelli Dardenne scrivono e girano gran cinema. Perché Selah Sue è la nouvelle vague della musica europea ma Brel resta Brel.

L’Italia e l’arte della difesa

Da dove partiamo? Partiamo dagli infortuni che hanno decimato il nostro centrocampo: Marchisio e Verratti sarebbero stati titolari sicuri e pertanto la loro assenza pesa e tanto.
Passiamo ora alle scelte (obbligate) di Antonio Conte. Incominciamo con il dire che, a casa, non abbiamo lasciato fenomeni ma mi sarebbe piaciuto che le convocazioni per Euro2016 Conte le avesse lanciate ad agosto 2014, seminando per un progetto a lungo termine.
Così non è stato. Fedelissimi chiamati a ripetizione anche quando non servivano, amichevoli in continua altalena tra un modulo e un altro, difficoltà ataviche nel farsi accordare uno stage o un collegiale. L’accordo che legava Conte alla Federazione era fin troppo chiaro: ok accetto la panchina, ma appena arriva un’offerta da un club, io vado.
E così è stato. Conte ci lascia a metà di un guado difficile da attraversare a due mesi da Euro e a due anni da un Mondiale che dopo le disfatte 2010 e 2014 dovrà necessariamente rivederci protagonisti.
Veniamo alle note positive, quelle che ci fanno ben sperare: innanzitutto la compattezza difensiva. Ne prendiamo pochi e dovremmo continuare su questa strada.
Secondo, ma non meno importante, il gruppo. Molto uniti, grintosi, pronti al sacrificio. Non è cosa da poco. Basterà? Sarà un’Italia molto pragmatica, magari non bella da vedere (anche perché il talento è quello che è) ma sicuramente una squadra più da sciabola che non da fioretto.
Giocheremo con il solito 3-5-2 di Conte e forse con l’Eire potremmo passare al 4-3-3.
Formazione praticamente scontata con esterni molto abili anche in copertura, attaccanti mobili e disposti a sponde continue, centrocampo con più muscoli che cervello.
Staremo a vedere.
Con il Belgio fondamentale non perdere.

Obiettivo
Visti i chiari di luna, arrivare nelle prime 8 sarebbe già un buon risultato. Ovvio che Conte non firmerebbe per un risultato interlocutorio e tutto sommato anonimo.
Se sul podio ci è salito Prandelli, Conte non potrà fare meno di… Ops. 

Perché tifare Italia?
La tifiamo tutti, chi più chi meno. La tifiamo nonostante l’antipatia di Conte, l’impreparazione di Tavecchio e giocatori che in un’altra epoca questa maglia non l’avrebbero vestita mai e poi mai. La tifiamo e molti di noi sono già pronti a salire, o scendere, dal carro. Come nella più consueta abitudine nazionale.

 

La Svezia di Ibrahimovic. E basta

Zlatan

Mai come questa volta la Svezia è assolutamente Ibra-dipendente. Certo, la vittoria dell’EuropeoU21 ha spalancato le porte ad alcuni dei protagonisti di quella squadra e il ricambio è in parte iniziato.
Ci sono poi giocatori che sono sbocciati proprio quest’anno -mi viene da pensare a Lindelof che nel Benfica ha trovato spazio a causa del grave infortunio di Luisao-.
Certo che non basta per innalzare il livello (medio basso) della squadra di Hamren, aggrappato sicuramente al suo totem offensivo.
Ibra può fare tutto e anche di più. Può scendere al livello dei centrocampisti, allargarsi sull’esterno permettendo ai centrocampisti di inserirsi…insomma, Ibra può fare quello che vuole. Lo farà in maniera comunque eccellente.
Altri giocatori interessanti, Guidetti oggetto dei desideri di mezza Europa, cavallo pazzo ma qualitativamente valido; Forsberg e Lewicki due tra i più attesi in Svezia ma non solo.

Obiettivo
Il passaggio del turno. Poi, con Ibra tutto può accadere. Oggettivamente dipende tutto da lui e dalla capacità che avrà di catalizzare il gioco su di lui liberando i suoi compagni.
Ottavi di finale e poi sipario.

Perché tifare Svezia?
Perché la socialdemocrazia svedese si è estrinsecata anche nel mondo del calcio, vedi IFK Goteborg 1982. Perché Anita Ekberg che chiama Marcello, nella fontana di Trevi è una immagine entrata di diritto nella storia.
Dovremmo tifare Svezia per tutti i tennisti che ci ha regalato questo paese dagli anni Settanta in poi. Dovremmo tifare Svezia nonostante Ikea e le polpette con la salsa di frutti di bosco.
Dovremmo tifare Svezia per Bergman e per Woody Allen che ammira Bergman. In tutto ciò, Bergman era un maestro. E tanto basta.


L’EIRE

Robbie Keane

Il cielo d’Irlanda non è mai sereno. Lo dice Fiorella Mannoia e possiamo fidarci, visto che le notizie che arrivano dalla nazionale del trifoglio sono piuttosto contrastanti.
Infortuni, tensioni, malcontento e polemiche trovano spazio in uno spogliatoio che il tecnico nordirlandese, O’Neill, non riesce a gestire in maniera serena.
Qualificatasi ai playoff a spese della ben più quotata Bosnia, la nazionale verde appare una squadra sempre uguale a sé stessa: stesso gioco, stesso canovaccio, stesse caratteristiche.
Forse insieme all’altra Irlanda è una delle squadre più deboli del torneo ma allo stesso tempo è una squadra combattiva che vende cara la pelle, nella grande tradizione dello sport irlandese.
Robbie Keane ne è ancora il trascinatore, Coleman e McCarthy i giocatori più interessanti, seppur con qualche acciacco di troppo.
Dal bravo allenatore mii aspetto qualche guizzo e qualche idea per elevare la mediocrità della squadra di San Patrizio.

Obiettivo
Il passaggio del turno e poco altro e se dovessero passare il turno non credo andranno oltre gli ottavi. Il risultato più probabile? Tre partite e ritorno a Dublino. 

Perché tifare EIRE?
Perché gli irlandesi fanno allegria. Beoni e divertenti rallegrano solo a guardarli. Perché la Guinness è un monumento, oltre che una birra. Perché il cielo e le costiere sono uno spettacolo. Perché gli U2 sono un rock band inossidabile. Perché The Commitments è un film straordinario e Once, forse anche di più.
Perché quando ascolti Il cielo d’Irlanda sembra proprio di essere là sotto le nuvole, il vento e le isole…

Calendario

Scontri diretti

Ultimo incontro: 2015, Belgio 3-1 Italia (Amichevole)
Ultimo incontro: 2014, Italia 0-0 Eire (Amichevole)
Ultimo incontro: 2009, Italia 1-0 Svezia (Amichevole)
Ultimo incontro: 2014, Svezia 0-2 Belgio (Amichevole)
Ultimo incontro: 1997, Belgio 2-1 Eire (Qualificazione Mondiali 1998)
Ultimo incontro: 2013, Eire 1-2 Svezia (Qualificazione Mondiali 2014)

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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