La Squadra – Selección mexicana de futbol – El Tri (El Tricolor)
Il Messico è stata la quinta nazionale ad approdare al Mondiale di Russia 2018, in netta controtendenza con quanto accaduto per Brasile 2014, nella cui campagna di qualificazione i centroamericani dovettero ricorrere all’ultima spiaggia utile, ovvero lo spareggio interzona poi dominato contro la Nuova Zelanda (5-1, 4-2).
Questa volta non ci sono stati intoppi se si considera che il Messico tra quarto e quinto turno delle eliminatorie ha pareggiato una partita e ha perso l’ultima, nell’attesissimo Hexagonal CONCACAF, sempre contro l’Honduras, quando i giochi erano oramai fatti.
Il merito è anche di Juan Carlos Osorio, tecnico colombiano, arrivato sulla panchina dei messicani nel 2015 dopo l’esperienza al San Paolo, in Brasile.
Con Osorio alla guida il Messico ha raccolto 30 vittorie in 45 partite e un quarto posto alla Confederations Cup 2017: torneo che il tecnico non dimenticherà facilmente a causa della maxi squalifica inflittagli al termine della finale terzo-quarto posto contro il Portogallo.
Squadra, federazione (e tifo) di grande tradizione, il Messico è sicuramente una delle nazionali più seguite e attese.
Numerosi record mettono El Tricolor tra le grandi potenze del calcio mondiale anche se l’assenza di risultati consistenti nella Coppa del Mondo, ridimensionano il Messico, relegandolo ad un ruolo di outsider.
El Tri è la nazionale che ha partecipato al maggior numero di tornei sotto l’egida FIFA (9, Coppa del mondo e sue relative qualificazioni, Confederations Cup, Torneo olimpico, Copa América, Coppa Oro CONCACAF, Campionato Panamericano, Coppa NAFC e Torneo di calcio dei Giochi Centroamericani e dei Caraibi) e insieme al Costarica è l’unica nazione al mondo aver vinto il titolo continentale di due confederazioni diverse, nello specifico il Campionato Nordamericano e la Gold Cup.
Tutto ciò fa del Messico la nazionale di calcio più titolata del Nord America e Centro America.
Il Messico, tra le altre cose, fa parte della ristretta cerchia di nazioni ad aver ospitato per due volte il Mondiale (1970, 1986).
I protagonisti
Il Messico può vantare una delle rose più complete e interessanti di tutto il panorama internazionale e non sarà facile per Osorio scegliere i 23 convocati per il Mondiale.
Tra i pali ci sarà una delle rivelazioni di Brasile 2014, Ochoa ora in forza allo Standard Liegi, ma all’epoca della rassegna precedente, svincolato dopo la pessima esperienza all’Ajaccio.
Alle sue spalle gli esperti Corona e Talavera.
Il modulo sarà presumibilmente il 3-5-2 in cui l’ex romanista Moreno forma il pacchetto dei centrali con Salcedo e Ayala.
I due esterni sono Layun e Gallardo Vasconcelos mentre davanti alla difesa Reyes gioca nella posizione di volante, assecondato dagli ottimi Guardado e Herrera (o Jonathan Dos Santos).
Il reparto offensivo prevede la coppia Chicharito Hernandez-Corona anche se Vela, Peralta, Lozano e il benfiquista Raul Jimenez lotteranno fino all’ultimo per strappare una maglia da titolare.
L’obiettivo del Messico a Russia 2018 è stupire.
Chiosa finale su Rafa Marquez e sulle sue (poche) speranze di essere incluso nella rosa dei 23.
A 39 anni suonati, il capitano di tante battaglie, sta cercando di convincere Osorio.
El Gran Capitán ha già annunciato che dopo il Mondiale appenderà le scarpe al chiodo e la convocazione sarebbe il coronamento di una carriera straordinaria.
La sua presenza gli permetterebbe di raggiungere un’altra leggenda, sempre messicana, capace di collezionare cinque partecipazioni alla fase finale dei Mondiali.
Ma questa è un’altra storia che racconteremo a breve.
I record del Messico (clicca per vedere l’infografica)
Testa a testa – Il Gruppo F
Inserito nel gruppo F, il Messico è l’outsider del raggruppamento.
Il match, ormai una classico, contro la Germania, (remake di ben tre sfide mondiali) sarà sicuramente l’ostacolo più duro.
Ben più alla portata paiono i match con Corea del Sud e Svezia (carnefice della nazionale azzurra) nei quali, realisticamente, i messicani potrebbero guadagnare la seconda piazza del girone.
Interessante come tutte e tre le partite si siano disputate almeno una volta in una fase finale del Mondiale.
Messico v Germania
3 matches disputati in Coppa del Mondo:
Germania-Messico 6-0, Argentina78, Gruppo 2
Germania-Messico 0-0, 4-1 d.c.r, Messico86, Quarti di finale
Germania-Messico 2-1, Francia98, Ottavi di finale
Bilancio totale: 11 matches
Messico 1 vittoria
Pareggi 5
Germania 5 vittorie
Messico v Corea del Sud
1 match disputato in Coppa del Mondo:
Messico-Corea del Sud 3-1, Francia98, Gruppo E
Bilancio totale: 12 matches
Messico 6 vittorie
Pareggi 4
Corea del Sud 2 vittorie
Messico v Svezia
1 match disputato in Coppa del Mondo:
Svezia-Messico 3-0, Svezia58, Gruppo 3
Bilancio totale: 9 matches
Messico 2 vittorie
Pareggi 3
Svezia 4 vittorie
Storie – Le cinque volte di Antonio Carbajal
San Rafael, periferia di Città del Messico.
Un ragazzino di nome Antonio gioca a calcio per le strade del bairro.
Gioca in porta anche se gli piace fare gol, gioca lì perché un ragazzetto del quartiere lo obbliga a stare dove nessuno, o quasi, vuole stare; gioca tra i pali perché così controlla più facilmente l’imbocco della strada da dove, suo padre, fa ritorno dopo una lunga giornata di lavoro.
Suo papà non vuole che stia per strada perché lì ci è morto suo fratello, investito da un’auto mentre giocava a pallone.
Antonio, che ha una borsa di studio presso l’istituto scolastico di cui suo padre è dipendente (è l’autista che guida il bus che porta i ragazzini a scuola), però vuole diventare un calciatore.
Quando lo annuncia a suo padre, la reazione è perentoria e Antonio viene cacciato da casa.
Il calcio è roba per sfaccendati, gli urla suo padre che per far quadrare i conti lavora anche di notte come tassista.
Il portiere vetraio
Antonio trova rifugio (e si trasferisce) nella vetreria di Pepe Sanchez. Di giorno impara il mestiere e di notte si addormenta tra le lastre del laboratorio.
Sanchez è anche il proprietario del Club Oviedo, la piccola società calcistica di cui Antonio difende i pali ma quando arriva l’offerta buona, il giovane portiere viene venduto al Real España per la modica cifra di undici palloni di cuoio.
Il trasferimento successivo è quello al Club Deportivo Oro de Jalisco.
Quando Antonio arriva all’hotel in cui deve firmare il contratto, chiede al concierge dove può trovare i dirigenti e quello gli risponde: “Al primo piano.”
Antonio entra nella stanza, firma ed esce.
Per il Leon, la squadra della sua città dove resterà per 16 anni. Una vita.
I dirigenti del Deportivo de Oro lo stavano aspettando, invano, nella hall.
Sul contratto, il suo nome: Antonio Carbajal.
Carbajal entra nella leggenda
Inizia la grande avventura con la nazionale. Prima le Olimpiadi di Londra del ’48, poi i Mondiali in serie (dal 1950 al 1966) con 11 presenze, la prima il giorno dell’inaugurazione dello stadio Maracanà, l’ultima a Wembley contro l’Uruguay: il suo unico match da imbattuto ai Mondiali.
Quando il portiere inglese Springett gli recapita in albergo un paio di guanti per la sua ultima partita, Carbajal è onorato dell’omaggio e li indossa nel match contro gli uruguagi.
Li indossa per cortesia e li toglie dopo il primo intervento perché non era abituato ad usarli.
I venticinque goal al passivo lo rendono il portiere più battuto nella storia dei Mondiali, in coabitazione con il saudita Al-Deayea, ma non scalfiscono la leggenda de El Cinco Copas.
Messico-Cecoslovacchia 3-1, Cile 1962
Avrebbe potuto giocare anche a Messico70 ma oramai il tempo era diventato un fattore e Carbajal era in fase calante.
Con Lothar Matthaus e Buffon divide il record di cinque presenze in una fase finale dei Mondiali: in realtà solo con il tedesco divide la poltrona di tornei giocati poiché Buffon nel 1998 non scese in campo.
Prima di chiudere la carriera rifiuta e prima rifiuta offerte importanti e torna a fare il vetraio.
La grandezza di una persona si misura dalla sua qualità umana, non dai Mondiali che ha giocato.
Antonio Carbajal
I convocati del Messico a Russia2018
Portieri: Guillermo Ochoa (Standard Liegi), Alfredo Talavera (Toluca), Jesus Corona (Cruz Azul)
Difensori: Carlos Salcedo (Eintracht Francoforte), Diego Reyes (Porto), Hector Moreno (Real Sociedad), Hugo Ayala (Tigres), Edson Alvarez (America), Jesus Gallardo (Monterrey), Miguel Layun (Siviglia)
Centrocampisti: Rafael Marquez (Atlas), Hector Herrera (Porto), Jonathan Dos Santos (LA Galaxy), Giovani Dos Santos (LA Galaxy), Andres Guardado (Real Betis), Marco Fabian (Eintracht Francoforte)
Attaccanti: Javier Hernandez (West Ham), Raul Jimenez (Benfica), Oribe Peralta (America), Jesus Manuel Corona (Porto), Carlos Vela (Los Angeles FC), Javier Aquino (Tigres), Hirving Lozano (PSV Eindhoven)