Le 32 protagoniste – Puntata no.25 – Ghana

Black Stars Egypt

LA SQUADRA – THE BLACK STARS

Oramai il Ghana è una habituè della rassegna mondiale. Terza qualificazione consecutiva alla fase finale, ottavi di finale nel 2006, quarti di finale nel 2010 e adesso i più scaramantici facciano pure gli congiuri, ma questo Ghana, allenato da Kwesi Appiah, è squadra ambiziosa e potenzialmente in grado di arrivare in alto.
Un inciampo solo sulla strada verso Brasile2014, ma tanti goal per sbarazzarsi di Lesotho, Zambia e Sudan, nella prima fase e il ben più quotato Egitto regolato agevolmente nel doppio playoff (7-3 il totale, dopo che la prima partita si era conclusa 6-1 per Boateng e compagni).
Miscela esplosiva di giocatori giovani e giocatori esperti, discreta esperienza internazionale e soprattutto una buona qualità tecnica unita ad una grande fisicità. Molte le facce conosciute tra i pre convocati di Appiah e qualche sorpresa.
Partiamo dalla difesa e dal delicato ruolo di portiere.
Dauda e Adams sembrano essere in vantaggio rispetto a Kwarasey per difendere i pali delle Black Stars. In difesa, si attende la definitiva esplosione di Inkoom, che dopo un trascorso in Svizzera, nel Basilea, ha vestito le maglie del Dnipro e del Bastia. Opare, Afful e Mensah hanno ottime chances di titolarità, con il terzo che uscito dall’orbita Udinese, si è trasferito ai francesi dell’Evian.
In mezzo al campo, quantità e qualità grazie ai muscoli di Asamoah ed Essien, anche se quest’ultimo sembra in leggero declino dopo le ultime stagioni; insieme a loro c’è l’udinese Badu che ha convinto Guidolin a dargli spazio durante il tribolato anno friulano. Completano il reparto gli “italiani” Muntari e Acquah, l’interessante Wakasu e l’ottimo Ayew, Andrè, nonostante la non brillante stagione del Marsiglia.
Un reparto che ha delle ottime individualità e che andrà a sostenere un attacco che manca di quello stoccatore in grado di risolvere le partite e le situazioni più intricate.
Falso nueve, interno, trequartista, all’occorrenza mediano: tutto questo è Kevin-Prince Boateng, stella della nazionale e di cui parlerò in seguito.
Titolare praticamente inamovibile, l’altro Asamoah, Gyan. Un trascorso all’Udinese (toh! Guarda un po’) e un rigore che pesa come un macigno, ancora lì, sono certo, nella memoria dell’attaccante ghanese. Ma anche di questo parlerò in seguito.
Il resto dell’attacco è formato dall’altro Ayew, Jordan: lui e suo fratello, figli d’arte di un grande del calcio ghanese, quell’Abedì Pelè che tanti ricorderanno.
Inserita nel girone G con Germania, Portogallo e USA, la nazionale ghanese proverà a fare lo sgambetto alle due europee, favorite d’obbligo per il passaggio del turno.
Migliorare le prestazioni dei Mondiali precedenti vorrebbe dire arrivare in semifinale, traguardo mancato di un soffio al 120′ dal rigore sbagliato da Gyan.
Ma come si dice di questi tempi, del resto i rigori li sbaglia solo chi li tira.

LA STELLA – KEVIN PRINCE BOATENG

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Tatuaggi, pettinature bizzarre, vita privata nemmeno tanto privata, un fratello che sceglie la Germania, un rapporto tormentato con la nazionale: tutto questo e anche qualcosa di più è Kevin Prince Boateng.
Centrocampista offensivo, falso nueve, trequartista dal gol facile ha deciso di rientrare in Nazionale dopo due anni di assenza.
Dotato di un gran tiro, una predisposizione per le giocate ad alto coefficiente di difficoltà, negli ultimi anni ha svolto con ottimi risultati anche il ruolo di centrocampista di contenimento.
Cresciuto nell’Hertha Berlino, un trascorso in Premier con Tottenham e Portsmouth, una toccata e fuga al Borussia Dortmund e tre anni di discreto calcio (con dei picchi notevoli) a Milano, sponda rossonera.
Ora è in forza allo Schalke04, dove ha disputato una discreta stagione contribuendo al terzo posto dei Königsblau (e alla relativa qualificazione in Champions), segnando 6 reti in 28 partite.
Molto spesso finito sui giornali per le cronache extracalcistiche, Kevin Prince Boateng è soprattutto uno dei promotori della campagna No al Razzismo. Fecero scalpore i fatti di Busto Arsizio, con il numero dieci rossonero vittima di cori ingiuriosi. La sua reazione, una violenta pallonata sulle tribune, scosse l’opinione pubblica dal torpore generale sui cori e sugli insulti razzisti negli stadi italiani.
La verità è che il razzismo c’è, esiste non solo sugli spalti di un impianto di provincia, ma in tutti i campi della vita quotidiana.
Con quella pallonata, Boateng non ha fatto altro che cercare di allontanare dalla sua vita e dalla vita di tante persone, sentimenti penosi come odio e vergogna.

IL GHANA AI MONDIALI

1

2

RECORD

2 come i rigori falliti ai Mondiali da Gyan Asamoah (2006, Ghana v Rep. Ceca e 2010, Ghana v Uruguay)

39 come le reti segnate da Asamoah Gyan, capocannoniere della nazionale ghanese. Dietro di lui, Abedì Pelè a 33

Record di presenze, 82 quelle di Richard Kingson

LA BANDIERA

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La bandiera del Ghana venne adottata nel 1957. Fu rimpiazzata da una variante con una banda bianca centrale dal 1964 al 1966.
La bandiera venne disegnata da Theodosia Okoh per rimpiazzare la bandiera britannica a seguito dell’ottenimento dell’indipendenza nel 1957. Consiste di tre bande orizzontali di uguali dimensioni con i colori panafricani dell’Etiopia, ovvero, dall’alto, rosso, oro e verde. Al centro della banda centrale è presente una stella nera a cinque punte. La bandiera del Ghana fu la prima bandiera africana a mostrare questi colori.
Il rosso rappresenta il sangue di coloro che morirono nella lotta per l’indipendenza della nazione, l’oro rappresenta le risorse minerarie della nazione, il verde simboleggia le ricche foreste e le risorse naturali del Ghana, mentre la stella nera rappresenta il colore della pelle dei nativi.

IL PAESE

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Dati amministrativi
Nome completo                       Repubblica del Ghana
Nome ufficiale                           Republic of Ghana
Lingue ufficiali                           inglese
Capitale                                        Accra  (1.661.400 ab. / 2001)

Politica
Forma di governo                   Repubblica presidenziale unitaria
Capo di Stato                             John Dramani Mahama
Ingresso nell’ONU                   8 marzo 1957

Superficie Totale                      238.540 km² (77º)
Popolazione Totale                 24.965.816 ab. (2012) (47º)
Densità                                         104,6 ab./km²
Tasso di crescita                      2,2% (2012)

Economia
Valuta                                          Cedi ghanese
PIL (nominale)                         40 435 milioni di $ (2012) (87º)
PIL pro capite (nominale)   1 622 $ (2012) (140º)
PIL (PPA)                                    82 653 milioni di $ (2012) (77º)
PIL pro capite (PPA)              3 316 $ (2012) (137º)
ISU (2011)                                  0,541 (basso) (135º)

Inno nazionale
God Bless Our Homeland Ghana

 

IL MIO GHANA

Il mio Ghana è una chiacchierata. Quattro risate tra vecchi amici, solo che io, Asamoah Gyan, non lo conoscevo se non dalla tv. Mondiale Sudafricano, sempre lo stesso hotel, sempre la stessa modalità: dopo la Costa d’Avorio, arrivò il Ghana di Rajevac, uno di quelli che se non avessero fatto gli allenatori di calcio, avrebbe potuto fare giusto l’impiegato al catasto e di come possa essere finito in Ghana, ad allenare, beh…resta un mistero.
Hall dell’albergo piena di tifosi, gente vestita negli abiti tradizionali ashanti, molte macchine fotografiche e molti flash.
In disparte il sottoscritto, birra in mano a chiacchierare con i colleghi. Quando passa ad un metro da me, Gyan (Asamoah), che sente gente parlare in italiano e si ferma a chiacchierare con noi.
“Ma che cazzo ci fate qua? Italiani in sudafrica…ma non siete stati eliminati?” Scambiamo quattro chiacchiere e ci racconta che a Udine faceva un freddo porco e lui proprio non ci voleva stare. Vani i tentativi di un approccio al granata, mentre lui pontificava su posti caldi dove giocare e dove allenarsi senza battere i denti. 
A guardare la sua carriera dopo Udine, Rennes e Sunderland, fino all’approdo negli Emirati Arabi, dove fa caldissimo e si guadagnano tantissimi soldi.
Il suo rigore al 122′ di uno dei quarti di finale più belli di sempre, è uno dei momenti più intensi di quel mondiale sudafricano. Il Ghana è stato vicinissimo a raggiungere la semifinale e di fatto, sarebbe stato il risultato più importante mai registrato per una nazionale del continente africano. 
Cosa accadde in quel minuto maledetto fu un colpo al cuore del calcio ghanese e africano in generale. Sarebbe potuto essere un successo, fu una cocente delusione.
Ero in un ristorante di Johannesburg, con i camerieri incollati ai grandi televisori in sala e dopo i calci di rigore molte lacrime vennero versate. Il popolo sudafricano tifava compatto per il Ghana, convinto che quella squadra avrebbe potuto portare in alto un intero continente.
Il mio Ghana è un altro calciatore, tracagnotto, con il nome del più grande di sempre: Pelè. Per la precisione, Abedì Pelè, una carriera in giro per l’Europa (molta Francia) e l’approdo al Torino di Rosario Rampanti, stagione 1994. L’inizio non fu dei migliori e venne chiamato, a salvare una barca con tante falle, il sergente di ferro Nedo Sonetti che condusse il Toro ad una comoda salvezza. Fu l’anno dei due derby vinti (gli ultimi da vent’anni a questa parte, sigh!) e Abedì Pelè fu uno dei migliori di quella squadra. L’anno seguente, un infortunio a gennaio durante la Coppa d’Africa, lo tenne lontano dai campi e il Toro retrocedette miseramente.
Qualche anno dopo in un albergo di Monaco di Baviera, in una delle hall più chic di sempre, lo incontrai e non resistetti all’opportunità di fare una foto con lui. Era l’11 giugno 2006. Quella sera a Torino c’era la finale di ritorno dei playoff di B, per un posto in serie A.
Abedì disse: “Il Toro non può stare in serie B. Vedrai che ce la faremo.”
Ancora oggi, quando guardo quella foto, ripenso a quel presagio. Abedì Pelè, il mio stregone preferito.

 

INNO NAZIONALE – GOD BLESS OUR HOMELAND GHANA

God bless our homeland Ghana,
And make our nation great and strong,
Bold to defend for ever,
The cause of Freedom and of Right.
Fill our hearts with true humility
Make us cherish fearless honesty,
And help us to resist oppressor’s rule
With all our will and might for evermore.

Hail to thy name, O Ghana,
To thee we make our solemn vow:
Steadfast to build together
A nation strong in Unity;
With our gifts of mind and strength of arm,
Whether night or day, in mist or storm,
In every need what’er the call may be,
To serve thee, Ghana, now and evermore.

Raise high the flag of Ghana
And one with Africa advance;
Black star of hope and honour,
To all who thirst for liberty;
Where the banner of Ghana freely flies,
May the way of freedom truly lie
Arise, arise, O sons of Ghanaland,
And under God march on for evermore.

 

I CONVOCATI DELLA NAZIONALE GHANESE

Portieri: Adam Kwarasey (Strømsgodset), Fatua Dauda (Orlando Pirates), Stephen Adams (Aduana Stars)

Difensori: Samuel Inkoom (Dnipro), Daniel Opare (Standard Liegi), Jonathan Mensah (Évian), Harrison Afful (Espérance), John Boye (Rennes), Rashid Sumaila (Mamelodi Sundowns)

Centrocampisti: Sulley Muntari (Milan), Mubarak Wakaso (Rubin Kazan), Mohammed Rabiu (Kuban Krasnodar), Michael Essien (Milan), Emmanuel Agyemang Badu (Udinese), Afriyie Acquah (Parma), André Ayew (Olympique Marsiglia), Kwadwo Asamoah (Juventus), Christian Atsu (Vitesse Arnhem), Albert Adomah (Middlesbrough)

Attaccanti: Jordan Ayew (Sochaux), Abdul Majeed Waris (Valenciennes), Asamoah Gyan (Al-Ain), Kevin-Prince Boateng (Schalke 04)

 

LE DIVISE UFFICIALI DELLE BLACK STARS

Ghana 2014 World Cup Home Kit 2Ghana 2014 World Cup Away Kit 1

Pubblicato da Danilo Baccarani

Di Torino, amante di calcio e sport, laureato in storia del Cinema, innamorato di Caterina e Francesco, sposato con il Toro. Se rinascessi vorrei la voleè di McEnroe e l'impermeabile di Bogart, ché non si sa mai.

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